Due colpacci esterni di Hawks e Mavericks, che stanotte hanno lottato con grinta e determinazione e sono usciti dai difficilissimi campi di Chicago e Los Angeles (rispettivamente), festanti e gioiosi del bel risultato portato a casa.
La prima vittoria non definisce assolutamente una serie, ma pesa sicuramente come un macigno, soprattutto se avvenuta fuori casa dove non c'è quel giocatore in più che è il pubblico, il maggior motivatore, spesso e volentieri fondamentale per la riuscita o meno di una W.
Chicago ha difeso bene sui lunghi avversari, ma gli spazi per l'infuocato Johnson non sono stati chiusi e la stella di Altanta ha colpito senza pietà con impressionante costanza. Soprattutto è da sottolineare come abbia chiuso con percentuali altissime ed addirittura un 5/5 da tre. Coach Larry Drew ha spremuto i suoi titolari, cosa che li potrebbe far stancare nelle prossime gare, ma ha avuto ragione di puntare sulla loro concentrazione, elargendogli solo un misero minutaggio per riposare. Fondamentale ancora di più in questi casi l'apporto del sesto uomo, nella fattispecie di Jamal Crawford che, chiamato in causa, offensivamente parlando non fallisce mai. Atlanta ha preparato così la gara ed onore al coach che sta rivestendo un ruolo chiave nella marcia post season. Dall'altra parte c'è Thibodeau, non il primo arrivato, anzi uno che stanotte ha ricevuto il premio di miglior allenatore dell'anno, quindi troverà il modo per cambiare l'inerzia, ma intanto Drew sta facendo scelte saggie e sta infondendo la giusta mentalità ai suoi.
L'estro delle due guardie ha aiutato molto ad aprire gli spazi, e a realizzare quando la difesa era chiusa molto bene, ma molto buoni sono stati i movimenti senza palla quando riceveva un lungo in post. Anche Chicago ha giocato bene, ma la difesa che scalava (non sempre, ma per la maggior parte del tempo), ha fatto si che Rose prendesse delle pentrazioni o dei tiri che divenivano più difficili nell'atto conclusivo magari dopo una chiusura attenta della difesa. Ma piuttosto che la sconfitta, la beffa più grande è stato il secondo problema occorso a Rose alla caviglia, sempre da valutare, ma dai primi segnali dello staff medico, il problema sembra superfluo ed i Bulls sembra possano stare tranquilli.
Come anticipato sopra, colpo esterno anche dei Mavericks. Come successo contro New Orleans, i Lakers "sbagliano" gara 1 e per vincere la serie saranno costretti a violare l'American Airlines Center di Dallas, almeno una volta. Una gara molto nervosa, iniziata e continuata con la consapevolezza e la volontà di non tirarsi indietro, di dare una spinta in più piuttosto che lasciar perdere. Insomma una tipica gara di playoff dove la pressione la si esterna con la foga in campo. Ma è stato anche il match di Nowitzki e Bryant. Che Kobe non avesse marcatori "all'Artest" ad affrontarlo, era preventivabile fin dall'inizio ed infatti il 24 ha collezionato punti su punti e guidato ai suoi fino all'ultimo.
Poco pronosticabile il contrario, ovvero che Los Angeles non avesse contromisure sul tedesco. Nowitzki è stato in grado di eludere la difesa di Gasol ed anche quella di Odom (anche se nell'altra metà campo, è successo anche il contrario). Infatti Phil, come spesso accade ma stavolta era per via di DIrk, ha mandato sul pitturato molte volte un quintetto con tre lunghi, Odom-Gasol-Bynum, perchè Gasol faticava su Dirk; lo spagnolo però non lo si poteva togliere dal campo visto comunque il buon lavoro di riempimento del pitturato sia in difesa che in attacco (tra l'altro 7 assist oltre al 15 e 11 rimbalzi), che serviva troppo ai Lakers per girare la manovra in attacco e chiudere le incursioni a centro area in difesa: Serviva troppo perchè Bynum sarebbe stato solo sotto le plance a prendere i rimbalzi visto che un lungo doveva uscire per difendere Nowitzki.
D'altra parte i californiani sono anche rei di aver sprecato più di una palla match, fino all'inconsueto tiro sbagliato sulla sirena di Kobe, per l'eventuale W Lakers.
Si prospetta una bella serie...
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