Nella prima formazione il quintetto si allarga a sette uomini, visto che le votazioni hanno fatto registrare un ex equo con ben tre giocatori coinvolti.
Questi sono i nomi con i relativi punteggi ottenuti:
2011-12 NBA ALL-ROOKIE FIRST TEAM
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Per il secondo quintetto abbiamo invece: 2011-12 NBA ALL-ROOKIE SECOND TEAM
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Interessanti scelte, condivisibili per quanto visto sul campo, ma sicuramente inattese rispetto all'inizio della regular season. Ci riferiamo soprattutto ed ovviamente a Derrick Williams; prima del draft, fino all'ultimo menzionato per la lotta con Irving per la prima scelta assoluta (una lotta un pò mediatica, visto che sembrava chiaro che i Cavs volessero rifondare partendo dal play). La seconda scelta assoluta è nel secondo quintetto e anche con pochi voti, mentre ad inizio dell'anno, vedendolo giocare al college, apparentemente sembrava il più pronto per il salto ai piani alti. Sicuramente le scelte del coach e trovarsi davanti una sua sorta di fotocopia più avanti con l'esperienza, in termini di ruolo e gioco, come Beasley, non l'ha aiutato molto.
Altra sorpresa, piacevole questa volta, è stato Parsons, giocatore scelto nel secondo giro capace però di ritagliarsi il suo spazio nelle rotazioni e fare bene approfittando della penuria risaputa dei Rockets a livello di lunghi, o comunque più in generale, della penuria delle ali poliedriche, una sorta di "ali swingman".
Ultime tre note vanno a Ricky Rubio, Tristan Thompson ed al duo Kawhi Leonard-Kenneth Farried. Per lo spagnolo, l'approfondimento è doveroso, in quanto è impressionante notare che ben 7 voti glieli hanno dati per il secondo quintetto, scelta ovviamente da rispettare ma ingenerosa visto quanto ha fatto vedere. Sarebbe dovuto esserci uno 0 in quella casella e 29 nella'altra, come accaduto per Irving, obiettivamente.
Per l'altra scelta dei Cavs, ci si aspettava decisamente di più, anche perchè Cleveland lo ha scelto alla 4, come lungo di riferimento in avvenire. La sensazione è che si vedrà il potenziale in futuro e che non era ancora prontissimo quest'anno.
In ultima istanza Faried e Leonard. Nessuna delle due propriamente una sorpresa per quanto bene si era già visto prima del loro salto in NBA, ma meritano menzione particolare per quanto hanno fatto (Leonard ancora oggi, visto che gli Spurs sono ancora in gioco) in due squadre non deboli dove non è affatto facile trovare da subito spazio e minuti per far vedere qualcosa di importante.
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