Avevano fatto tutto bene, avevano costruito un team che aveva in mano il futuro, una squadra ben collimata tra esperti e giovani dal talento cristallino. In tutti i modi i Blazers hanno provato ad afferrare il loro perfetto operato, attendendo gli infortunati e continuando ad allestire con pedine di pregevole fattura una squadra che più passava il tempo e più si prospettava una big del futuro.
La troncatura a tutto, si sa bene sono stati i due infortuni ennesimi di Oden e Roy che hanno costretto ad un'altra stagione finita il primo e alla fine prematura di una carriera in divenire del secondo.
Ora a Portland non sperano nella fortuna ma solo di non avere questa sfortuna che li sta tediando in continuazione.
Il taglio di Oden ed il ritiro di Roy alla fine hanno portato i Trail Blazers a spegnere il lumino della speranza di riavere la loro coppia del futuro e li ha costretti a pensare ad un nuovissimo progetto.
La chiave di questa scelta è stata la cessione di Gerald Wallace, ma non solo.
Il progetto è già cominciato senza perdere tempo e facendo già le prime mosse giuste. Wallace aveva valore sul mercato e la squadra ha cominciato cedendo lui per ripartire su nuove basi.
La prima tecnica adoperata è stata un piccolo colpo di genio. Come accennato in un post passato, i Blazers hanno preso sul mercato alcuni giovani dal buon potenziale ma in scadenza di contratto. Questo gli permetterà di "studiarli" da vicino e selezionare con i propri criteri chi sarà degno di essere riconfermato e magari guidarlo verso l'esaltazione del potenziale. Il buon Flynn, l'acerbissmo Thabeet e il mai scoppiato Hickson rispondono alla descrizione siffatta.
Poi il fulcro della ripartenza: la cessione di Wallace. Il giocatore è ancora a livelli abbastanza alti ed aveva mercato. Rimanere non aveva poi molto senso visto che la squadra verrà ricostruita nel giro di almeno un paio d'anni e quindi Wallace poteva solo mantenerla più competitiva ma tanto il salto di qualità non lo poteva far fare, al limite rimanere nello spettro della metà classifica. In cambio dell'ala piccola sono arrivati contratti in scadenza e la speranza di poter avere una scelta molto alta, che verosimilmente sarà o la quarta o la quinta visto che se fosse nelle prime tre sarebbe dei Nets che la hanno protetta almeno nella top three prima di spedirla nell'Oregon. L'errore a parere personale madornale dei Nets (soprattutto in questo draft così ricco) potrebbe
essere una spinta alla ricrescita più veloce dei Blazers.
Questo perché quelli della "Rose City" hanno anche la loro personale prima scelta che sarà attorno alla decima-dodicesima chiamata se la stagione finisse oggi.
Scegliendo oculatamente le chiamate (o la chiamata) già si avrebbe una potenziale star da far crescere, da aggiungere ai due nuovi pilastri Aldridge e Batum e all'eventuale rifirma di Flynn ed Hickson. In più c'è Wesley Matthews un solido giocatore più che utile alla causa.
Una base già solida su cui ripartire, considerando poi che lo spazio salariale per agire questo od il prossimo anno sul mercato free agent, sarà discretamente sgombro in modo da poter piazzare qualche colpo di livello.
In più non dimentichiamoci che lo staff è sempre riuscito a piazzare discreti colpi per rinfoltire la panchina o tamponare eventuali buchi e se anche uno solo tra Luke Babbitt, Nolan Smith ed Elliot Williams riuscisse a portare contributi maggiori si troverebbe già un comprimario utile al ri-allestimento.
Il cambio di panchina è un nuovo monito alla ristrutturazione anche se Nate McMillan ha sempre fatto un buonissimo lavoro, ma ha pagato soprattutto il fatto che la squadra sembrava non seguirlo più completamente ed il fatto che creare un nuovo corso spesso significa anche fare scelte pesanti.
Nell'Oregon hanno l'ambizione di divenire grandi, le possibilità e la competenza per riuscirci. Stavolta sperano di rifare tutto bene e di non avere i remi delle avversità che vogano controcorrente.
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