Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

giovedì 3 marzo 2011

I CAMBIAMENTI DI BOSTON

Da quando fu composto il Big Three bostoniano, il team dei Celtics tornò subito sulla cresta della NBA, ergendosi a forza dell'Est e non solo. La crescita poi di Rondo e Perkins ha fatto rimangiare gli scettici su chi fossero i comprimari in grado di dare una mano e su chi si potesse pogiare il team per costruire il futuro, visto l'avanzare dell'età delle proprie tre stelle.

Ma dietro a tutto c'è sempre stata la dirigenza della franchigia di Boston a manovrare il gioco e comporre il puzzle. La scelta di puntare su Rondo, le strategie pensate per costruire una squadra vincente, l'acquisizione di un coach che sapesse mantenere alto lo spirito e motivare i giocatori, ma che soprattutto sapesse dare una personalità al team del Massachusetts, sono state scelte della società.

Una dirigenza che solo pochi giorni fa sembrava aver forse perso un colpo, scegliendo di cedere il forte ma sempre infortunato Perkins e il buon Nate Robinson in cambio di un apridifese come Green e un discreto centro come Krstic. Perso un colpo, perchè in difesa Perkins è uno di quelli che può mettere il fisico contro ogni avversario. Mossa che però ha un significato, visto che in rosa un centro di spessore c'è (se sta bene) ma mancava un lungo veloce e tiratore capace di colpire dalla lunga distanza e far cambiare volto alla squadra, ma che soprattutto non fosse perennemente infortunato. Detto fatto e Kendrick si ritrova con addosso la casacca dei Thunder, smaniosi finalmente di avere un certo peso sotto le plance, loro primo vero cruccio e difetto.

Ma la squadra sembrava leggermente indebolita perchè comunque un cambio in più tra gli esterni sembrava utile ed il pacchetto lunghi in molti pensavano mancasse di qualche cosa considerando poi che i due O'Neal non sono poi una gran garanzia di continuità visto l'alto rischio di infortunio che si portano dietro.

E così senza indugi, ecco dentro due preziosissimi uomini che possono dare una mano, chi più Troy Murphy, chi meno Sasha Pavlovic.
Il secondo sarà utile per allungare la panchina con giusto qualche minuto, il primo grazie allo staff, potrebbe tornare ad avere quell'impatto che aveva fino ad un anno fa quando era un giocatore di Indiana.

A prescindere da come vadano queste due scommesse, la dirigenza si è dimostrata ancora una volta accorta ed intelligente, degna di una franchigia di tal blasone e degna di essere "capitana" di uno dei team che lottano per vincere. E quest'anno le possibilità sono ancora altissime, specie poi se Murphy si presentasse come alleato inaspettato...  

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