Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

venerdì 27 maggio 2011

Miami Heat - Dallas Mavericks sarà la finale NBA 2011

I conti si fanno alla fine. Frase sempre più in voga da quando, nel luglio 2010, il trietto degli Heat prendeva forma. Se sono già pronti a vincere, se sono già la squadra più forte nell'Eastern Conference, questo si vedrà alla fine si diceva, quando si giungerà alla finalissima, se giungeranno alla finalissima, quando si potranno veramente tirare le somme e non limitarsi a semplicistiche previsioni.

La fine è arrivata, sono il team più forte dell'Est ed il 31 Maggio negli Stati Uniti (notte del 1° Giugno in Italia), inizierà la finale vera e propria (non quella di Conference) e Miami è ancora in corsa. Anzi, altro che ancora, è la favorita.
Il tanto chiaccherare che hanno comportato, si è risolto tutto a favore loro. Se in tre basta ed avanza per vincere, se senza un centro di spessore sotto le plance è possibile costruire una squadra da titolo, se l'assenza di un regista, costante nelle prestazioni, potesse costituire un problema, si sono rilevate tutte chiacchere da bar. Perchè questi discorsi valgono per qualunque big three, anzi per qualunque big two, che non implicasse due dei tre migliori giocatori al mondo: James e Wade.

Sono bastati loro, uniti ad un Bosh riscoperto tardi, ma meglio tardi che mai (visto che era il momento che più contava e che più conta), per sbarazzarsi di tutti gli ostacoli frapposti tra loro e l'obiettivo minimo: la finale. Menzione anche a James Jones, il tiratore preferito, se c'era da fare uno scarico, degli uomini di coach Spoelstra.
Sono andati in barba a tutti i puristi del gioco che decantano da 50anni come questo sport premi il collettivo con magari vari direttori d'orchestra che facciano girare gli altri.
A Miami si vive di assoli e non serve altro, visto che non è stato ancora trovata una musica migliore che li oscuri (ovvero ancora non è stato trovato il modo di fermarli).

Boston ci ha provato ed è caduta, Chicago ugualmente, entrambe per 4-1, una prova di forza che va ben oltre le previsioni iniziali. Ora a South Beach non resta che un'ultima prova per smentire ancor di più tutti i detrattori iniziali e per dare ragione a chi fin dall'inizio aveva capito che il centro ed il play erano superflui. Ora tocca solo a Dallas provare. 

Pare obiettivamente difficile che ci riescano i Mavericks, visto che la difesa, soprattutto sui giocatori atletici, è roba per pochi da quelle parti e che James sembra sia finalmente diventato un clutch shooter. Come sempre le motivazioni faranno la loro parte. Bisogna solo attendere ancora e vedere se prevarrà la voglia di vendetta di Dallas, di quel 2006 nefasto in cui i Mavericks persero proprio a causa degli Heat o se prevarrà il motivo sotto "the decision", ovvero la volontà dell'ex 23 dei Cavs di vincere finalmente un anello. 

La sensazione è che se James, Wade e Bosh, continuano così, le motivazioni possono anche non bastare per Dallas e per vincere ci vorrà costantemente un Nowitzki in versione gara 4 contro Oklahoma.

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