
Mentre gli ormai ex campioni NBA di Dallas abbandonano senza sorprese o scatti di rivalsa la possibilità di provare a ripetersi (già era scritto appena visto che era Oklahoma l'avversaria, ma di certo non 4-0), sia i Pacers che i Clippers allungano. I primi lanciatissimi per scavalcare definitivamente l'ostacolo Magic, i secondi che mettono la zampata battendo di un punto i Grizzlies.
23 secondi alla fine coi Clippers in vantaggio di 6 punti. Sembra quasi una chiusura da normale amministrazione, difendere forte e chiudere ai liberi la gara. Ma nei playoff il colpo gobbo può arrivare da dietro l'angolo e quindi mai abbassare la guardia o farsi sopraffare dall'emozione del tiro importante.
Infatti scorrono circa 10 secondi sul cronometro e poi ecco che Rudy Gay si innalza e piazza la tripla che dice no al mettere in congelatore la gara. Finta calma per i Clippers che sanno di avere il vantaggio e la prossima rimessa tra le mani che deve trasformarsi in due punti per un allungo importante.
Ma non è così, solo un punto arriva dalle mani di Bledsoe che dalla lunetta non fa 2/2. Pur sempre due possessi di vantaggio (a parte il tiro da tre con libero), ed Evans che afferra il rimbalzo.
La prende Evans, non l'uomo a cui affideresti la partita dalla linea delle carità, comunque. Nessuna smentita e 0/2 che lascia del tutto riaperti i giochi.
Il rimbalzo di Mayo è il preludio per la giocata spettacolare di Gay che firma il -1 con un'altra tripla dal coefficente di difficoltà molto elevato.
Ora sul cronomentro ci sono 8 secondi dove tutto può accadere e la palla pesa come un macigno.
E' nuovamente Bledsoe ad avere la responsabilità dei tiri liberi del +3, ma più che per sua inettitudine il primo sembra voler proprio uscire. Il secondo invece va lungo e Arenas afferra il rimbalzo che può essere la beffa per Paul e compagni.
Consegnata a Conley che si porta centralmente, aspetta fino all'ultimo l'uscita fino alla linea dei 3 punti del solito Gay che prende e tira immediatamente. Il tiro non è fluido perchè viene infastidito poco prima del rilascio e il ragazzo è costretto a spostare in volo leggermente le mani prima di scagliare il pallone. Ne esce ugualmente una grande conclusione che però nonostante una traiettoria ingannevole, danza tra ferro e tabellone e si adagia fuori di esso tra il visibilio del pubblico di casa che si erge in un'onda di maglie rosse tutte in piedi a celebrare la W che stava per svanire.
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