Tutti i problemi sono stati risolti dunque (Vedi qui i problemi di Miami)? Assolutamente no, anzi, solo qualcuno, per la panacea completa servirebbe un cambio strutturale non fattibile in una franchigia nei soli accorgimenti tattici. La differenza l'ha fatta solo e soprattutto il piglio alla gara, il mordente che James-Wade-Battier ed un fondamentale Bosh di gara 2 (sotto le plance ha fatto la differenza) hanno messo in mostra e che sulla faccia dei Thunder non si è nemmeno intravisto nel primo quarto.
Un avvio di gara che ha visto infatti quelli di South Beach arrivare sul 18-2, difficile recuperare con un gap così (anche se era ad inizio incontro, non solo il punteggio ma soprattutto il colpo mentale di un inizio così incide non poco) contro non proprio l'ultima franchigia in termini di talento.
L'idea, che poi trova anche conferma nelle recenti parole di Scott Brooks, è che Oklahoma sia ancora un filo più forte degli Heat seppur i tanti rimedi di quest'ultimi, ma con un 18-2 di avvio di gara ed un Durant fuori per un pò per via di due falli subito spesi, forse solo Charlotte e giù di lì potevano andare a perdere la gara. Infatti il match è stato ripreso dai Thunder nel secondo tempo, quando la palla è cominciata a circolare e le forzature si sono andate via via assottigliando, particolari che non fanno altro che confermare che Oklahoma è anche quasi in grado di riprendere una gara così contro Miami a patto che il gap sia un pò più basso.
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