Uno il minuto e 25 secondi, il tempo che ci è voluto a
Rasheed Wallace per prendere due tecnici e farsi espellere dalla gara. 85
secondi di partita, in teoria un lasso di tempo così breve che alcuni giocatori
non riuscirebbero neanche a riempire una statistica. Anche se in realtà gli
arbitri sono stati un po’ generosi nel dare via i falli, è anche vero che
evidentemente Wallace ci tiene a rimanere primo nella speciale classifica di
chi ha collezionato più technical fouls in carriera.
Due su due le vittorie dei Knicks sugli Heat, tra l’altro ambo vinte con venti punti di scarto. Che la regular season sia solo una scocciatura per squadre come Miami è un fattore sempre da tenere in considerazione, ma non si può certo non notare che entrambe le partite sono finite con uno scarto significativo e che Miami fatichi contro i newyorkesi, come quasi tutte le altre squadre che hanno affrontato la franchigia della Grande Mela. La città che non dorme mai sta facendo fare notti insonni anche alle altre.
Tre le gare in cui l’italiano medio non tifoso dei Bulls, ha
prestato maggiore attenzione e curiosità quando si parlava del team di Chicago.
Questo perché sono tre consecutive le gare in cui Belinelli ha giocato
praticamente dai quaranta minuti in su partendo nello starting five. Ci voleva
un infortunio a Rip Hamilton per dare qualche minuto sufficiente al Beli. Marco
ha colto bene quest’opportunità visto che rispetto alla prima gara in cui è
partito in quintetto in cui ha racimolato meno di 25 minuti sul parquet, Thibodeau
gli ha fatto lievitare il minutaggio nelle successive partite. Ma la cosa più
importante per il coach è che il team quelle tre gare le ha vinte, con Marco
anche trascinatore nel primo e nel terzo match di questo trittico. I problemi
arriveranno nuovamente quando tornerà Hamilton, perché la sensazione da quando
è ai Bulls, è che il Beli non riesca con continuità ad essere d’impatto nella
gara quando ha poco tempo a disposizione uscendo dalla panchina. Vediamo se
Thibodeau si ricorderà di questi tre match. Coach, attento a quei tre.
4° giocatore con la striscia più lunga di partite sopra i 14
punti al momento nella NBA. Parliamo di Rudy Gay, che è da 21 gare che non
scende sotto la soglia dei 14 punti a referto in una singola partita. La cosa
sorprendente è che è un giocatore di sistema, è in un contesto dove la palla
gira e l’high scorer non è scontato che sia sempre lo stesso.
Cinque i secondi in cui il mago sembra preoccuparsi o arrabbiarsi
nelle situazioni che accadono. E’ pressoché il concetto espresso da Casey che
ha parlato del carattere di Bargnani, dicendo che è una persona che tende a non
esaltarsi troppo quando fa bene ma neanche ad agitarsi molto quando va male. Il
che, dice Casey, potrebbe anche essere un bene ma non sempre. Sicuramente è un
bene in questo periodo dove lo stesso Andrea ha detto di non curarsi quasi per
nulla delle voci che lo vogliono partente dai Raptors. Visto che siamo vicini a
Natale, chi lo sa se già non si stanno confezionando dei pacchetti da mettere
sotto l’albero di qualche altra franchigia…
Sei le lettere che compongono la parola difesa, quella che a
Chicago viene decisamente prima dell’attacco, soprattutto nell’ultimo quarto.
Thibodeau non sta guardando in faccia praticamente nessuno nello schierare il
quintetto dell’ultima frazione di gara, scegliendo nello schierare lo starting
fivei giocatori che meglio possono accoppiarsi innanzitutto difensivamente, ai
loro avversari. Normale che poi la palla bisogna infilarla, ma visto che è lui
il giudice: parola alla difesa.
Sette le camicie che sta sudando Doug Collins per cercare di
capire come cambiare le due facce che i Sixers stanno mostrando. Infatti Phila
in alcune partite gioca come squadra da playoff ma le alterna con giornate fin
troppo negative in termini soprattutto realizzativi. Se riesce a far quadrare questo
problema e Bynum entra subito negli schemi (quando tornerà), la squadra può approdare
agiatamente ai playoff, altrimenti Collins deve sperare di essere nato con la
camicia per non doverne cambiare in continuazione…
Otto le settimane in cui John Wall sarebbe dovuto stare
fermo ai box. Evidentemente ci vuole di più a fare il check-up, infatti la
stella dei Wizards potrebbe addirittura tornare ad inizio 2013. Se il trend di
Washington continua ad essere quello della sconfitta, neanche il ritorno di
Wall potrebbe fare miracoli per il team della capitale, soprattutto se il play
continua ad essere fuori più del previsto. Another “break” in the Wall.
Nove alla striscia di dodici partite consecutive in cui
Varejao ha collezionato più di 13 rimbalzi per gara. Striscia che meriterebbe
ampiamente il dieci, ma che non è possibile dare solo perché questa settimana è
stato asseganto il premio di Sportivo dell’Anno da Sports Illustrated. Poco
male deve “solo” continuare questa striscia per un’altra settimana…
Dieci a LeBron James. Non è stata la settimana perfetta per
lui visto che i suoi Heat sono andati a perdere addirittura con Washington,
partita in cui tra l’altro LeBron ha messo a segno una signora tripla doppia
(26 punti 13 rimbalzi e 11 assist) e si sono presi altri 20 punti dai Knicks in
cui James ha sfiorato un’altra tripla doppia mancandola solo di un assist.
Ma
anche se la settimana per i suoi Heat non è stata idilliaca, perché le
prestazioni servono a poco se non arriva la vittoria, tutto l’anno lo è stato
eccome. Sports Illustrated non ha avuto dubbi su chi dare lo Sportsman of the Year
(parole loro), ovvero il trofeo allo sportivo dell’anno. In realtà il premio
potrebbe essere anche nominato lo sportivo americano dell’anno, visto che
spesso sono loro a vincerlo, ma è comunque un importante riconoscimento che in
passato ha toccato gente come Michael Phelps, Muhammad Ali e Tom Brady, per
dirne alcuni dei più famosi. Il 2012 è stato l’anno di LeBron: Ha vinto il
titolo NBA per la prima volta assicurandosi il suo primo anello, è stato MVP
stagionale, MVP delle Finals ed ha vinto la medaglia d'oro olimpica.
Numero Jolly : 0 i rimbalzi presi da Kevin Garnett nell’agevole
vittoria contro i Sixers di stanotte. Non succedeva dal 21 Gennaio del 1997, da
quasi 16 anni, da praticamente l’inizio della sua carriera, era al suo secondo
anno.
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