Dopo le prime due premiazioni, di miglior difensore dell’anno e di sesto uomo dell’anno, anche il MIP, il premio di most improved player, sta per essere assegnato. Il destinatario è Kevin Love, autore di una straordinaria stagione impreziosita dalla 53 doppie doppie consecutive e dal riconoscimento di essere stato convocato all’All Star Game. La lista dei pretendenti era folta, ma senza dubbio Love era tra i più accreditati perché nessuno può negare che dalla partenza di Al Jefferson, il ragazzo abbia letteralmente preso per mano il comparto lunghi ed abbia elevato in maniera notevole il proprio gioco. Magari la penuria dei T-Wolves ha favorito l’incremento delle sue cifre, ma se il talento e la voglia di fare non c’è, contro avversari di livello non prendi lo stesso una decina di rimbalzi minimi a sera e inanelli punti.
Magra consolazione per un giocatore ed una squadra, che in questo periodo è già in “vacanza” dato il non accesso ai playoff (anzi peggior record NBA).
A proposito di post season, stanotte si è potuto assistitere ad altre tre gare.
Dopo la sconfitta rimediata alcuni giorni fa, sia Spurs che Lakers volevano dare subito dimostrazione di essere sempre loro i “superiori”, valorizzando il proprio posizionamento in regular season e dando prova di forza e sicurezza. Non potevano di certo allontanarsi dai propri tifosi con due sconfitte a carico, costringendosi a dover vincere obbligatoriamente fuori casa, e quindi non hanno fallito il proprio obiettivo, dimostrando ancora una volta (se ce ne fosse bisogno) di meritare i pronostici sulla carta che li vedono finalisti di Conference.
Ovviamente è solo una delle tante tra le gare ancora da giocare, ma questa prova di forza è senz’altro significativa nel notare che quando vogliono, i due team riescano a fare risultato. Attenzione però alla reazione dei Grizzlies e degli Hornets, perché è vero che sono usciti sconfitti da gara 2, ma hanno comunque combattuto (un po’ di più Memphis a dir la verità) ma si sono fatte valere.
Le difficoltà sono arrivate principalmente in fase offensiva per entrambe le franchigie, in special modo per Beli e compagni che hanno sbagliato molto dal campo, ed hanno trovato molto poco dalle seconde linee che in gara 1 erano state una delle chiavi del successo. Jack non ha inciso come nella scorsa gara e anche se la pressione difensiva è stata forte, in quel di Los Angeles, non si è stati di meno. La circolazione di palla, una discreta precisione al tiro e la superiorità a rimbalzo degli uomini di coach Phil hanno poi fatto il resto, regalando la prima vittoria targata L.A. di questa post season.
Anche i Grizzlies hanno sbagliato molto, dando adito al fatto che la precisione chirurgica è troppo fondamentale per la loro riuscita, come già si era evinto in gara1. Ancora alcuni svarioni difensivi, mentre gli Spurs stanotte sono stati quasi impeccabili. L’errore più grossolano targato Memphis è stata la scelta sciagurata di provare un tiro dalla lunga distanza con 10 secondi ancora sul cronometro inventando dal palleggio anziché costruendo con dei blocchi. Con 4 punti sotto, il canestro da fuori area avrebbe riaperto i giochi, soprattutto perché sarebbe bastato anche solo un fallo intenzionale per dare le chance ai Grizzlies di provare a pareggiare il match. Invece la fretta di pareggiare senza fare magari due passaggi in più per liberare un tiratore, ha spento le speranze degli ospiti.
Quelli che invece non si fermano mai e stanotte sono stati ancora più convincenti della gara precedente, sono i Thunder, sempre ovviamente dipendenti dalla propria coppia magica, ma stanotte che hanno ricevuto tanti “aiuti” dai comprimari. Devastante la differenza a rimbalzo che ha inciso in maniera veramente notevole sull’andamento del match, costringendo Denver a prendersi molti meno tiri degli avversari e a ritrovarsi spesso a dover mantenere la forte concentrazione difensiva per più tempo rispetto ai padroni di casa. Troppe volte, la prontezza di Ibaka-Durant, ma soprattutto di Perkins, di salire a prendere il rimbalzo offensivo ha regalato punti preziosi al secondo tentativo. Vantaggi importanti accumulati ed anche tanto spazio ai comprimari, che hanno fatto riposare di più i titolari. Bisognerà che coach Karl assolutamente corregga quell’aspetto nelle prossime due gare da giocare in quel di Denver se si vuole avere la speranza di rimettere in sesto la serie.
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