I fatti, i momenti, gli eventi, gli aneddoti che si verificano in una settimana di NBA sono tantissimi ma alcuni di loro sono più significativi o più singolari di altri, quelli che possono da soli rappresentare in sintesi quanto è accaduto in quei giorni. Terminata anche la settima settimana di regular season, visto l'arrivo della Domenica, si torna con la settimana NBA da 1 a 10, più una variabile jolly a seconda di quello che succederà nei 7 giorni.
Uno inteso come unico, “l’evento” che è successo tra i Nets
ed i Raptors e che probabilmente resterà tale per gli anni avvenire. Durante un
tiro libero per Brooklyn, Humphries va alla lunetta e comincia la manovra per
eseguire lo shoot. In quell’istante gli si para davanti uno degli arbitri di
gara che cerca di stopparlo (!), si, stopparlo, per fare in modo che il
giocatore non tirasse e permettesse prima ai Raptors di effettuare una
sostituzione. Buon metodo, in fondo a che serve il fischietto se puoi, più
comodamente, cercare di stoppare un 2 metri e 6?
Due i tavoli che hanno avuto un incontro con la suola delle
scarpe di Big Baby Davis. Per recuperare la palla Davis è uscito fuori dal
campo, passeggiato su di un tavolo per poi saltare sull’altro, balzando sopra la
testa di una signora che si è visto un 131 kg piombargli dall’alto e mancarla
di poco. Per la serie incontri ravvicinati “con un terzo tipo".
Tre i punti che si ottengono tirando da oltre l’arco. Conclusione
che a Dallas conoscono benissimo visto che hanno messo a segno almeno una
tripla in 1108 gare consecutive (!), striscia lunghissima conclusasi questa
settimana contro i Raptors, in una partita terminata con uno 0/13 in tale voce.
Un curiosità a proposito di tale statistica, tutte e quattro le volte in cui OJ
Mayo è andato a secco nel tiro da tre, i Mavericks hanno perso la partita di
almeno 20 punti di scarto.
Quattro, almeno, i secondi che ci sono voluti per tornare a
capire che contro i Pistons c’erano i Nets e non gli Harlem Globetrotters.
Infatti tra la fine del primo quarto e metà del secondo, Brooklyn si rende
protagonista di due azioni non propriamente da “puristi del gioco”, ma
decisamente apprezzabili sotto il punto di vista dello spettacolo. Watson si
fionda su un pallone vacante mentre Wallace è già dall’altra parte del campo,
nel pitturato avversario. Per non perdere il veloce contropiede, il play
neanche si gira, con le spalle al canestro avversario inventa una parabola senza guardare che finisce dritta nelle mani di Wallace e che viene poi chiusa dallo stesso con una bimane. L’altra
è spettacolare quanto la prima seppur non funzionale perché il tempo si era
fermato. Johnson parte in contropiede pronto al terzo tempo, il fischio
dell’arbitro lo porta a fermare i suoi intenti e così, tanto per chiudere
l’azione, lascia partire il tiro da dietro la schiena che finisce prima sulla
tabella e poi nella retina.
Cinque alla gestione trade-Andrea. Per il bene della franchigia bisognerebbe
immediatamente risolvere la questione, bisognerebbe sedersi a tavolino con i
Lakers e trattare oppure parlare con Andrea e dirgli che non si ha la minima
intenzione di cederlo, e che, anzi, si vuol costruire attorno a lui e
responsabilizzarlo ancora di più. Rimanere nel limbo, facendolo giocare vedendo
se sia il momento giusto o meno per scambiarlo non fa bene al Mago, non fa bene
ai Raptors e, vista la situazione, neanche ai Lakers. Forse in Canada, squadra
che perde non si cambia.
Sei come il numero di maglia sulla canotta di LeBron. Dicevamo
la settimana scorsa della bella striscia di partite consecutive con almeno 14
punti di Gay, ma James ha una striscia di 26 gare da almeno 20 punti. Record
franchigia aggiornato ed in aggiornamento, se continua così sarà facilmente
inavvicinabile in futuro…
Sette sono i peccati
capitali. Di uno di loro ne è stato sicuro affetto Tony Parker, ovvero quello
di gola. Gli Spurs vincono, giocano bene, non lasciano praticamente niente a
nessuno ed il francese non è per niente sazio ugualmente di questo momento e quindi non si accontenta,
anzi, voleva e vuole di più, voleva quella tripla doppia che ancora non aveva avuto in
NBA. In questa settimana l’ha raggiunta contro i Rockets (27 punti 12 assist e
12 rimbalzi) e ovviamente è solo un valore aggiunto alla fame che
hanno questi Spurs. E se veramente l'appetito vien mangiando...
Otto a Marco Belinelli. Continua il suo periodo magico ai
Bulls, da quando Rip Hamilton è fuori il Beli ha 17 punti di media e spesso
risulta l’high scorer dei Bulls. Nell'ultimo match ha messo a segno anche il tiro
vittoria visto che con quello shoot e con la difesa successiva Chicago ha potuto
battere i Nets e vincere la gara. La cosa da sottolineare è che quando il pallone
è scottato tra le mani, il gioco ha previsto anche palla a Marco e da lì si è
sviluppato pure uno schema per lui, visto il blocco alto, quindi non solo tanti
punti ma anche considerazione migliorata nelle gerarchie mentali di Thibodeau ed in quelle dei compagni. Si
attende sempre la prova finale, quella del ritorno di Hamilton. Il coach però
dovrà tenere in considerazione che prima di questo exploit, l’assenza di Rose
li faceva stare sulle spine…
Nove i mesi lontano dal parquet di Ricky Rubio, un parto da dove lo spagnolo non è rinato ma ha ripreso quello che aveva già fatto vedere. Nove quindi alla
prestazione al suo rientro. Il pubblico era tutto in piedi nel momento in cui
ha messo piede sul parquet. Solo 18 minuti per lui in campo, minutaggio ridotto
visto che queste erano le indicazioni dei dottori, sono sicuramente bastati per
far vedere quanto a lui mancassero i T-Wolves e quanto ai T-Wolves mancasse
lui. 8 punti, 4 rimbalzi, 3 steals e ben 9
assist, alcuni altamente spettacolari. Minnie ha ritrovato il Mouse per far
muovere il sistema di gioco.
Dieci le partite consecutive vinte dai Thunder (e dieci
anche a loro). E’ la striscia di W più lunga al momento nella NBA nonché la più
lunga striscia della franchigia da quando si sono spostati ad OKC. I problemi
di inizio anno stanno tranquillamente sistemandosi, su tutti la perdita di Harden
che si sta digerendo e Martin che sta entrando sempre al meglio nel ruolo. Con
l’inverno sempre più nel vivo, sono tornati i tuoni.
Numero jolly: 30 i punti di uno scatenato Anthony in soli 23
minuti di gioco(!). Roba di un altro decennio, quando Robinson riuscì in tale
impresa nel lontano 1995. In questa settimana viaggia a 36,3 punti di media,
con il picco di 45 punti nel “derby” contro i Nets. Forse con questo Anthony non ci vorrà un altro decennio per rivedere una roba del genere.
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