Forse il più grande escluso dell'All Star Game. LaMarcus Aldridge, in poco meno di due mesi è riuscito a guadagnarsi questa nomea. Fino a poco tempo fa, il ragazzo era sempre considerato un giocatore dal grande potenziale, con ancora margini di crescita, ma non certamente in grado di scalfire Brandon Roy dal ruolo di leader o almeno di pareggiarvi la sua leadership in squadra e per palloni giocabili.
E il ragazzo appena investito di responsabilità che gli competono, ha cominciato a dimostrare tutto quello per cui lavora costantemente giorno per giorno. Miglioramenti continui in post basso, facilità di corsa lungo il campo senza perdere la costante presenza a rimbalzo e attitudine sempre più vistosa a prendersi anche tiri fuori dal pitturato.
Tutti i miglioramenti tecnici sono potuti uscire "allo scoperto" e Aldridge è diventato un trascinatore, un giocatore da 20+10 fisso; con l'aiuto di Matthews poi, sta riuscendo anche a giocare più libero evitando di vedersi collassare troppo addosso le difese che potrebbero costringelo a giocate improbabili. E grazie a tutto questo che LaMarcus sta mettendo su cifre consistenti continuando imperterrito a superare quota 30 punti. Una vera macchina da canestri abile nel sapersi giostrare offensivamente in più modi.
Al rientro di Roy, Portland potrà trovarsi in casa quell'accoppiata che ha sempre sperato, due giocatori che possono essere devastanti in combinazione. Magari con Oden in forma, Matthews a spingere e macinare punti da sesto uomo, Miller a condurre le operazioni gestendo uniformemente i possessi, Batum marcatore ufficiale di stelle avversarie ed una panchina che vede anche Pryzbilla e Fernandez tra le su fila, i tifosi dei Blazers possono cominciare a vedere qualcosa di più di una semplice qualificazione alla post season.
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Se fossero tutti sani sarebbero in finale per 4-5 anni di fila
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