Conscio delle proprie qualità, professionista anche fuori dal campo che prima di esprimere apertamente qualsivoglia discussione ne parla direttamente con il coach, sempre bravo nello scegliere le parole giuste per guidare i compagni quando calca il parquet, un regista che sa anche quando lasciare spazio all'improvvisazione che rende tutto più vario e spettacolare.

Giocatore sempre attento a non strafare e a scegliere la soluzione adatta al momento, qualità che su tutte è la sua migliore, più del tiro da tre che in realtà è altalenante, più delle entrate in palleggio per scaricare ad un compagno libero, più del passagio smarcante scelto oculatamente dopo i bei movimenti ad uscire degli esterni o sui tagli dei lunghi.
Capace di mettere da parte i dissidi con coach Nate McMillan i cui litigi per lo scarso impiego di inizio stagione lo stavano per portare altrove, con annessa richiesta esplicita di una trade che lo trasferisse in una franchigia che lo sfruttasse a dovere; veloce ad inserirsi presto negli schemi così da rafforzare subito la squadra nel momento in cui aveva più bisogno del suo contributo per tirare avanti.

Un colpo inaspettato per Portland che prima di lui in estate aveva tentato di mettere le mani su diverse stelle ma che poi alla fine ha preso sicuramente l'uomo che gli serviva di più, quel giocatore in grado di coprire l'unico vero buco nella rosa ovvero la posizione di playmaker che il solo Steve Blake e l'ancora acerbo Jerryd Bayless non potevano sostenere.
Poi da non sottovalutare Miller è il giocatore con la striscia aperta di più partite disputate consecutivamente e quindi un antidoto contro gli infortuni.
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