I fatti, i momenti, gli eventi, gli aneddoti che si verificano in una settimana di NBA sono tantissimi ma alcuni di loro sono più significativi o più singolari di altri, quelli che possono da soli rappresentare in sintesi quanto è accaduto in quei giorni. Terminata anche l' undicesima settimana di regular season, visto l'arrivo della Domenica, si torna con la settimana NBA da 1 a 10, più una variabile jolly a seconda di quello che succederà nei 7 giorni.
Due mesi, minimo, dovrà stare fuori Love e sempre due,
massimo, il tempo ai box per Varejao. I due lunghi hanno subito entrambi degli
infortuni in questi giorni. Gravi perdite, soprattutto Love che era tornato da
poco e si è rifatto male alla mano che lo aveva costretto allo stop di inizio
stagione. Sfortunatissima Minnesota che sembra stia percorrendo le orme di
Portland di qualche anno addietro dove gli injury erano all’ordine del giorno.
Dopo Roy e Rubio riecco fuori anche Love. Injur(ia) time.
Tre i secondi in cui la palla gironzola sul supporto che divide
il tabellone ed il cerchio del ferro per poi… assestarsi lì. Un evento, un
effetto di bilanciamento davvero raro, accaduto nella gara tra i Suns ed i
Bucks, a seguito di un appoggio sotto canestro di Jermaine O’Neal mentre veniva
marcato da due di Milwaukee. Ecco a cosa ci si riferisce con rimanere "impallata"...
Quattro i giocatori di Portland che, contro i Magic, hanno
chiuso in doppia doppia: Aldridge, Batum, Hickson e Lillard. Poco da dire, i
Trail Blazers ogni anno riescono a ricostruire una signora squadra anche quando
devono smantellare un team che oggi avrebbe visto Roy e Oden, se la squadra non
li avesse persi per infortuni gravi. Questa volta Portland per risollevarsi si
è fatta in quattro.
5° giocatore a superare i 10000 assist in carriera. Parliamo
di Steve Nash, che nelle gara contro i Rockets di questa settimana, ha tagliato
questo speciale traguardo. Gli altri quattro sono Jason Kidd, Magic Johnson,
Mark Jackson e John Stockton.
Sei L per i Lakers, consecutive. Non succedeva dal 2007 che
ne perdessero almeno 5 di fila. E’ vero che giocare due partite con Sacre
centro non è il massimo (per via di alcuni acciacchi di Howard e Gasol) ma è
anche vero che sono una squadra troppo “vecchia” per fare il gioco in velocità
che predica coach D’Antoni. Da valutare se Mike troverà un modo per attenuare
questi difetti strutturali del suo gioco vista l’età media nel roster e se farà
anche qualche altro accorgimento, perché certamente il problema non è solo
quello. A Los Angeles stanno giocando malino. I Lakers però, perché dall’altra
parte di L.A. è tutta un’altra storia.
Sette uomini oltre i 15 punti per i Nuggets nella gara
contro i Magic. Una partita che dimostra per l’ennesima volta quello che si
dice da tempo, ovvero che la squadra del Colorado abbia come punto di forza il
collettivo e non le individualità. Stesso Gallinari ha affermato come ogni sera
potrebbe esserci un go-to-guy differente a seconda di chi quella sera è più in
forma. Quella sera erano tutti in forma però.
Otto ad un Kevin Garnett in versione playmaker. In un’azione
contro i Suns, la squadra si è sistemata con lui da 1. Il lungo di Boston ha chiamato
il gioco e ha fatto segnare Jeff Green con un suo assist, dopo che quest’ultimo
aveva fatto un taglio verso il canestro. “Prove per l’ASG”, Shaq insegna.
Nove ai Warriors nella settimana in cui si chiudono le
votazioni per l’All Star Game. Golden State è vero è stata per lunghissimi anni
detentrice del gioco più squilibrato della lega, con incetta di guardie e
difesa inesistente, ma è anche vero che per anni, quando si parla di ASG, i
suoi giocatori sono sempre nel dimenticatoio. I Warriors ora sono un’altra
squadra, mostrano anche una bella capacità difensiva ed hanno un gioco che, se
continuato anche nelle gare seguenti, gli consentirà di raggiungere
tranquillamente i playoff.
Dieci le triple infilate da Mario Chalmers su tredici
tentativi. Il play degli Heat ha segnato così in quella partita il suo career
high con 34 punti a referto. Per una sera è stata la squadra a cercare il play
e non viceversa come ha ammesso James ai microfoni “Abbiamo provato a cercarlo”.
Numero jolly: 14 le gare consecutive di James Harden con 25
o più punti. Striscia finita questa settimana contro i Celtics segnandone…24.
Ha comunque ha fatto registrare il record franchigia per i Rockets. A seguire
abbiamo Malone con 13 gare di fila. Harden, Houston lo aspetta all’ASG.
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