I fatti, i momenti, gli eventi, gli aneddoti che si verificano in una settimana di NBA sono tantissimi ma alcuni di loro sono più significativi o più singolari di altri, quelli che possono da soli rappresentare in sintesi quanto è accaduto in quei giorni. Terminata anche la diciottesima settimana di Regular Season, si torna con la settimana NBA da 1 a 10, più una variabile jolly a seconda di quello che succederà nei 7 giorni.
1ª parte della magica notte del 28 Febbraio (orario italiano,
sera del 27 in America). A livello di prestazioni ed eventi è stata sicuramente
la migliore nottata della stagione 2012/2013. Così tante cose che racchiuderle
in un solo punto è davvero riduttivo ed esalta poco ogni prestazione. Per
iniziare, uno è anche il solo punto segnato dagli Spurs in tutto l’O.T. contro
i Suns, che è costato ai texani la L ovviamente, era difficile fare meno di un
punto... E’ stata poi la notte dei record personali a rimbalzo. Sia Omer Asik
che Tyson Chandler hanno aggiornato i loro career high, rispettivamente con 22
e 28 carambole prese in una singola gara. Ed è solo l’inizio di questa lunga
nottata…
2ª parte della magica notte del 28 Febbraio. Dopo i rimbalzi
personali, altre due statistiche sono state aggiornate: Brandon Knight ha messo
a referto 32 punti nella partita contro i Wizards, segnando il suo personale
career high in termini di punti. Dalle parti del Tennessee intanto, Memphis ha
recuperato un gap di 25 punti contro i Mavericks ed è andata a vincere la
partita. Con questo recupero il team ha settato il nuovo record franchigia. E
non è ancora finita, anzi…
3ª parte della magica notte del 28 Febbraio. Tre sono anche le
triple doppie di Kevin Durant in carriera, fatte tutte in questa stagione. In
particolare ci ha preso gusto ultimamente firmandone due nell’arco di quattro
gare. Ovviamente una anche nella notte del 28. 18 punti 11 rimbalzi e 10
assist, il tutto giocando solamente 27 minuti (!). Non si sono fatti mancare
nulla neanche in quel di Houston, nella gara contro i Bucks. Infatti Ellis ha
zittito tutti gli spalti facendo vincere i suoi con un buzzer beater da una
posizione proibitiva tirando anche in torsione. E manca ancora un’ultima parte,
che ritroveremo fra un po’, quella più risaltante tra tutte…
Quattro le settimane che dovrà stare fuori Tony Parker dopo
aver rimediato una distorsione alla caviglia sinistra nella partita contro i
Kings. Dovrebbe tornare appena in tempo per riprendere la forma in qualche
partita di RS prima che inizino i playoff. Anche un altro giocatore si è
infortunato..o meglio non hai smesso di esserlo: Andrew Bynum. Stava per
tornare e si è risentito di nuovo dei fastidi al ginocchio destro. Si sta
pensando di operarlo nuovamente. Considerando che l’obiettivo playoff è di
difficile attuazione, sarebbe anche sensatissima come scelta. Basta che poi
finisca una volta per tutte…
Cinque le sconfitte consecutive
dei Bobcats. Uno dei tanti motivi per cui Charlotte stenta moltissimo ce lo
offre in gentile concessione Utah. Nella partita contro i Jazz infatti, quest’ultimi
hanno preso 62 rimbalzi complessivi mentre i Bobcats soli 24 (!).. Ad un certo
punto del terzo quarto il solo Kanter aveva racimolato 17 rimbalzi, tanti
quanti ne aveva presi tutta la squadra di Charlotte fino a quel momento …
Sei politico agli sfortunatissimi
Timberwolves. Nella partita contro Portland (giornata speciale per Brandon Roy che
si è preso una grande standing ovation dai suoi “ex supporter”) Minny ha fatto
ben capire perché quest’anno per loro è andato tutto diversamente da come ci si
aspettava che andasse. I minuti in campo si sono dovuti gestire fra Gelabale,
Chris Johnson e Stiemsma che con tutto il rispetto sono decisamente seconde
linee da pochi minuti in campo. Questo perché Kirilenko, Love e Pekovic si sono
andati ad aggiungere al sopracitato Roy tra le indisponibilità, ancora una
volta. Senza dimenticare che Rubio invece è tornato da poco ma che non è stato
esente da acciacchi durante l’anno. Paradossale che questo discorso venga fatto
proprio contro i Blazers, i numeri uno degli ultimi anni riguardo questo
problema.
Sette le lettere che compongono il
cognome del compianto Guy Rodgers. Lo ha ricordato Noah. Infatti il centro ha
fatto registrare una tripla doppia da 23 punti 21 rimbalzi e 11 stoppate
(record carriera di blocks); non succedeva dal 1966 che a Chicago si facesse
una tripla doppia con almeno 20 in due categorie sulle tre che formano una
tripla doppia. A riuscirci fu proprio Rodgers.
Otto alla reazione di Bryant alla
“provocazione” di Cuban. L’owner dei
Mavs aveva espresso un suo pensiero senza mandarle a dire, come è sua
consuetudine. Ha tranquillamente palesato l’idea che L.A. l’anno prossimo
avrebbe amnistiato Bryant per togliersi dal groppone del salary quei $30
milioni di dollari che Mr.81 andrà a guadagnare l’anno venturo. Il ragionamento
può avere una logica qualora non si parli di Kobe e dei Lakers, altrimenti rischia
di assume i connotati dell’impossibilità per quello che Bryant rappresenta e
che soprattutto rappresenta per Los Angeles. Kobe senza mezzi termini ha
risposto sul campo trascinando i suoi alla W contro i Mavs con 38 punti 12
rimbalzi e 7 assist. Dopodichè su twitter ha solo aggiunto “AMNESTY THAT” . Per
il “classicissimo” passare… dai fatti alle parole.
Nove settimane circa è durata la
decisione di Fisher di lasciare l’NBA per stare più vicino alla famiglia,
lasciando così Dallas in itinere. La voglia del parquet e la chiamata dei
Thunder però sono state troppo forti per tappargli le ali ed in questi giorni
il play ex Mavs ha segnato con il team di Durant. Tutto tranquillo se non fosse
che giustamente Cuban e soci si sono molti innervositi riguardo la vicenda,
visto che hanno espresso il loro disappunto sul fatto che Fish non li abbia sentiti,
in vista di un suo ritorno. Non ci vuole una scienza per capire che Fish voglia
rituffarsi in acque che gli consentano di poter nuotare fino alla corrente
chiamata Finale NBA.
Dieci alla quarta ed ultima
parte della notte del 28 Febbraio. Interamente dedicata a quello che ha
fatto il folletto Stephen Curry. Il play dei Warriors ha messo a segno una
prestazione memorabile nell’arena più famosa del mondo: il Madison Square
Garden. Ha scollinato quota 50 punti al Madison, mettendone a segno 54, una
prestazione che solo due giocatori hanno saputo superare nella storia, tale
Michael Jordan (55) e tale Kobe Bryant (61). Di particolare rilevanza il fatto
che non sono bastati per vincere, visto che il resto della squadra ha prodotto
complessivamente meno punti di lui da solo. 54 dei 105 punti finali infatti,
sono di Curry, mentre il resto del team ne ha fatti 51. La prestazione
sensazionale è arrivata soprattutto grazie alle 11 triple su 13 tentativi di
Stephen. Record franchigia.
Numero jolly: 21 punti in 22
minuti per Salmons contro i Magic, in una delle pochissime giornate in cui lui
e i Kings hanno giocato abbastanza bene. Dopo tante partite altalenanti (non a
caso la volta successiva ha messo a referto soli 3 punti) la notte dei record
del 28 Febbraio ha aiutato anche lui. Salmons per una volta è andato
controcorrente.
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