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mercoledì 26 dicembre 2012

DeMarcus Cousins: Una storia, due bivi

Un talento cristallino, un giocatore potenzialmente dominante, un atleta prezioso capace di unire atletismo, forza fisica, movimenti di qualità in post basso e quant'altro. Tutto però limitato dal suo carattere "passionale" che per ora gli impedisce di saltare sull'ultimo gradino, quello della star assoluta.
Se si distingue anche per essere un lungo molto abile in ambedue le fasi di gioco e forse il più promettente tra i centri, si distingue anche per il suo carattere, la sua impazienza che traspare a volte anche dalle sue giocate, il suo essere emozionale comprovato dai falli commessi. Ma soprattutto è il rapporto interpersonale con le figure autoritarie ad essere il suo cruccio.
Se da un lato in quel di Kentucky quel genio di Calipari diceva di Cousins che era uno dei lunghi più forti che avesse mai allenato grazie alla difficoltà di marcare un giocatore come DeMarcus che sa sia tirare che giocare di forza fisica vicino canestro, dall'altro lato già alcuni scout scrivevano sul proprio taccuino che ci sarebbero state difficoltà a livello caratteriale.


Ma un giocatore di talento come lui non poteva scivolare tanto in basso nel draft e Sacramento lo pescò con la scelta numero 5 dal draft 2010.
Ad oggi Cousins ha rispettato tutte le premesse, sia quelle buone che quelle meno buone, e a causa di ciò Sacramento è di fronte ad un bivio.
Un giovane così promettente non lo trovi tutti i giorni ma se il suo temperamento è un problema forse bisogna privarsene sondando il mercato. In sostanza è questo quello che passa nella testa dello staff dei Kings. Già l'anno passato gli alterchi con coach Paul Westphal lo stavano portando lontano da Sacramento salvo poi aver risolto temporaneamente il problema con l'allontanamento del coach in questione. Erano diversi i motivi che spinsero alla separazione tra le due parti ma uno di questi era sicuramente quello di provare a "conservare" il ragazzo che stava già maturando la possibilità di una cessione.

Ad oggi il problema è risorto con coach Smart al comando. Una discussione che ha portato Cousins ad una piccola sospensione (una partita ed un allenamento) che però a Sacramento sperano basti. D'altro canto nella mente di DeMarcus c'è la certezza di avere mercato e quindi l'idea di poter cambiare aria, l'idea di  provare una diversa strada che magari lo porti anche ad incontrare un coach con cui andare d'accordo. Qui difatti sta invece il bivio di DeMarcus: lasciare un team giovane con il quale si può di certo emergere e divenirne il leader o provare il cambiamento conscio che il talento è dalla sua ma è da vedere se avrà lo stesso tipo di responsabilità in campo e soprattutto quale sarà il tipo di relazione con tutto il nuovo pacchetto di éntourage e compagni.
A sostenere la seconda tesi ci sarebbe il cambio di agente, l'arrivo nella scuderia di quel Dan Fegan conosciuto magari dai più visto che è stato lui a seguire e "consigliare" Howard nel suo travagliato cambio di maglia.

Addirittura è uscito il nome dei Miami Heat, ma sembra un'ipotesi irreale o quantomeno molto molto difficile come manovra di mercato visto che l'unico giocatore interessante da scambiare che hanno gli Heat è Chris Bosh, uno che sta giocando bene, che non da problemi fuori dal campo, anzi, e che guadagna appena 14 milioni circa in più del giovine, almeno per ora... 

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