Dopo la trade che ha visto Anthony pe assare a vestire la casacca blu-bianco-arancio dei Knicks, in molti si sono chiesti se sacrificare anche Gallinari sia stata una mossa risparmiabile, giusto per dare a Carmelo e Stat un altro sparring partner di livello.
Ma il fatto è che probabilmente Gallinari è stata la vera chiave della trade, quel'elemento che se non fosse stato inserito avrebbe potuto far saltare lo scambio. Un pò come l'inserimento di alcuni anni fa di Al Jefferson nella mega trade che portò a Boston un certo Kevin Garnett.
E come Jefferson, anche il Gallo potrebbe fare il salto di qualità definitivo dopo lo scambio, ma a differenza del lungo la squadra vicino è di un buonissimo livello, sicuramente da playoff.
C'è tutto per fare del bene, una rotazione di 10 uomini effettivi che possono tranquillamente essere tuti determinanti, una rosa che vanta un buon mix di giovani e veterani, un gioco bilanciato ed una dirigenza seria e che appoggia coach Karl e staff senza pretendere esuberanti richieste. A dirla così, sono perfetti, ma ovviamente non è così, ci sono dei difetti ed in primis cercare la giusta alchimia, e trovare un leader.
Ed è proprio il secondo punto, quello più spinoso, tanti giocatori di medio-alto livello, ma nessuno che a vista possa ergesi a trascinatore, tranne uno.
Non è essere pretenziosi o patriottici, ma la realtà è che l'unico che possa prendersi il ruolo di prima punta della franchigia è solo il nostro Gallo.
L'italiano sembra essere già pronto a compiere il passo più lungo, ma ha bisogno di trovare la continuità della stella, quella che ti permette di dominare anche quando il tiro non entra o quando ti ritrovi addosso il miglior marcatore avversario. La certezza è che la voglia dei Nuggets di trovare la leadership nell'ala appena giunta in Colorado, è assolutamente tanta. Subito a concedergli tiri e a costruirgli giochi, subito ad affidargli possessi decisivi.
Tiro da fuori e penetrazioni, duttilità tattica, determinazione, ci sono sempre, ma ad ora più che mai. Il problema come detto è trovare quella continuità e mettersi in testa che quello deve essere il suo ruolo. Non male sarebbe poi, se con il nuovo sistema in cui si trova a giocare, riuscisse ad incidere in fase difensiva.
Ecco, il primo ostacolo da sormontare, sarà amalgamarsi per la prima volta da quando è nella NBA, ad un gioco dove spesso e volentieri ci si ferma a chiamare schemi completi e non giochi veloci per cercare la conclusione prima che la difesa si schieri. Ma, per un giocatore di scuola europea, questo dovrebbe essere una passeggiata, visto lo stile di gioco più ragionato che si gioca nel vecchio continente.
In più a favorire la circolazione del pallone e quindi il tiro comodo, ci sono un gioco ordinato orchestrato dalla coppia Lawson-Felton e poi c'è anche un riferimento in post come Nené, che sa ricevere e ridare dinuovo sul perimetro quando legge una leggera chiusura centrale della difesa.
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