Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

mercoledì 1 maggio 2013

Finché c'è Bryant c'è speranza? Quale futuro per i Lakers?

Se a Los Angeles sponda giallo viola ci si gira, ci si guarda alle spalle, tutto quello che la stagione le ha portato è stato uno sweep, peraltro tranquillamente pronosticabile. Una squadra che era stata costruita per rivincere subito e che, nel corso della stagione, complici tante problematiche, si è ritrovata a lottare per i playoff e ad uscire ingloriosamente subito, alla prima occasione disponibile. Ci si poteva aspettare la reazione, ci si poteva aspettare almeno una gara d'orgoglio portata a casa, ma l'ipotesi di un secco 4-0 nessuno poteva scartarla a priori.
E adesso che i Lakers sono ufficialmente in vacanza, anzi, per meglio dire sono ufficialmente proiettati alla prossima annata, cosa c'è da aspettarsi per il loro futuro?

Il salary cap è ingolfato almeno per un'altra stagione, Bryant è fermo ai box e nonostante la sua ferrea convinzione di riprendersi per l'inizio della prossima stagione, i tempi di recupero sono comunque non perfettamente quantificabili soprattutto in relazione alla completa guarigione; quello che doveva essere il trampolino di lancio, l'uomo in più che avrebbe aiutato il team a risalire l'Olimpo, ovvero Dwight Howard, non ha assolutamente inciso quanto avrebbe potuto e dovuto fare e ad oggi le possibilità che che se ne vada sono elevatissime.
Nash, complici i problemi fisici, non ha potuto dimostrare di essere ancora uno dei migliori play della Lega e bisognerà vedere se l'anno prossimo sarà il clone di quest'anno o si riprenderà: un'incognita. Se ciò non bastasse l'ottimo Pau non riesce a quadrare nei giochi di D'Antoni, il quasi sicuro riconfermato coach per la prossima Regular Season.
Uno scenario distruttivo se poi ci si aggiunge il fattore età media elevata dei giocatori importanti e soprattutto nessun giovane lanciato pronto a prendersi il quintetto e divenire un fattore per il futuro della franchigia.

Ma in questo contesto come si muoveranno i Lakers? Il loro futuro sarà vincolato ad anni di ricostruzione o c'è una seconda via per evitare l'oblio di anni di scarse vittorie?
Mai come in questa franchigia, la capacità manageriale di fare scelte sagge sarà l'ago della bilancia. A tal proposito inserire uno come Phil Jackson nella combriccola "salva Lakers" sarebbe opportuno, ma questa è un'altra storia. Per ora bisogna limitarsi ad osservare il fatto che se non si vuole finire nella ricostruzione totale tra un anno, le uniche mosse salvifiche da fare sarebbero una sign and trade per ricavare qualcosa se Howard si vuole necessariamente accasare altrove e provare a cedere Gasol per guadagnare qualche giovane e scelte per quel draft del 2014 che sarà ricco di talento.
L'infarcita di giovani e scelte sarebbe probabilmente l'ideale mossa da fare ma con l'oculatezza e l'occhio nello scegliere. Magari un annetto, forse due, saranno un pò sottotono, ma ci sarebbe la nuova base su cui ripartire per sognare in grande.
Ovvio se Howard dovesse rimanere si può passare almeno per un attimo la mano sulla fronte e ricalcolare tutto, ma bisognerà vedere se Dwight sceglierà di non fuggire dalla seppur accogliente California losangelina.

Finché c'è Bryant c'è speranza, si potrebbe aggiungere, questo perché Kobe seppur sarà portatore di un contratto pazzesco, è non solo garanzia e sicurezza di qualità in campo (appena tornerà) ma è anche garanzia di un progetto Lakers che punta al più alto obiettivo possibile, tardando, comunque la si voglia vedere, la "ricostruzione". 

Di sicuro l'estate e l'anno venturo faranno capire fin dove i losangelini possono sperare di non cadere nel baratro perché si può ancora provare a riprendere in mano la situazione, ma bisogna farlo nel miglior modo possibile e soprattutto bisogna farlo subito.

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