Due le giocate extra-ordinarie viste in questa settimana di semifinali. Parliamo di giocate "particolari" che non si vedono tutti i giorni. La prima ce la regala Tony Parker che dopo essere penetrato nel cuore dell'area dei Warriors, in un momento di squilibrio si ritrova a provare un tiro in caduta e girato su un lato, la palla prende una bella parabola e, con l'aiuto della tabella, entra comodamente nella retina. L'altra è di Reggie Jackson. Ebbene si il play da semisconosciuto timbra il biglietto dell'NBA da 1 a 10 per ben due volte questa settimana, della serie "two is megl che one". In un suo contropiede coast-to-coast prima elude con un dietro schiena un difensore dei Grizzlies, poi Tony Allen si lancia, letteralmente, per prendere la palla che Jackson aveva mandato un pò più avanti dopo il dietro schiena. Il play dei Thunder è più svelto, prende la palla e lo scavalca saltandogli sopra, per poi chiudere con un lay-up.
Tre le partite da 48 minuti di minutaggio per Butler in cinque giorni (prima della sciagurata gara di stanotte, dove ne ha giocati comunque 45), che salirebbero a quattro nelle ultime sei gare. Unico "neo" prima di stanotte, la gara ampiamente persa dai Bulls contro gli Heat, in cui, visto il match già segnato per via del grosso scarto in termine di punti, Thibodeau gli ha dato 31 minuti. Cifre che comunque colpiscono moltissimo, infatti Butler manco fosse il Kobe Bryant di questi ultimi tempi sempre costretto a tanti minuti in campo, sta ricevendo minutaggi pieni su minutaggi pieni. Visto che non è proprio Kobe, il motivo risiede in realtà nella reale mancanza di alternative in squadra. Non può rifiatare semplicemente perchè non c'è nessuno nel roster attivo che secondo Tim possa calcare il parquet per sostituirlo dato che quelli che ci sono, sono indisponibili.
4° giocatore nelle ultime 25 stagioni a fare 25 punti 10 rimbalzi e 9 assist in una gara di playoff vinta giocando fuori casa. Il soggetto è Mike Conley e gli altri quattro sarebbero: James, Jordan e Baron Davis.
Cinque per lato le dita delle mani, quelle che James si è visto recapitare sul proprio petto da Nazr Mohammed. LeBron, nonostante non sia proprio un fuscello, anzi, è caduto con facilità. Farlo cadere così spiega bene la forza e la rabbia di Mohammed del momento. E quella è stata solo una delle scintille che si sono succedute nell'arco della partita tra Heat e Bulls. Per fortuna la rissa sarà anche stata sfiorata più volte ma più volte è stata placata sul nascere. E' vero che nel club esclusivo chiamato playoff, queste cose possono succedere anche più che in RS, ma sarebbe bene che i fight club si lasciassero ai film.
Sei le partite giocate da Paul Pierce in questi playoff. E potrebbero essere le ultime. Infatti dopo la velocissima uscita dalla post season dei suoi Boston Celtics, il capitano probabilmente ha riflettuto sul suo futuro e lo sta ancora facendo. Al momento si vocifera che stia pensando di non esercitare l'ulteriore anno che ha nel contratto. Se opterà per questa soluzione si ritirerà, perchè non ha intenzione di indossare nessun'altra maglia dopo quella dei Celtics.
Sette mesi di gare tra preseason e regular season. Questo è il tempo che sembra essere la durata dell'esperienza di Mayo ai Mavs. La guardia pare intenzionata a non esercitare la player option in modo tale da divenire free agent quest'estate. In questa settimana si è già mossa Minnesota, la quale ha rilasciato ufficialmente Roy per i suoi cronici problemi alle ginocchia che sono tornati a frenarlo tutta questa stagione. Dunque Mayo sembra l'identikit preferito dalla franchigia per riempire questo nuovo posto vacante.
Otto triple su nove tentativi, tanto ha fatto Klay Thompson in gara 2, aiutando i Warriors ad ottenere la prima delle due W finora conquistate. Record franchigia nei playoff in questa speciale statistica. Specialista del bucato fuori casa: Klay, ottimo direi.
Nove i punti segnati in tutto il terzo quarto dai Chicago Bulls in gara 4 nella serie contro gli Heat, minimo storico della franchigia nei playoff. Questo è solo uno dei tre record negativi che Chicago ha portato a casa nella sonora sconfitta di gara 4. Infatti con soli 65 punti in totale, hanno anche aggiornato il loro più basso score in un'intera partita ed hanno fatto altrettanto con la percentuale al tiro: 25,7... Chi va piano...perde.
Dieci a Golden State, ad Indiana e a Memphis. Leggendo il tabellone si poteva immaginare che le semifinali sarebbero state meno facili di quanto la carta potesse lasciare trasparire, ma addirittura passare in vantaggio (Indiana e Grizzlies) e giocarsela alla pari facendo quasi credere ad alcuni che quelli della Bay arena possono divenire i favoriti a favore degli Spurs (Warriors), va oltre le aspettative. Se si analizza bene, Memphis gioca contro una formazione menomata di Westbrook, gli Spurs giocano contro un team che è solito dare molti grattacapi a formazioni che hanno leader non proprio giovanissimi e i Pacers hanno degli squisiti difensori che possono placare il non gioco di gruppo dei Knicks. Seppur tutte queste attenuanti era comunque difficile prevedere un 3-1 per Memphis, un 2-1 per i Pacers (qui era più facile però loro giocano sempre senza la loro prima stella, Granger e Carmelo era nel suo miglior periodo di forma dell'anno) ed il 2-2 tra Warriors e Spurs. Dieci a loro dunque, che ci stanno regalando grandi colpi di scena alle semifinali, rendendole decisamente meno prevedibili. Basti immaginare che fra qualche giorno potremmo tranquillamente ritrovarci a parlare di una Finale di Conference tra Memphis e Golden State...
Numero jolly: 14-1. Questo è il bottino dei Grizzlies negli ultimi tre mesi tra le mura amiche. Un fortino che che a quanto pare è anche anti-Tuoni...
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