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venerdì 5 luglio 2013

Mercato NBA 2013: Iguodala ai Warriors; analisi della situazione di Belinelli

Il mercato in queste ore è escandescente, in vera fibrillazione, rumors e colpi veri e propri si susseguono, sovrapponendosi in fretta ai se e ai ma. Molte le scelte dei giocatori, come quella di Howard, annunciata per questo weekend. Sul social twitter, DH annuncerà la sua prossima destinazione nelle prossime ore, destinazione che potrebbe essere facilmente Houston, la più accreditata (anche da Sam Amick che lo da quasi per ufficiale), o possibilmente c'è ancora un barlume per la new entry Golden State che si sta prodigando molto attivamente sul mercato. Arriverà intanto Iguodala ai Warriors con un contratto da $48 milioni di dollari a stagione, cifra giusta e lunghezza contrattuale perfetta per le richieste dell'ormai ex Nuggets (da sottolineare come Denver gli offrì il quadriennale da $53 milioni ma lui lo ha rifiutato per andare a Golden State) ma andrà via Jack che ha dato tanto lo scorso anno. Il progetto c'è eccome con Stephen Curry e Klay Thompson che completano alla perfezione il trittico di esterni con Iguodala virtualmente intercambiabile con Klay per i ruoli di ala piccola e guardia (non dimentichiamoci Harrison Barnes), poi c'è l'ottimo David Lee ed infine si stanno portando avanti altri accorgimenti col mercato (tratterranno Bogut?). Le prossime cessioni di Biedrins e Jefferson fanno respirare salarialmente Golden State. Si aspettano poi altri sviluppi in casa Warriors, se veramente arrivasse Howard (molto difficile) il team sarebbe una contender che deve limare solo qualche imperfezione a livello di panchina, ovviamente sulla carta, perché poi c'è sempre un team appena assemblato da far quadrare...

Ma in mezzo alle tante trattative sfumate e alle tante che si stanno concretizzando, c'è la firma del "nostro" Belinelli che andrà a rimpolpare il settore guardie già abbastanza fornito dei San Antonio Spurs.


A dispetto del buonsenso di molti tifosi che lo avrebbero meglio visto in altre franchigie come i Pacers, dove avrebbe potuto lottare per una maglia da titolare con il buon, ma non impossibile da scavalcare, Stephenson, il Beli si accaserà in Texas dove i minuti in campo magari saranno pochi, a meno che Popovich non lo inquadri come perfetto giocatore da rotazione capace di aiutare molto con la sua presenza in campo.
Perché se è vero che la scelta di Belinelli è tendenzialmente una bellissima scelta, cioè di andare a giocare in una franchigia che sa cosa significa vincere, che conosce il gioco di sistema, che sa essere squadra, che sa essere una delle migliori organizzazioni in generale della NBA, d'altra parte è vero però che nel suo ruolo ci sono Green e Ginobili... Manu sarà anche calato ma delle volte ha dovuto giocare delle situazioni anche di pick 'n roll che non sono le sue e quindi ha faticato, ma nessuno si aspetta che scenderà sotto la sua ventina di minuti in campo perché sa ancora dare tanto, ma anche Green in linea teorica avrà il suo bel minutaggio visto che in molti lo avrebbero voluto MVP delle Finals nel caso avesse vinto San Antonio, cosa che non è poco, e poi Pop si fida di lui per il buon lavoro che sa offrire anche in chiave equilibrio. 
Ci potrebbe essere anche Neal ma finché non rinnova non lo consideriamo.

In queste condizioni sembra che Belinelli possa più che altro essere il ricambio di Parker, gestendo minuti da play, o divenire prezioso elemento quando si farà riposare Ginobili o quando questi si assenterà qualche partita durante la stagione. Questo però è un ruolo poco convincente per Marco che ha dimostrato di valere se non il quintetto di una grandissima squadra, almeno i suoi 20 minuti in campo. Certo Beli rende meglio quando parte titolare ma non sarà mai questo il caso agli Spurs quindi la speranza è che Popovich veda in lui qualcosa in più che un giocatore utile a rimpolpare il settore guardie e mandabile in campo per poco più di 10 minuti a gara.
Possibilmente l'aver "fatto scuola" da coach Thibodeau sarà stato un toccasana per entrare più facilmente nelle grazie della leggenda vivente che è coach Pop. Basi difensive migliorate, attitudine a sprecarsi nella metà campo senza palla, voglia di essere parte di un sistema senza uscire troppo dalle righe. Questi i dettami che aveva cominciato a prendere a modello Belinelli e che sono qualità che a San Antonio apprezzano e non poco. Però la concorrenza è tanta e il rischio di affossarsi quando nei pochi minuti di impiego non si riesce a dare il massimo, c'è.

Per ora queste sono supposizioni ma sarà veramente interessante capire come e quanto verrà impiegato l'italiano nel contesto vincente di San Antonio.    

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