Infatti stanotte il team della Grande Mela ha subito un pesante sweep che ha sottolineato come a New York ci sia ancora un cantiere aperto, un progetto ben lungi dall'essere finito data la mancanza di ancora una stella e tanti buoni comprimari persi dopo la trade per Melo. Si va in vacanza ma con più di un interrogativo da risolvere, uno su tutti se puntare ancora o meno sul "baffo", su coach D'Antoni. Il run & gun ha fatto male contro un team come i Celtics che hanno approfittato della poca difesa per far piovere triple e penetrazioni (anche se c'è da dire che spesso la buona volontà c'era). Ray Allen è l'emblema con il suo 65% dal perimetro nelle 4 gare della serie, tralasciando le belle prestazioni degli altri tre. Così come hanno aprofittato della continua situazione di isolamenti di Melo, che è pur vero che 2/3 li segna, ma che sedimenta troppo l'attacco.
Chi invece è riuscita a prolungare la serie a gara 5 e ad evitare lo sweep sono i Sixers che portano a casa gara 4 e torneranno a Miami per gara 5.
A vincere la gara è stata la sana follia di giocatori giovani che hanno improvvisato nel finale conclusioni dal palleggio, tutte riuscite. Dopo aver segnato 1 punto in circa tre minuti di metà quarto periodo hanno dapprima recuperato il leggero gap che avevano dagli Heat con una tripla di Holiday, costruita da solo e poi effettuato il sorpasso con Louis Williams. Il folletto dei 76ers ha sparato un tiro in faccia a Wade senza neanche pensare a far girare la palla in un momento così delicato di partita ed ha avuto ragione, se il tiro non entrava ora Phila sarebbe in vacanza. Prima di allora però c'era stata una gara combattutta, dove ha svettato anche uno di quelli inattesi (a dir la verità atteso per un anno), Evan Turner. "Per vincere le partite c'è bisogno di tiri importanti ed io sentivo che spettava a me farlo". Le parole di Williams a fine gara.
Una sorpresa insomma, come lo sono gli Hornets, che pareggiano la serie contro i campioni in carica, salvando le loro speranze di proseguire il loro cammino, visto che sul 3-1 contro i Lakers, le speranze di passare il turno avrebbero rasentato lo zero. Una vittoria che ha un nome ed un cognome: Chris Paul, capace di infilare 27 punti 15 assist e 13 rimbalzi contro i californiani ai playoff. Los Angeles che comunque deve recitare il mea culpa per aver continuato ad abusare di mis match difensivi, come un Bynum su Paul, quando si cambiavano gli accoppiamenti difensivi. E poi andrà fatto un pensierino su come un play di 1.83 circa, abbia preso più rimbalzi di tutti nella gara, ben 4 in più di Bynum, quello che ne ha raccolti maggiormente nei Lakers.
Chi invece non continua più a sorprendere sono gli Hawks. Oramai la serie sta prendendo forma come la più probabile upset del primo turno di playoff. Orlando non riesce a placare Crawford, come Atlanta non riesce a fermare Howard. Ma a differenza dei Magic, gli Hawks hanno più punti da più uomini. Van Gundy tenta la carta Arenas per sopperire anche alla mancanza realizzativa di Nelson, Gilbert risponde come ai vechi tempi, 20 punti in 22 minuti, ma il punto è sempre lo stesso, solo due marcatori sono troppo pochi. Ma fermarsi a questo sarebbe sbagliato, perchè i Magic stanno faticando a vincere le partite nei finali tirati, vedi l'ultima gestione di stasera con Turkoglu che quasi rischia di non tirare neanche per il pareggio. Se poi ci si mette una serata da 8.7% da tre complessivo (2/23)...
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