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giovedì 18 ottobre 2012

Jazz, il piano non è improvvisazione

I tempi bui nello Utah stanno per finire... forse. Tale affermazione non deriva dal roster attuale, per quello c'è ancora bisogno di aggiustamenti e di esplosioni di giovani, ma deriva dalla parte prettamente economica, quella del salary per intenderci. Questo perchè praticamente nessuna franchigia può vantare di avere tutto il roster in scadenza di contratto quest'anno (comprendendo anche le team option), fatta eccezione con Jeremy Evans e Marvin Williams, tra l'altro quest'ultimo ha una player option e decidendo di non esercitarla finirebbe anche lui nel calderone dei contratti scaduti. Ultimo anno buio, dunque...forse.


Il forse è d'obbligo perchè è facile vedere il bicchiere mezzo pieno, ovvero la possibilità di ricostruire tutto da capo, ma bisogna anche considerare che ci sono giocatori validissimi in rosa che alzeranno le loro richieste contrattuali per l'anno venturo o che le lasceranno tali e si guarderanno intorno se Utah non si adegua. 
In parole povere bisognerà vedere quanto la franchigia intaserà il salary per cercare di ricostruire non propriamente da capo e soprattutto quanto avranno voglia di farlo. Parliamo di giocatori come Al Jefferson, Mo Williams, Paul Millsap, quel tipo di player che un contratto a cifre buone lo trovano sempre perchè c'è sempre qualche franchigia che ha bisogno e che è disposta ad offrire contratti a giocatori come loro e quindi loro chiederanno comuqnue contratti interessanti.
Per restare in tema è facile che sarà Paul Millsap a restare se non salirà troppo di pretese, mentre gli altri due se non le abbassano potrebbero essere lasciati liberi. Questo perchè lasciare i $15 milioni che Jefferson richiama significherebbe puntare sui giovani Kanter e Favors per lasciarli liberi di esprimersi con maggiori minutaggi, con appunto Millsap a fargli da backcourt.

Seppur guardare avanti non è mai stato così tanto d'obbligo, ci sono ancora 82 partite davanti da affrontare ed il team deve anche dare uno sguardo all'oggi per non buttare via un anno. Premettendo che le profonde lacune del roster si chiamano panchina poco profonda ed urgenza nel cercare un play come si deve e sono lacune abbastanza grandi, da tale premessa si evince che sarà difficile in tal senso cercare obiettivi che non siano quelli della crescita del gruppo e dei giovani.

Quello che bisogna fare quest'anno a Salt Lake City sarà proprio questo, far crescere Kanter, Favors, Hayward ed integrare Marvin Williams, con un occhio attento a chi è in scadenza per valutare le mosse da fare. Occhio però a non impostare un gioco basato esclusivamente sui lunghi, seppur il roster direbbe di fare ciò, altrimenti in caso di arrivo di un buon play l'anno prossimo (o dal draft o dai free agents), si rischierebbe di dover ricominciare tutto da capo nel riorganizzare i giochi.

In sostanza si può ripartire da Williams play (almeno per quest'anno) e poi con giocatori per il futuro: Hayward guardia, Williams ala piccola, ed il trio Favors-Kanter-Millsap a dividersi i compiti dei lunghi, un bel inizio, un buon modo per far rinascere la squadra, ma solo quello che succederà nella prossima estate ci dirà se Utah potrà tornare ad essere considerata come in passato, quando la luce c'era eccome.

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