Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

martedì 22 gennaio 2013

Per i Lakers l'imperativo è cambiare

In questa stagione, in quel di Los Angeles si possono raccontare tante storie e già solo per sponda Lakers una moltitudine. A cominciare dal mercato estivo per poi passare alle aspettative attorno alla squadra, alle prospettive future, alle prime avvisaglie di problematiche, al licenziamento di Brown e le difficoltà fisiche dei big, il ritorno di un Kobe in versione "devo fare io il più possibile finché non si crea un gioco vero ed affidabile", le difficoltà di Gasol e di Howard, l'arrivo di D'Antoni, etc etc. Ma ad oggi una nuova storia che potrebbe intitolarsi "L'arrivo di D'Antoni 2: sarà la svolta?" è quella che meglio può identificare la situazione odierna dei Los Angeles Lakers, sempre in affanno per trovare quell'equilibrio mancante, che addirittura li sta facendo arrancare nella ricerca di uno spot per i playoff. 


Una situazione difficile che in moltissimi considerano ancora più ingarbugliata proprio per la scelta magari infausta del sostituto di Brown. Ma se un ulteriore cambio potrebbe essere forse ugualmente deleterio, il buon Mike sta provando a fare dei cambiamenti. Le tante sconfitte pesano anche psicologicamente e il coach ha deciso di fare delle scelte pesanti in ambo le fasi di gioco.
Troppe volte si è visto come in assenza di Howard una volta battuto l'uomo dal palleggio la penetrazione centrale sembrava avesse la corsia preferenziale e quindi ecco partire la prima fase, gli aiuti. Poi la scelta difensiva di dare a Bryant l'uomo più pericoloso dal palleggio. Kobe sa difendere bene contro il palleggiatore ma delle volte soffre anche lui, ma Nash non è un gran difensore (mettiamola in questi termini) e quindi contro le guardie avversarie comunque la scelta d'antoniana sembra quella ovvia. Certo però, che così si stanca il miglior terminale offensivo e dall'altra parte del campo le percentuali tendono a risentirne.

Ma se la difesa deve trovare più che altro i meccanismi, perché altrimenti la situazione non cambia nel breve periodo, segnali forti arrivano anche per cambiamenti in attacco.
Come sostenuto stesso da Bryant, la difficoltà ad ingranare per un attacco che dovrebbe produrre molto sta nella "vecchiaia" dei losangelini, non adatti per roster a giocare un corri e spara in continuazione. Ma "il Baffo" vuole provare a perseguire il suo scopo e ha ribadito di vedere meglio dei Lakers con più piccoli in campo. Quante volte abbiamo visto Kobe iniziare ala piccola? Questo fino alla "scoperta" Earl Clark che ora sembra il candidato ad essere il titolare nello spot di ala grande per il resto della stagione riportando l'assetto iniziale più ovvio con Kobe e World Peace nei loro veri ruoli e Morris dalla panchina. Clark titolare a meno che non arrivi al posto di Gasol un Josh Smith (soluzione ideale se ce n'è una) per intenderci.

D'Antoni ha "promesso" un Gasol partente dalla panchina per giocare sempre più in velocità e poco con due lunghi ufficiali in campo. La mossa può portare dei frutti visto che Pau potrà avere anche più giochi in post basso giocando centro a tratti, ma non è certo la situazione preferita dallo spagnolo. Di certo le seconde linee hanno più punti nelle mani ora, ma è tutto da vedere. 
La possibilità che, se ci saranno acquirenti validi Gasol si muoverà da Los Angeles, sembra divenire sempre più prossima alla certezza.
Forse non aver fatto prima questa mossa può denotare fiducia nello spagnolo ma anche sfiducia a D'Antoni. Se il coach l'anno prossimo non siederà più sulla panca losangelina, si aprirebbero nuovi scenari e forse Pau potrebbe essere rivalutato. Ma si pensa all'oggi e quindi è più facile vedere Gasol cedere il passo al nuovo che arriverà.

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