"Se lo schiererò titolare, sarà per testarlo in maniera definitiva a questo ruolo". Queste erano le parole di Frank Vogel alcune ore prima della partita contro Toronto, quella che ha sancito di fatto la vera esplosione di Tyler Hansbough, che da lì in poi non ha fatto altro che mettere continuamente in mostra le sue doti (peraltro già intraviste ma mai in questo modo).
Non proprio una bocciatura al buon Josh McRoberts, ma una promozione ai progressi fatti dall'ala ex stella a North Carolina che è cresciuto esponenzialmente in alcuni aspetti del suo gioco.
Con Hibbert a presidiare le aree, serviva qualcuno che sapesse prendersi con costanza il tiro dalla media, McRoberts è uno dei pochi lunghi bianchi non tiratori ma molto atletici. Tyler che conosceva parzialmente il fondamentale (prima era più meccanico ed innaturale nel movimento, ora è di gran lunga migliorato), ci ha lavorato con costanza e questo gli ha permesso di prendere più considerazione dal coach, fino a raggiungere i risultati attuali di minutaggio e responsabilità.
In una squadra con tre ruoli già assegnati e molto ben ricoperti (play-ala piccola-centro), i restanti due ruoli erano facilmente opinabili e soggetti a variazioni possibilistiche senza problema alcuno.
E qui Hansbrough ha saputo insersi perfettamente.
Sfruttando il fatto che il miglior difensore avversario nel pacchetto lunghi prendesse in consegna Hibbert, Tyler è divenuto un realizzatore efficace grazie soprattutto a due aspetti del suo gioco: la tecnica dal post basso e il tiretto dalla media che lo aiuta molto contro centri fisici che però non amano uscire dal pitturato. Punisce il diretto marcatore che non lo segue quando esce dalla parte colorata dell'area per tirare, e sfrutta i movimenti spalle a canestro vari e ben eseguiti.
Considerato non da prime dieci al draft rispetto a quanto fatto vedere al college perchè senza un atletismo debordante e un pò sotto dimensionato e per molti (che si sbagliavano) un giocatore dal poco potenziale coltivabile, sta facendo ricredere i detrattori.
Sta smentendo quelli che lo vedono magari anche un lungo dalle buoni mani, ma non capace di essere una presenza di sicurezza in un area NBA. A dispetto delle lacune fisiche, la sua aggressività e l'eccellente posizionamento (quest'ultimo fondamentale quando il fisico non massiccio non ti aiuta anche se sta curando ciò irrobustendosi un pò con del lavoro personalizzato in palestra), a rimbalzo sa farsi sentire, soprattutto quando il gioco è più stazionario e non deve "scappare" per accompagnare velocemente il contropiede lasciando il solo Hibbert a bearsi della carambola difensiva.
Una buona dote del ragazzone infatti è anche quella di correre agevolmente lungo il campo, aiutando con un taglio a rimorchio la transizione o il contropiede.
Ovviamente bisognerà vedere quanto manterrà la forma o se magari riuscirà a stabilirsi su questi livelli, ma se dovesse riuscirci, ai Pacers si sfregano già le mani, magari in attesa che dal proprio roster sbuchi anche il boom di Brandon Rush, fino a pochi giorni fa ritenuto di gran lunga più credibile di quello dell'ex Tar Heels.Magari non sarà mai la stella di riferimento, con tutta probabilità non gli verrà mai ritirata la maglia come successo al college, ma se l'Hansbrough di questi tempi sarà anche l'Hansbrough del futuro, ad Indiana quattro quinti del quintetto possono anche essere considerati "bloccati" a meno ovviamente di qualche improvviso arrivo che ne scompigli le gerarchie (magari una chiamata a sorpresa dal draft).
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