Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

venerdì 6 gennaio 2012

La soluzione per far rimanere Cousins?

Dissidi tra allenatori e giocatori. Quanti casi nella storia. Dai Celtics dei primi anni '80 con Bill Fitch (anche se aveva l'appoggio di Bird), ai Lakers del 2004, quando Phil Jackson lasciò la panchina anche per problemi con Kobe Bryant (che poi fu lo stesso mr. 81 a rivolerlo indietro). Tante le storie, forse troppe, da ricordare la poi le più recenti quella dello scorso anno coi giocatori di Detroit in ammutinamento contro John Kuester (tra l'altro oggi vice di coach Brown a Los Angeles) e quella di Deron Williams con Jerry Sloan, che finì nel peggiore dei modi: con la partenza di entrambi.
Spesso e volentieri a pagarne le spese sono stati i coach, perchè le storie che vengono prima (e soprattutto) a galla sono quelle in cui o una squadra intera si schiera contro la propria guida, o è quando una stella a farlo. 


Delle volte però, anche se non sono questi due i casi, capita che problematiche interne influiscano più dei risultati. E' successo a Westphal, licenziato nominalmente per la brutta sconfitta arrivata contro Denver, ma che di fatto ha solo peggiorato la sua situazione. Le "incomprensioni" con DeMarcus Cousins hanno sicuramente fatto maggiormente la differenza e nonostante sia un buon coach, non è uno degli insostituibili. Questo sarà stato il primo pensiero della dirigenza, che lo ha sollevato dall'incarico alla prima occasione utile.
In NBA è difficile che si esoneri per una brutta sconfitta in regular season, e questo preconcetto aiuta a far capire come in società si creda molto nel centro ex Kentucky.


Un ragazzo potenzialmente devastante che ha già dato dimostrazione della sua capacità di poter cambiare la gara sotto i tabelloni, nonostante i grossi margini di miglioramento.
Le sue dichiarazioni di alcuni giorni fa non sono passate sotto banco e già si erano avvicendate voci di mercato, coi Nets pronti ad intavolare una trade per portarselo in squadra.
La dipartita di Westphal non azzittisce di certo le voci di una cessione, ma di sicuro Cousins senza Westphal sarà molto più tranquillo. 
La storia di Deron insegna che non è detto che via il coach rimanga il giocatore (anche se per Williams il discorso fu un pò diverso, volendo il giocatore abbracciare un diverso progetto) e quindi mai dire mai.


Quello che però va sottolineato è il messaggio dei dirigenti al loro giovane, cosa che non passa mai inosservata soprattutto da un ragazzo che deve ancora crescere cestisticamente e che sa di valere e di avere un team che può essere di valore.
Dall'altro lato della medaglia se il giocatore insistesse per cambiare aria nonostante tutto, i Kings dovrebbero puntare ad una strategia bidimensionale, di prendere o un altro giovane dal sicuro avvenire, o un buon lungo con una scelta al draft che completi il pacchetto.

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