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sabato 13 ottobre 2012

Gli Spurs: Non è ancora il momento dell'ultimo canto del cigno

Quando chiudi la regular season con un record di 50 W-16 L e la tua stagione si spegne contro gli energici e talentuosi giovani dei Thunder, il tuo obiettivo è senz'altro quello di provare a calcare la mano sul tuo gruppo ben amalgamato e trovare qualche giusta mossa per azzerare l'handicap verso i campioni della Western Conference.
Questo presupposto è poi fortemente rafforzato se hai in squadra un paio di grandi star non più giovanissime su cui comunque vuoi continuare a puntare fino all'ultimo.
Questo è ovviamente il caso dei San Antonio Spurs che, fin quando Duncan e Ginobili (oltre a Parker che però è un pò più giovane), daranno garanzie, si punterà sempre a reggere le posizioni di alta classifica senza pensare minimamente alla ricostruzione. 
Ricostruzione che in casa Spurs in realtà sperano di non fare nel modo classico, quello dell'azzeramento con conseguenti stagioni di gavetta per far crescere i giovani. Il progetto di San Antonio infatti prevede l'inserimento di ragazzi giovani che si adattino al team anche senza fretta ma che man mano crescano fino a diventare punti di forza aggiuntivi. Non è semplice questa scelta anche perché è difficile pescare qualcuno di buona qualità quando la scelta al draft è praticamente sempre fuori lotteria e quando si punta su qualche internazionale di livello ma di difficile interpretazione per il possibile impatto tra i pro americani.

Ma se c'è una franchigia solidissima per dirigenza ed etica di lavoro in NBA, quella sono gli Spurs, e quindi possono provare a far ciò. Gli "Speroni" hanno già gettato le basi per provare questa difficile mossa. Kawhi Leonard prelevato da Indiana essenzialmente per George Hill stesso la notte del draft dell'anno passato, DeJuan Blair arrivato alcuni anni or sono, buon giocatore mai uno su cui puntare come primaria scelta ma player di complemento che può anche migliorare per affidabilità. La speranza è che poi almeno un paio tra i vari Patrick Mills, Gary Neal, Cory Joseph e Nando De Colo si trasformino in giocatori affidabili con cui rimpolpare e rafforzare la panchina, sostituendo i due blasonati titolari del backcourt. Soprattutto De Colo, visto da molti come la naturale successione di Ginobili soprattutto per il tocco ed il passaggio, ma che in realtà è un pò presto per giudicarlo toccando paragoni così altisonanti.

Alcune scommesse è vero, ma il tentativo di crescersi in casa qualche elemento utile soprattutto in prospettiva futura, potrebbe essere ben ripagato. 

Ad oggi il team è essenzialmente quello della scalata della passata stagione con Parker, Ginobili, Stephen Jackson, Kawhi Leonard, Duncan, Blair e Diaw nucleo base, a cui sperare di implementare i sopracitati giovani dalle belle speranze e a cui si aggiungono quel mestierante un pò monodimensionale di Matt Bonner, l'atteso contributo di Tiago Splitter e forse di Danny Green e la più grande scommessa dell'anno: Eddy Curry.

La squadra è sempre stata profonda, a prescindere da quanti siano effettivamente gli elementi di rilievo e questo ha fatto si che i veterani potessero riposare un pò e qualcun'altro provasse a farsi strada. Anche quest'anno in definitiva si seguirà questa scia, sempre coadiuvata all'immancabile perno del team qual'è la difesa e all'appoggio di un gioco di squadra sempre fluido e nel corso degli anni meno stazionario ma più libero nello svariare, da quando è Parker ad avere il pallino del gioco e le chiavi della squadra.

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