Dietro ad ogni squadra, c'è sempre un grande allenatore. Dietro a un team vincente (oltre alla palese importanza dei giocatori) c' è sempre e comunque la mano di qualcuno che ci sa fare.
A gestire i Bulls di quest'anno c'è Thibodeau, uno che ha fatto scuola a Boston ultimamente ed in tante altre franchigie NBA, uno che della difesa ha fatto il suo successo, uno che sa insegnarti vari "trucchetti" in campo ed un capoallenatore che gestisce bene i suoi giocatori. In quel di San Antonio c'è manco a dirlo coach Pop, un genio che quest'anno ha saputo addirittura reinventare il suo gioco da quadrato e ragionato, fatto di possesso a metà campo con molto post, in un gioco più veloce, affidando alle guardie la trazione della squadra. Sulla panchina dei Lakers invece c'è uno che di fatto ha scritto la storia, complice l'ausilo del gioco da lui adottato "preso in consegna" da Tex Winter e con il quale ha condotto a due three peat i Bulls della famigerata coppia Jordan-Pippen e che in questi playoff vuole dare l'assalto al suo 12esimo successo, quello targato secondo three peat losangelino.
Ma dall'anno prossimo con una probabilità elevatissima pari quasi all'1, il buon vecchio Phil si concederà il "riposo da ritirato" entrando come leggenda non più in attività.
Già nella scorsa annata il problema della successione era stato un pensiero preponderante tra gli addetti, e già di nomi ne sono usciti a bizzeffe dalla bocca di media e conoscitori anche attorno all'ambiente della franchigia. Ma il nome che più di tutti sembra possibile è quello di Brian Shaw, già giocatore nei Lakers del three peat a cavallo dell'inizio del nuovo secolo, e dal 2005 alla corte della blasonata franchigia della californiana in veste di assistente.
Ad avvolorare la tesi della sua promozione, non è solo la già conoscenza di ambiente cestistico e soprattutto del sistema di gioco e dei giocatori losangelini (con alcuni dei quali è stato anche compagno), ma anche le forti parole che Bryant ha rivelato in una intervista. Il fenomeno con il numero 24 ha detto a chiare lettere che lui ed i compagni, sosterranno con veemenza e voglia la candidatura di Shaw. Nelle scorse settimane poi coach K di Duke pare avesse declinato con gentilezza una sorta di prosta verbale pervenutagli, altro elemento che avvalora la tesi dell'assistent coach come first pick.
Quindi c'è da aspettarsi che l'affermazione dI Mr. 81 possa fare la differenza.
Ma oltre alla panchina di L.A., anche quella di un'altra squadra sembra poter cambiare possessore. E' quella della scottante postazione dei Knicks che dall'alto della dirigenza, non vedono più molto bene lì seduto Mike D'Antoni. Questo è largamente da definire, ma i contatti con alcuni altri allenatori sono comunque già stati avviati.
Si parla di una prima opzione con un profilo già ben definito, quello di Calipari.Il "costruttore" di playmaker, è molto abile nel sapersi rapportare coi giocatori, soprattutto coi giovani e con le star, come dimostrato negli ultimi anni tra Memphis (college) e Kentucky, dove ha gestito ottimamente giocatori che nell'ambito NCAA entreranno di diritto nella leggenda dell'ateneo e di tutto il complesso del basket collegiale. Si parla giusto per dire di gente come Rose, Evans, Wall solo per citarne tre dei recenti prodotti della sua fucina di talenti. L'agente del coach poi, è l'agente di Chris Paul...
Ma se per Shaw, c'è una possibilità più che concreta, per Calipari ancora nulla è scritto e per ora rimane solo un'ipotesi, anche perchè non è detto che il "Baffo" venga detronizzato dal suo incarico.
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