Ma invece di essere la stagione migliore, quella del "Mago" si è tramutata nella sua peggiore stagione, un'effetto della bilancia totalmente imprevisto che ha stravolto tutti i piani e ad oggi più che punto di forza sembra essere punto di domanda se non addirittura problema più spinoso.
Le nefandezze del Bargno sul campo di gioco hanno continuato ad essere esposte, il gioco di squadra non decollava e le gare con lui in campo erano targate per lo più da "L". Ovviamente le colpe non erano solo le sue, ma per molti è diventato il capro espiatorio soprattutto quando i Raptors hanno cominciato ad inanellare una discreta serie di vittorie senza di lui in campo e cavalcando per la maggiore gli esterni. Già si parlava di Andrea come di un possibile partente verso Dicembre, ma i mesi dell'infortunio sono stati la zappa definitiva. L'arrivo di Gay, i tifosi che lo hanno fischiato, un sistema di gioco che sembrava forzasse il suo reintegro negli schemi, coadiuvato con la "morbidezza" (che gli è sempre stata additata), lo hanno fatto diventare l'uomo da scambiare. I Raptors che hanno sempre creduto in lui però, non lo hanno voluto far partire per pedine di basso valore ed allora hanno scelto di attenderlo, cercando di recuperarlo, cercando magari di rimettere in carreggiata un giocatore con delle doti che non si trovano in qualsiasi ragazzo per strada e che magari con Casey si sarebbero potute anche sviluppare (nella teoria) al meglio.
Ma di nuovo una mannaia, un nuovo stop forzato che questa volta lo bloccherà fino alla fine della stagione, con i canadesi che forse hanno già visto il ragazzo italiano giocare per l'ultima volta con la loro maglia. Un possibile addio a quei colori che gli ha dato tanto ma che possono rappresentare la prima parte del suo film chiamato NBA, con un secondo tempo che deve ripartire dopo la pausa. Certo deve lavorare tanto su quegli aspetti di gioco triti e ritriti dove non eccelle, ma ha le capacità per essere sempre protagonista.
Intanto i Raptors si affrettano a sottolineare come il nuovo infortunio coinvolga si la stessa zona ma che non sia minimamente collegato con il problema precedente patito al gomito, segnale evidente di come si stia pensando di piazzarlo nel miglior modo possibile senza fargli scendere quotazioni.
E' vero quindi che in questo momento per Toronto Bargnani è un semplice pedone, pronto ad essere sacrificato per provare a prendere un pezzo di rilievo, ma questo pedone ha le possibilità di "promuovere" e trasformarsi in un pezzo importante della scacchiera, perché magari da qualche altra parte il suo cammino sarà di arrivare fino in fondo per esprimere al massimo le sue potenzialità.
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