E' INIZIATO IL LOCKOUT

Basta andare sul sito NBA.com per rendersi conto che qualcosa è cambiato e non qualcosa di piccolo. E' la faccia di David Stern a dominare l'unica pagina disponibile (accanto alla foto della Taurasi, ma quella è WNBA), questo perchè alla fine non si è riusciti in tempo a fermare l'inevitabile. La NBA è entrata ufficialmente in lockout ma comunque qualsiasi momento può essere buono per riallacciare i rapporti e riaprire baracca e burattini.

Come di marxiana memoria, sono sempre i proprietari ad avere il coltello dalla parte del manico, ma l'associazione giocatori non molla perchè sa che a differenza degli operai, senza di loro non c'è il business e comunque non c'è alcun rimpiazzo anche volendo.

Lo stallo è proprio qui nessuno fa grandi passi indietro perchè entrambi pensano di poter vincere. Ma entrambi hanno bisogno l'uno dell'altro e quindi da gente intelligente ci si aspetta che tutte e due le parti smorzino le pretese e si arrivi ad un punto di accordo.

Con il lockout praticamente tutto è precluso. A cominciare dal fatto che nessun giocatore è pagato, nessun giocatore può allenarsi nelle strutture del club, nessuna trattativa di mercato può essere intavolata (quella che analizzeremo nel prossimo post tra Cavs e Kings è stata ufficializzata giusto giusto). Ma non solo questo, non ci sarà il solito training camp, e non ci saranno nemmeno le riunioni tra lo staff (almeno quelle informali) per decidere le varie mosse, i vari allenamenti ed i vari possibili scenari di gioco. Un gioco che comunque non si potrà vedere visto e considerato che non ci saranno partite da guardare.

I giocatori comunque, ovviamente, potranno allenarsi privatamente basta che non sia negli spazi adibiti dalla franchigia, magari si incontrano tutti formalmente anche in ambito extra cestistico e poi in realtà, riunione in una palestra privata per una sessione di allenamento anche quotidiana.

A prescindere dalla situazione comunque, Aria di NBA non andrà in lockout.

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