Quest'anno gioca contro tutto. Gioca contro il fantasma dello sweep dello scorso anno, gioca contro la partenza di Odom ed una squadra che invece di uscire più forte di prima dal mercato, si è un pò indebolita. Gioca contro gli infortuni sopracitati e contro chi pensa che l'età del numero 24 diviene sempre più una zavorra, gridando al declino. Ma gioca anche contro i problemi personali fuori dal campo.
I Lakers sono sempre il suo team e rimarranno sempre in alto finchè la mano educata e lo spirito del vincente targate Kobe la guideranno.
Nuovo sistema di gioco, non più improntato sul triangolo, anche se alcune situazioni di gioco lo ricordano da vicino. Tanti aggiustamenti tattici diversi. Mike Brown vuole puntellare sulla difesa, la chiave per provare a tornare in alto. Lo fa spingendo i suoi a giocare concentrati nella propria metà campo anche in stagione regolare.
Questo a Kobe piace, perché nessuno può perdere l'attenzione in campo, perché altrimenti sbilancia le rotazioni senza palla.
La quasi definitiva crescita di Bynum sta anche trascinando Kobe nel condurre il gioco, servendo di continuo i lunghi. Ma quando vede che la situazione va risolta ci pensa sempre lui a dare una svegliata al team.
I Lakers non hanno avuto proprio un inizio idilliaco, causato da tanti fattori (cambio modulo di gioco, elementi della squadra con rotazione più ristretta) ma si sono ripresi alla grande.
Brown sa far uscire il meglio dalle proprie star, caricandole di responsabilità offensive e di conduzione del gioco. Lascia spesso libertà al campione di creare, ma i dettami principali li impartisce sempre. Già con LeBron faceva così, ora con Kobe.
I 48 punti di stanotte, saranno stati anche favoriti dal gioco veloce di Phoenix o dalla incapacità di trovare un uomo che riuscisse almeno a contenere nell'uno contro uno The Black Mamba, ma non sono certo un exploit. Per Mr 81 punti, questa è la quinta partita consecutiva da over 25 punti, e dietro al talento sopraffino e geniale c'è anche la mano di Brown che ovviamente punta su di lui per spingere anche tutti gli altri.
Stanotte Kobe era sicuramente in una di quelle sere che Larry Bird ai suoi tempi spiegò perfettamente: "Mi entra un tiro, poi un altro. Una di quelle sere in cui ti senti di poter far tutto. Ti senti invincibile", ma la particolarità della prestazione è stata la sicurezza di voler smentire chi negli ultimi giorni gli ricordava la pessima serata contro Denver.
5 partite, una di fila all'altra, per culminare in questa prestazione, per zittire le malelingue e ribadire ad alta voce che lui è sempre lì pronto a dominare la partita.
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Los Angeles Lakers
Ma non parlate delle percentuali di Bryant al tiro?E non parlate delle pessime scelte offensive che ha avuto contro i jazz?
RispondiEliminaCiao, si è vero spesso forza (ed anche tanto) e soprattutto da tre quest'anno non è idilliaco...
RispondiEliminama fa parte del suo gioco cercare spesso di spezzare le difese con tiri meno probabili e prendere per mano la squadra cercando di risolvere magari un'azione.
Il fatto è che Brown gli ha ridato libero potere nelle mani, e tanti tiri da prendersi. Se non fa così il gioco dei Lakers ne risente come è successo nel primissimo inizio di stagione. Spesso il suo modo di fare serve anche per aprire le difese, attirare il raddoppio e svuotare l'area.
Ci saranno molte serate dove, per la mole di tiri che si prende, sbaglierà. Ma per portare alla W il team (più "scarso" rispetto all'anno passato) lui deve rischiare. Dovrà essere intelligente nel capire il limite nelle serate no.