Ma a dispetto di ogni sfortuna, Nate McMillan su tutti, accompagnato da uno staff competentissimo, ha costruito nuove fondamenta e la squadra che sarebbe stata il perfetto complemento dei due sopracitati qualora sarebbero stati in perfetta salute, cammina anche da sola.
Nel corso degli anni le sapienti ed oculate mosse del team sul mercato, hanno fatto si che si venisse a costituire una rosa di alto livello che, malgrado l'accanimento della sorte, riuscisse a galleggiare anche contro mari in tempesta come possono essere le grandi squadre.
Tutta la formazione ha reagito senza scoraggiarsi, rimboccandosi le maniche e non piangendo su quanto successo, ma cercando di guardare avanti. Il coach è il giusto direttore d'orchestra che riesce a coordinare i suoi, sfruttando bene le caratteristiche dei ragazzi a disposizione.
Con Aldridge indiscusso leader, Gerald Wallace voce fuori dal coro e un'alchimia di squadra sempre più collaudata, i risultati si stanno vedendo. Finora una sola "L" (contro quattro "W") arrivata tra l'altro contro dei buonissimi Clippers e nella serata storta al tiro di tutti ma soprattutto di Wallace, importantissimo nel rompere le difese, che quella sera non è riuscito a scardinare nessuna porta.
Sicuramente la buonissima aggiunta di Crawford sta rendendo, e se ci fosse un buon lungo in uscita dalla panchina, oltre al discreto mestierante Kurt Thomas, il gioco ne gioverebbe maggiormente.
In molti, forse tutti, pensando ai Blazers si saranno domandati cosa avrebbero potuto fare quest'anno in una Ovest un pò sottotono, con un Roy ed un Oden in più. Avrebbero di certo puntato al titolo della Conference; ma così come hanno fatto i diretti interessati, deve rimanere solo un rimpianto su cui avere ancora più motivazioni per fare bene.
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