E' dietro a questo che ha inizio il calvario dell'MVP del 2011, fatto di dolori come da lui stesso dichiarato, di un'attesa logorante e coadiuvato poi da fisioterapia costante. Ma nel cammino di ripresa, Rose ha imparato a conoscere altri modi per provare a migliorarsi, ovvero analizzando se stesso nelle partite, guardando gli altri e cercando di carpire i vari segreti di ognuno, ritrovando poi un lavoro muscolare in palestra che gli ha regalato qualche chilogrammo in più che potrà aiutarlo ulteriormente nelle sue già immaginifiche penetrazioni oltre ad una serie infinita di sessioni di allenamento al tiro che di sicuro lo hanno migliorato ancor di più sotto questo aspetto.
Ma per ora i tifosi, gli amanti della disciplina ma molto probabilmente lui stesso, non pensano a questo, si pensa solo a capire quando sarà il momento giusto per tornare, quando il suo fisico risponderà alla perfezione ai disegni di movimenti immaginati nella mente. Rivedere Rose anche solo nel riscaldamento pre partita a mettere a segno qualche tiro è già un passo avanti notevole, un motivo per far riaccendere stampa e microfoni alla caccia spasmodica del minuzioso particolare che permetta di seguire al dettaglio passo per passo il recupero del giocatore. Una catalizzazione tale, capace di adombrare il giocato in campo, già di per se da seguire non foss'altro per essere generatore e fonte di molte storie.
Ad oggi, la paura di molti risiede nelle aspettative sul ritorno completo della sua esplosività, ma questo sarà da sperimentare. La ripresa degli allenamenti soprattutto con l'inclusione di possibili contatti, cerca di far perdere il normale timore di un nuovo infortunio. La presa di coscienza avverrà solo prendendo falli magari anche in aria, ricadendo dopo un gran salto a canestro. E' per questo che Rose, seppur sia in discreta forma deve attendere di essere più che al 100% per tornare in campo, in modo da avere la certezza di aver fatto tutto il necessario senza correre inutili rischi che magari spaventerebbero tutti, questo solo per aver voluto accelerare. Potrebbe chissà anche non rientrare quest'anno, ma la certezza è che a Chicago sono pronti a riprendere a pensare in grande, perché nello spot l'Adidas non è la veggente, bensì è una narratrice che ha creato un finale che guarda al futuro ma è già scritto da adesso. La folla attende solo il momento giusto per esplodere.
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