Si è imposta 53 a 41 contro Butler.
Che sarebbe stata una partita di poco spettacolo ma tanta sostanza e ad alta tensione ce lo si immaginava, una finale è una finale e ad ogni età fa sempre effetto su chi gioca. Ma le squadre sono state fin troppo contratte, i giocatori troppo carichi di nervosismo, non a caso i tiri hanno fatto fatica ad entrare ed i due team hanno fatto della difesa il loro credo. La dimostrazione più lampante la dà il risultato.
Ma basta scavare solo un attimo più a fondo nella gara per notare che UConn ha tirato da tre con il 9.1% frutto di una singola tripla infilata in tutta la gara, ma benedice il 34.5% dal campo che in teoria sarebbe una giornataccia al tiro in qualsiasi altra gara. Questo perchè Butler è riuscita a fare di peggio, ed anche di molto. 3/31 da due sono un bottino che non ti puoi aspettare da una squadra che è un anno che ha l'amaro in bocca per quella gara persa contro Duke nel finale ed aveva la possibilità di riscattarsi. Una sensazione vista solo nel primo tempo dove un buon Matt Howard lottava egregiamente sotto le plance seppur nella fase offesiva tutti non giravano. Il match è stato deciso così tutto nel secondo tempo, come ovvio che sia e Connecticut è stata più brava nel risolvere i problemi evidenziati nei primi 20 minuti.
Il merito va soprattutto al centro degli Huskies, Alex Oriakhi, capace di intimidire sotto le plance tutta la squadra avversaria, rifilando tra lui ed il suo compagno Roscoe Smith, ben 8 stoppate. Inoltre ha limitato gli avversari a soli due punti nel pitturato, una cifra impressionante per capire la differenza che questo ragazzone ha fatto sotto i tabelloni. Tra l'altro una sua stoppata durante il secondo tempo ha spento i sogni di ribalta che Butler ci ha abituati a vedere. Non poteva che andare a lui il premio di MVP della finale, aldilà delle cifre, perchè più di lui c'è sempre un positivo Kemba Walker. Il leader offensivo della neo squadra campione ha fatto la sua gara, segnando 16 punti e prendendo 9 rimbalzi. Ora lo attende solo la NBA, sicuramente entro le prime 15 chiamate.
Matt Howard e Mack invece hanno steccato l'appuntamento più importante della loro carriera collegiale (sempre che non rimangano ancora un anno e che Butler torni nuovamente in finale...). Il primo come detto ha iniziato bene in difesa ma è stato un disastro in termini realizzativi, passi la serataccia da tre, 1/6, ma neanche è riuscito a farsi sentire in prossimità del ferro. Mack invece si è dimostrato ancora una volta un tremendo tiratore d'oltre l'arco ma oltre a quello non è andato a incidere, in termini di punti, in nessun altro modo. Difficile vincere così.
Il bilancio alla fine non può che essere che UConn ha meritato per come si è comportata, ma Butler non gli ha certo reso la vita difficile.
Jim Calhoun porta così a casa il terzo titolo della storia di questa franchigia, mentre i Bulldogs restano per il secondo anno consecutivo a mani vuote.
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