Sempre più infuocati e sorprendenti questi playoff, che non regalano niente di scontato e che di sicuro stanno scrivendo un pezzo di storia. Magari non saranno i più ricordati per formazioni come quella di Los Angeles (qualora dovesse uscire, anche se ancora nulla è detto) o per squadre uscite al primo turno come Orlando, ma di sicuro per i Memphis Grizzlies la post season 2011 comunque vada, sarà un prezioso pezzo da collezione da inserire ne proprio almanacco dei record.
Una delle squadre considerate cenerentole dei playoff, vista l'assenza di uno dei propri leader, Rudy Gay e per via della qualificazione arrivata all'ottavo spot, continua nella sua metamorfosi a principessa. Altra vittoria arrivata grazie alla forza del gruppo, altra prova di forza per Randolph e compagni. I Thunder sono entrati in campo con una gran voglia di vincere e portarsi avanti in quel del FedExForum e ci stavano riuscendo fino al quarto quarto dove il team di Hollins ha ripreso in mano la gara ed ha macinato azione su azione, punti preziosi che hanno completato una rimonta che nel terzo quarto sembrava impossibile. Difatti il match si era messo in pericolo per i padroni di casa grazie alla sublime difesa di Ibaka (6 stoppate finali) e co. e all'estro di quelli di Oklahoma. Vantaggio che aveva toccato il suo apice addirittura sui 16 punti, ma il grande merito di crederci fino alla fine ha ripagato i giocatori della franchigia del Tennesse, che sono riusciti a ristabilire la parità mandando gara 3 al supplementare. Scott Brooks ha preparato molto bene la gara, concentrando gli sforzi su due prerogative, quella di aggredire i lunghi tappandogli le posizione a loro più consone, e quella di ruotare velocemente insieme alla palla che girava sugli esterni.
Difatti il lavoro difensivo per gran parte della gara è stato incomiabile con i lunghi dei Thunder abili nel cercare di portare difficoltà nella ricezione in post basso e cercare di impedire a Randolph di prendere il centro quando partiva dal post, movimento in cui punge con costanza. Però Hollins da grande allenatore ha fatto scelte saggie, relegando molti possessi ai movimenti di Gasol e alla circolazione più veloce della palla soprattuto in favore di Mayo, che poteva aiutare Randolph a trovare lo spazio giusto per dominare libereando un pò l'area. A favorire il compito del coach è stata la mentalità vincente che sta acquisendo un team che crede in quello che fa, con Zach in prima linea a dominare a rimbalzo offensivo. Tanti secondi possessi fondamentali per la rimonta. Fondamentali anche le esclusioni dalla partita di Perkins e Westbrook che non hanno potuto partecipare al finale perchè espulsi per raggiunta somma di falli.
Ma oltre alla vittoria targata "The River City" (soprannome della città di Memphis vista la collocazione geografica che la vuole vicina alla confluenza dei fiumi Wolf e Mississippi), c'è stata anche la W che riapre i giochi di un'altra serie, la W targata Boston Celtics.
I Celtics tornano per gara 3 al TD Garden dove ritrovano il sostegno del pubblico amico e ritrovano anche Paul Pierce, praticamente assente nelle prime due uscite contro gli Heat. Lui e Garnett, spinti dal genio di Rondo, riportano speranza al team del Massachussetts, che ora nel prossimo match potrebbe pareggiare la serie. Ma comunque Boston, non avendo il fattore campo, dovrà ugualmente vincere facendo crollare gli Heat in casa propria almeno una volta.
Nella gara di stanotte si sono evidenziante le strategie che i Celtics possono far valere. Ovvero superiorità sotto le plance con Bosh escluso dagli scarichi grazie al superbo lavoro fatto da uno spettacolare Garnett e lavoro atto a limitare le penetrazini di James per costringerlo a non potersi prendere la conclusione ma a scaricare per il compagno.
Questa volta complice un'attenta difesa da parte un pò di tutti, è funzionata ogni mossa studiata. Conseguenza di ciò, James si è dovuto arrestare in attacco, anche se ha dominato in difesa come pochi, e Bosh è satto completamente annullato, costringendo a volte gli Heat a non trovare quella soluzione ideale che è il suo tiretto dalla media che costringe gli avversari ad aprire spazio alle pentrazioni. Chalmers ha fornito una buona prestazione, così come Joel Anthony unico baluardo del reparto lunghi, utile nella lotta alle carambole. La chiave è stata la difesa e l'intensità forte ancora non vista dai Celtics in questa serie.
Nel prossimo match, Rivers potrà contare su un ritrovato O'Neal, stanotte partecipe della gara per un tempo limitato, ma Spoelstra potrà riflettere bene sulle contromosse per arginare le buone scelte tattiche del coach concorrente.
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