La premiazione di Blake Griffin come Rookie of the Year con il massimo punteggio consentito di voti (en plein dei votanti, che lo hanno giudicato il primo meritevole dei tre che devono scegliere), è già una notizia passata in secondo piano dopo neanche un giorno, perchè a campeggiare nella NBA è la terza sconfitta consecutiva dei Lakers ed ora quasi sicura eliminazione di questi dal torneo.
Dirk alza tre dita della mano, in genere segno di quando entra una tripla, ma questa volta la valenza è anche simbolica, ovvero 3-0 contro L.A.
Con i Mavericks a 2 W, il rientro in Texas per gara 3 sembrava già una condanna per Los Angeles che difatti stanotte, seppure hanno lottato alla pari fino all'ultimo, si è dovuta arrendere nuovamente a Dirk e compagni, che ora sul punteggio di 3-0 hanno ipotecato la serie con il "rischio" di chiuderla già nel prossimo match, completando un "cappottone" che farebbe uscire indecorasemente i campioni uscenti dal quadro dei playoff.
La gara di stanotte è stata come sopracitato molto combattuta con gli uomini di coach Phil intenzionati con tutta la voglia possibile, a riprendere in mano lo scontro, vincendo in casa degli avversari. Ma quelli di Dallas non erano certo entrati in campo senza conoscere le motivazioni degli ospiti e quindi da subito entrambe le formazioni sono state accorte ed hanno lottato praticamente su ogni possesso. Nowitzki ha trasacinato ancora una volta i suoi assieme al suo fidato scudiero Jason Terry, nonostante il tedesco sia stato marcato con accortezza dai lunghi losangelini e nonostante Jackson abbia a più riprese spronato i suoi nelle chiusure per spingerli a dare il più possibile. "L'invito" a fare meglio è stato raccolto discretamente ma il tedescono con i suoi fadeway ed il suo tiro da fuori è stato immarcabile quando era, almeno relativamente, lontano da canestro. Jackson in tutta la gara ha più volte ripreso Gasol, ma il lungo non ha inciso ed il suo contributo, fondamentale anche in fase di costruzione della manovra offensiva, non è arrivato. Questo perchè ben contenuto da una difesa aggressiva. All'ultimo minuto di partita il risultato era di parità, ma la circolazione di palla dei Mavs ha fatto la differenza per creare i giusti tiri, così come la difesa splendida (soprattutto di Marion) nel finale.
Sull'altro campo si è consumata invece la vittoria di Chicago, che sconfigge Atlanta, seppur fuori casa, guadagnandosi il vantaggio nella serie.
Alla vigilia di quest'ultima, gli Hawks avevano apertamente dichiarato che potevano vincere solo se avessero fermato Derrick Rose, quindi quella sarebbe stata la loro priorità. La frase è giusta per metà, semplicemente perchè i Bulls, è evidente, sono quelli che sono, grazie principalmente all' MVP stagionale (ed al loro coach). Ma il problema è che se fosse così semplice, Atlanta non avrebbe perso in stagione regolare con anche 30 punti di margine contro Chicago (ultimo scontro diretto tra le due in Regular Season). Quello che invece gli Hawks hanno fatto è stato esattamente il contrario, ovvero placare la vena realizzativa dei compagni del numero 1 in maglia rossa e lasciare "libero" il play, col risultato di beccarsi il career high di Derrick, 44 punti con relativa L subita. D'altronde, oltre all'oggettiva e palese mancanza di soluzioni per chiudere penetrazioni e ritmi di Rose, i padroni di casa ci hanno messo del loro, visto che oltre al quintetto di partenza, nessuno dalla panchina si è scomodato oltre la doppia cifra per punti. Problema che è costato caro, soprattutto perchè Crawford, 7 punti, è uno dei motivi principali di questa Atlanta con indosso la veste della semifinale di conference.
Se i Bulls vincono ancora, allora i giochi si possono dire chiusi.
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