Finalmente il tira e molla della vicenda McGrady-Houston si è concluso con il più probabile dei finali: la cessione di quest'ultimo. Era ormai cosa scontata che l'ex stella di Houston avrebbe cambiato aria e che lo avrebbe fatto prima della deadline che chiude le trattative piuttosto che a giugno perchè molte squadre erano interessate al suo contratto in scadenza, il più alto della lega, e che quindi a fine stagione libera uno spazio enorme nel salary cap.

A Sacramento arrivano poi anche Joey Dorsey e cash. Dall'altra parte in Texas approdano come detto Kevin Martin che diventerà da subito la bocca da fuoco da affiancare a Brooks tra gli esterni, un buon play Sergio Rodriguez, Hilton Harmstrong e Kenny Thomas che aiuteranno i Rockets nelle rotazioni dei lunghi.
Con questa trade le aspettative delle due squadre saranno molto più alte in funzione della prossima stagione, se McGrady risorge Sacramento può provare a rifirmarlo a cifre più basse oppure lo lascierà andare e prenderà qualche giocatore di livello dai free agent da affiancare a Evans e ai tanti altri giovani dalle belle speranze. Altro scenario è la partenza immediata di Tracy McGrady ai Knicks in una trattativa dell'ultim'ora che i dirigenti di New York stanno cercando in tutti i modi di intavolare.
Houston invece si ritrova con una guardia da ventello a partita e una serie di buoni comprimari che aiuteranno ad allungare la panchina soprattuto se entreranno bene nel meccanismo di coach Adelman.

Per prenderlo i Cavs hanno dovuto ingeniarsi una trade a tre che ha coinvolto anche i Clippers.
In definitiva a Cleveland arrivano sia Jamison che Telfair, il primo dai Wizards ed il secondo dai Clips, a Los Angeles si trasferisce Drew Gooden appena arrivato nella capitale e subito spedito altrove e che sarà utile nella rotazione dei lunghi losangelini fino a fine stagione (visto che hanno appena perso Camby), mentre ai Wizards arrivano Al Thornton, il lituano Ilgauskas, una prossima prima scelta al draft (quella dei Cavaliers) e i diritti di Emir Preldzic scelto lo scorso anno dai Cavs.
Una trade bomba ben intavolata dalla dirigenza dei Cavs che offrono a Brown una squadra competitiva più che mai, forte in ogni reparto, senza veri punti deboli, e costruita per puntare in alto e chissà se non per provare a convincere LeBron a restare.
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