Neanche la riunione di sette ore, intercorsa nei giorni scorsi è stata sufficiente a limare le divergenze ed ora quello che si temeva è arrivato. Lo scoglio principe rimane la divisione degli utili, che balla di alcuni punti percentuali abbastanza rilevanti, perchè distanti tra le richieste delle parti. il fatto di aver già rinunciato al vecchio 57% abbassandosi già quattro punti percentuali, porta i giocatori a non voler scendere ulteriormente, cioè sotto il 53% del ricavo complessivo, come loro introito, di contro le franchigie non cedono il passo e vogliono il contrario, che le vedrebbe loro maggioritarie della percentuale. Si parlava di un'equa distribuzione al 50-50, smentita da Fisher nei giorni scorsi, ma anche questa sembra una decisione che non accontenterebbe tutti.
Ora le trattative continueranno ad imperversare, ma il giorno di incontro deve essere deciso.
Certo che basandosi sulle cifre altisonanti dell'anno passato, le precise 100 partite cancellate fino al 14 Novembre costeranno un introito perso di soli biglietti per un ammontare di circa $83 milioni senza considerare tutte le altre perdite come soprattutto i diritti televisivi. Dall'altra parte tutti gli stipendi, stimati all'incirca ad un totale di $350 milioni di dollari complessivi al mese, salteranno sicuramente per la metà (cioè per le due settimane in questione). Perdite ingenti da ambedue le parti, volontà di chiudere le trattative per dare un freno alla cosa, ma volontà anche di non cedere. L'essenza vera del lockout per l'appunto.
A questo si aggiunge un'altra gigantesca perdita colossale, ben 14 milioni di impiegati nei vari ristoranti, parcheggi, security, ecc fermi e senza lavoro.
Le parti si riuniranno presto (da fissare il meeting successivo), ma anche se tutti vogliono che finisca, nessuno ci vuole rimettere. Anche se in fin dei conti, tutti ci hanno già rimesso.
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