Stanotte, dopo una pausa durata quasi una settimana, riparte il torneo NCAA. Si entra nel vivo, cominciano le Sweet Sixteen, ovvero la terza fase del tabellone, quella delle migliori 16 squadre collegiali di quest’anno. Da qui in poi inizia quasi un nuovo torneo, dove gli animi dei tifosi si scaldano come mai avevano fatto in questa stagione, dove la tensione non te la puoi permettere, perché se sbagli la gara sei fuori perché questa volta non te la puoi cavare con qualche team abbordabile e non esiste una serie in cui se sbagli la prima puoi recuperare.
Come da pronostico, le tre formazioni più quotate sono rimaste in corsa e l’unica testa di serie meno forte, Pittsburgh, è uscita per mano di Butler, un sospetto sempre meno difficile da credere da quando Brad Stevens allena i Bulldog (ecco il video della gioia post W http://www.youtube.com/watch?v=urFP3X2TAWs) . Kansas, Ohio State e Duke, come detto, sono andate avanti e con Butler sono solo quattro dei 16 team che si contenderanno il titolo di campione.
In realtà altre tre o quattro outsider ci sono, vediamo dunque di analizzare il percorso che tutte queste, apparentemente con maggiori chances delle altre, hanno fatto e devono fare. Ecco le migliori (sempre sulla carta), ai nastri di partenza per lo Sweet Sixteen.
Ohio State: Insieme a Duke, la grande favorita, per via dell’alto livello degli incontri che hanno disputato durante l’anno. Fino ad ora, da quando hanno iniziato il torneo NCAA non hanno ancora incontrato team in grado di testare in maniera significativa il loro valore sotto pressione. UTSA e GMU non erano certo tra le migliori ma gli ampi margini con cui hanno vinto, fa capire comunque qualcosa, soprattutto che possono contare anche sulla difesa. In più c’è Jared Sullinger, non proprio poco. Ora arriva Kentucky, finalmente si fa sul serio.
Kentucky: Classico esempio di come c’è il rischio di rovinarsi la festa dopo averla preparata benissimo. I Wildcats, complice la serataccia del loro leader, del loro play, Brandon Knight, hanno sudato parecchio con una concreta possibilità di uscire contro l’ottima Princeton, già al primo turno. La W è di soli due punti, ma basta per andare avanti ed imparare dagli errori, e migliorare il proprio gioco. Contro WVU è andato decisamente meglio, ma ora c’è Ohio State e qui Knight deve dimostrare la fiducia che gli scout sembrano abbiano riposto in lui. E poi c’è sempre Calipari in panchina…
Marquette: Entra di diritto come outsider perché capace di imporsi prima su Xavier e poi sull’ex team di Carmelo Anthony, Syracuse. Due vittorie che danno morale, basterà per infilare un’altra W, dato che stavolta contro c’è North Carolina? Il primo pensiero non è certo positivo, ma in una gara secca non è detto nulla finchè il campo non sentenzia…
North Carolina: 102 punti sono veramente tanti nel basket collegiale e sono un ottimo spettacolo d’apertura. Anche se la vera forza, la testa di serie numero 2 dell’Est, l’ha mostrata al turno successivo. Washington ha giocato molto bene, a lunghi tratti è stata in vantaggio, ma UNC è sembrata consapevole dei propri mezzi e non si è lasciata prendere dal panico per come si stavano mettendo le cose. Marshall è un buon play, Barnes è determinante e Zeller è una bella aggiunta. La squadra è forte seppur tenda a perdersi un paio di volte l’uomo sull’arco dall’angolo; meglio curarlo entro stanotte, quando incontreranno Marquette.
Kansas: L’unica della SouthWest che sembra in grado di avere le carte in regola per portare a casa il titolo. I fratelli Morris sono una garanzia, sempre più nelle grazie della parte alta delle chiamate nel draft, sicuramente si aggiungeranno alla ristretta cerchia che vede due fratelli giocare in NBA. Sono l’anima della squadra e se continuano così, arrivare alle Final Four non sarà difficile.
Florida State: Menzione di merito va anche a Florida State, capace di dominare contro la testa di serie numero 2, Notre Dame, ma aspettiamo per capire se può rivelarsi una grande sorpresa.
Duke: I campioni in carica non possono che essere ancora i favoriti quest’anno. Il gruppo è compatto ed il gioco lo dimostra, seppur con Michigan non è stata una passeggiata, anzi. Già Singler è una garanzia di successo, ma Duke è molto altro, ha un gruppo folto, per questo la prossima sfida contro Arizona sarà un ottimo test per capire se si potrà puntare al bis.
Arizona: Due vittorie al cardiopalma, ma due vittorie. Questo vuole solo dire che sanno come giocare i minuti caldi e se riescono a portare la gara punto a punto contro Duke, sapranno come comportarsi…
Butler: Già stata citata prima. Si può solo aggiungere che le W portano altre W soprattutto se il morale è alto ed il loro lo sembra molto. Wisconsin è largamente alla loro portata devono solo giocare come hanno fatto finora.
BYU: Le sorti del team hanno un nome ed un cognome:Jimmer Fredette. Se continua a giocare come sa fare, ovvero punrire ogni scarico, crearsi tiri, rubare palloni e correre, allora Brigham Young può ancora sognare, però se lui non gira ne risente tutta la squadra. Da quelle parti sperano solo che non incappi in una giornata no, se succede per vincere servirà un resto di squadra molto ispirato.
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