Si sente spesso dire che il passato non si può cambiare e che ogni tanto ritorna, torna a farsi sentire. Deve esserci più di una ragione se la frase resiste e la NBA non ne è esente per nulla.
E' quello che devono aver pensato (insieme ad un altro paio di parole comprensibili che lasciamo alla vostra immaginazione) Kahn, il GM dei T-Wolves ma anche Neil Olshey, GM dei Clippers, nello stesso secondo. Nel secondo in cui la pallina presa da Nick Gilbert, il figlio del n°1 dei Cavs, premiava i Cleveland Cavaliers come vincitori della lotteria.
Due storie diverse ma con una pallina in comune.
Per capire i Clippers non bisogna andare troppo in là col pensiero.
Ci dovrà essere un motivo per cui da sempre loro non sono i Clippers, ma i cugini sfortunati di Los Angeles. Il trend pareva, e si è, rotto con l'arrivo di Blake Griffin, ma oggi è tornato di moda. Non più tardi di 3 mesi fa, Cleveland scambiava sostanzialmente Mo Williams e Jamario Moon, con il contrattone ed i servigi di Baron Davis e con la prima scelta NON PROTETTA dei californiani. Ai Clippers dovranno aver pensato che, lockout a parte con conseguente abbandono di molti player dal lotto, verso l'ottava-nona chiamata non ci sarebbe stato nulla di interessante superiore ad un play come Mo. Il problema è che qualche mese più tardi quella scelta è stata tirata fuori come prima, nonostante il 3% delle possibilità. Non è difficile immaginare cosa sarebbe accaduto se il futuro avesse riservato lo stesso trattamento ai Clippers, senza però quella "nefasta" trade. Kyrie Irving, il play che tanto serve ai losangelini (altrimenti non prendevano Williams) , sarebbe approdato da Griffin e compagni. Ci vuole poco ad immaginare un team con Irving play, Gordon guardia, Griffin e Kaman lunghi ed allora si che il passato poteva essere tagliato fuori.
Per Minnesota invece il discorso si fa complesso. Si è presa la seconda scelta (!) mica la 20esima, eppure l'espressione di Kahn dava i segnali della disfatta. C'è chi poteva lamentarsi di più per l'esito finale, vedi Toronto, Washington, Sacramento... che comunque avevano buone chance di vincere e non sono neanche tra le prime tre chiamate. Eppure il più sconfortato sembrava Kahn. Per capire i motivi è necessaria un'attenta analisi.
Minnesota sta aspettando Rubio nella continua speranza che decida il più presto di convincersi che sono i Timberwolves il suo futuro, se vuole la NBA. Però la faccia del GM ha fatto capire che loro volevano Irving e basta, ben consci che con tutta probabilità se lo sono giocati, visto che i Cavs sembrano aver già deciso. Derrick Williams, il n°2, è un talento, un grande talento, un'ala grande-ala piccola che ai piani alti può fare decisamente bene soprattutto se si trasformasse in una SF completa. Il fatto è questo, nel Minnesota un'ala grande ed un'ala piccola già ci sono e sono le due stelle della squadra, le due certezze, prendere D-Will significherebbe risnaturare il team almeno di clamorose cessioni, come quella di B-Easy. Questo perchè l'ormai ex Arizona, per partire in quintetto costringerebbe Beasley a diventare ala grande nel caso in cui Derrick giocasse SF, con conseguente ritorno a centro di Love. Kevin tornerebbe lo stesso sotto le plance anche nel caso in cui D-Will iniziasse come power forward e Beasley small forward. Sostanzialmente far tornare Love centro sarebbe il problema, perchè è esattamente quello che nel Minneapolis non vogliono fare, viste le qualità che Mr. doppia doppia può offrire nel suo vero ruolo, quello di ala grande.
Ecco quindi che si aprono due scenari, o quello di puntare sul miglior centro del lotto, Enes Kanter, rischiando di perdere un futuro uomo franchigia come lo si immagina Derrick, oppure smuovere l'ambiente con una trade e ripartire con la ricostruzione. Oggi la seconda alternativa appare la più probabile anche se le ultime voci non cambiano la sostanza del problema. Si parla di Rubio e Beasley per Granger, ma queste al momento sono solo voci.
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