Ma ad oggi, "grazie" soprattutto all'infortunio di Rip Hamilton, Belinelli ha trovato minutaggio, ha trovato responsabilità, ha trovato fiducia, ma soprattutto ha trovato un sistema che si plasma su una struttura solida di base con si improvvisazioni, ma in primis una schematizzazione che inquadra il giocatore nel ruolo e gli dona la possibilità di esprimersi partendo da un gioco organizzato. Proprio come diceva un ex grande coach come Sandro Gamba, grandi individualità riescono a fuoriuscire giocando in un contesto di squadra.
E Beli sembra essere riuscito a trovare una sua dimensione, mai giudicare prima del rientro definitivo di Hamilton e mai giudicare solo per una mezza mesata di partite, ma di sicuro, il ragazzo di San Giovanni in Persiceto sta facendo del bene. Preso per essere una sorta di sostituzione all'apporto che forniva Kyle Korver in partenza dalla panchina, ora ha trovato la possibilità di esprimere di più. Non ha mai dato l'impressione di poter essere un fattore in una posizione di spacca inerzia da seconda linea ma adesso che può dare il meglio, deve continuare su questa scia.
Un sostenitore d'eccezione della guardia italiana è nientemeno che Chris Paul, ex compagno di squadra ai tempi di New Orleans. Il fenomenale play dei Clippers ha sottolineato come sente spesso Belinelli e di come anche lui ha capito perfettamente che la situazione attuale per Beli sia la migliore di sempre in NBA. Questo prima di lasciarsi andare ad un grande complimento che, quando detto da chi ne capisce e non poco essendo all'interno del sistema vale doppio e, nel caso di Paul, triplo. Paul ha voluto elogiare le capacità di tiro di Belinelli, dicendo che è uno dei migliori tiratori mai visti perché può tirare in movimento, da fermo e spesso ha solo bisogno di fiducia e ritmo come uniche componenti essenziali.
Difatti stesso la guardia dei Bulls ha ribadito di sentire più fiducia in se stesso grazie all'elevato minutaggio.
Dicembre è stato senz'altro il mese della svolta, ma bisogna aspettare due componenti per poter esprimere il giudizio finale: i rientri e la continuità di rendimento. Che sia la volta buona?
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