Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

domenica 17 aprile 2011

PRIMA NOTTATA DI PLAYOFF

Partiti. Stanotte sono iniziati i playoff NBA. Fin dalle prime gare si è entrati in clima post season con difese attente su ogni possesso, gioco più ragionato, controllo totale dei particolari e soprattutto dimostrazione di come un leader (a volte) in queste situazioni sia più importante rispetto alla stagione regolare.
Con stanotte, la corsa all’MVP (se non lo avesse già fatto), ha legittimato il proprio proprietario, quel Derrick Rose, osannato da molti “big” ed incitato dalle folle, che nonostante un penoso 0/9 da tre contro degli splendidi Pacers, ha trascinato alla vittoria di gara 1, i Bulls, dapprima mantenendo in partita i suoi e poi innescando il sorpasso. Veramente combattivi quelli di Indiana, in vantaggio per gran parte della gara, ma che nonostante abbiamo chiuso bene le linee di passaggio, spesso non hanno trovato contromisure allo strapotere del numero 1 di Chicago. Collison ha impressionato, ma si è spento all’ultimo, Granger nel secondo tempo ed Hansbrough con costanza hanno dato tantissimo alla squadra, ma non è bastato. Ma la partita ha dato dimostrazione di come i playoff siano qualcosa che trascende il resto e che Indiana magari non passerà mai il primo turno (quest’anno) ma può essere un avversario molto più ostico e possente di quanto in molti si aspettavano.
Ma se da una parte lo strapotere di un giocatore ha regalato la W, da un’altra parte il dominare del singolo non ha portato allo stesso beneficio. Parliamo ovviamente dei 46+19 rimbalzi di un inarrestabile Howard, con gli Hawks che vista l’incontrollabilità del centro avversario hanno scelto più di una volta di aspettare il movimento del lungo, magari chiudendogli solo a volte lo sbocco e sperare in una sua palla persa (alla fine ne sono arrivate 8). La tattica del “prima o poi sbaglia, e se non lo fa, comunque da solo non può vincere”, specialmente se poi lo si cerca di chiudere nei momenti in cui non ha la via di accesso semplice al canestro. Atlanta ha vinto tre scontri diretti su 4 in stagione contro Orlando puntando proprio su queste particolari rotazioni difensive e sulla speranza che il tiro da tre dei Magic facesse cilecca. Nelson ha risposto largamente presente, ma i continui errori degli altri hanno compromesso il match. Anche stanotte è funzionata la tattica e complice l’attacco che ha girato a meraviglia Atlanta ha fatto il colpaccio, tra l’altro in casa Magic.

Negli altri due campi, i favori del pronostico sono stati rispettati senza riserve, ma non si può assolutamente dire che c’è stato un predominio. In quel di Miami, gli Heat hanno dato prova di superiorità, ma hanno dato anche prova che i loro svarioni sono colossali e che è ancora l’affidamento ai singoli l’arma in più che li trascina. Prima hanno allungato il vantaggio e poi quelli della Florida hanno cominciato a deconcentrarsi ed hanno concesso per alcuni minuti, tanti rimbalzi offensivi al pupillo di coach Doug Collins, ovvero Thaddeus Young, che da solo stava cambiando un po’ l’inerzia. Ma la classe del trio si è esaltata ancora una volta con LeBron che sbagliava dal campo ma con le penetrazioni ha racimolato una caterva di liberi e quindi punti facili e con Bosh grazie alla sua mano caldissima per il tiro dalla media che sembrava calamitato. Addirittura nonostante avesse tirato bene l’ex Raptors a fine gara è riuscito a sottolineare come avesse sbagliato alcuni tiri che non deve assolutamente buttare fuori dal cesto. Mentalità vincente. Spoelstra invece ha sottolineato un’altra cosa, che in poco tempo non si crea un attacco sicuro ed efficace ma si possono creare tante belle situazioni a tre che cambiano le partite.
Nell’ultimo campo è stata la difesa a regnare, con un Kidd d’altri tempi a sorreggere il magnifico tedesco, che senza battere ciglio ha tenuto botta al duo Aldridge-Camby devastante sotto le plance. Importantissima la concentrazione sulle rotazioni senza palla, e la freddezza nel mettere dentro il tiro da tre, arma quest’ultima, del tutto assente in casa Portland. Blazers che hanno visto sfumare le speranze di portare a casa il risultato voluto, in special modo proprio perché non sono riusciti a punire alcuni piccoli ritardi sugli scarichi, bersagliando anziché la retina, il ferro.

Questo è stato solo l’inizio, stasera/stanotte altre pretendenti, ed altre giocate memorabili. Condividi
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