Ed è proprio da Ray Allen e dai vincenti 2011/2012 che bisogna ripartire e da quella sfida Miami-Boston che è stata una delle tre gare inaugurali svoltesi nella notte. Dopo le celebrazioni inneggianti alle ultime Finals, con la consegna degli anelli a quelli di Miami, è iniziata la gara. Il grande ex è Ray Allen salutato freddamente da alcuni compagni, al contrario invece della sua mano, calda, che ha sfoggiato sin da subito. Un match che oltre ad essere la prima esibizione valevole di qualcosa in questa nuova stagione, segna anche dei primi punti di riferimento. Gli Heat difendono da subito il loro status di squadra da battere e lo fanno giocando come promesso, spingendo possibilmente il contropiede, velocizzando quando possibile la manovra, regalando colpi di classe e sottolineando come il proprio trio sia da subito pronto a dominare, trio che però ha anche un forte Ray Allen in più. Boston ha cominciato a dare segnali di alchimia di un roster comunque in parte cambiato ma che nel corso della stagione migliorerà in chimica. La voglia di Rondo di sfondare è emersa, più che mai che contro gli Heat e seppur Barbosa ha monopolizzato le attenzioni coi suoi 16 punti in 15 minuti che inneggiavano ad una rimonta mai concretizzata, si deve solo ribadire quanto ormai è oggettivo, Rondo è senza dubbio l'uomo che con le sue prestazioni sancirà quanto possano spingersi questi Celtics.
Ma non solo Heat-Celtics, anche altre due sfide si sono consumate stanotte. Se si parla di prestazione individuale della serata, si deve parlare di Anderson Varejao. Al di là dei marziani James e Wade, delle giocate di Rondo, ma anche della buona gara di Gasol e dell'eccellente Kyrie Irving, la prestazione del brasiliano è stata sublime ed è stata individualmente la migliore.
Con tutta la grinta possibile, i tagliafuori energici e sfruttando dal lato tecnico-tattico spaziature e tagli verso canestro, Varejao è stato fondamentale da ambedue i lati del campo, ha pareggiato il record franchigia per rimbalzi offensivi catturati (12, 23 totali) e segnato la prima quasi tripla doppia dell'anno. A fine gara coach Byron Scott era "scontento" per lui tanto da dichiarare che voleva dall'arbitro 5 minuti in più di gara al fine di far aggiungere quel punto e quell'assist mancanti alla realizzazione della triple double.
Ma a parte tutto Cleveland ha vinto, ha portato a casa anche il buon esordio di Waiters e tatticamente parlando quello che voleva, più spazio e soluzioni per Irving (da testare però contro avversari più consistenti). D'altro canto le assenze pesanti di Nené e Wall (oltre a Seraphin) di certo hanno menomato di tantissimo la squadra, che comunque ha retto il confronto nonostante perdesse sistematicamente molti tagli soprattutto in back door.
Ma la serata è stata anche oggetto della sfida Mavs-Lakers, coi losangelini ancora in cerca di una vera identità che vanno a perdere contro una Dallas seppur molto ben organizzata, comunque priva di un certo Nowitzki. Nonostante i lunghi abbiano dato il loro, Bryant ha riempito la retina con costanza (anche se a volte con giocate un pò troppo egoistiche) c'è da lavorare sul gioco di squadra e soprattutto sulle rotazioni difensive. La sensazione è che c'è bisogno di tempo perché il team si esprima al meglio (e c'è bisogno di tutt'altro Nash), mentre nelle fila Mavs gli innesti si sono subito catapultati nella nuova realtà. E' solo la prima gara ma partirà dalla mentalità il primo miglioramento, da quella convinzione derivata dalle forti aspettative che gravitano attorno ai Lakers.
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