
Ma, almeno questo inizio, non è stato idilliaco come invece staff e giocatore si auguravano. Anche se migliorato molto nell'ultimo anno NCAA disputato, in attacco sostanzialmente sa solo schiacciare e quindi è difficile che possa essere di grande aiuto alla squadra, che, se anche volesse schierarlo solo per compiti difensivi, si troverebbe disagiata nell'altra metà campo.
Gli scenari che si aprono subito sono due: il primo è quello più papabile, quello che ci si attende e quello che a Memphis si augurano. Il giocatore arrivato acerbo e non ancora in grado di aiutare da subito una franchigia, nel giro di un paio di anni capirà meglio il meccanismo della lega pro, lavorerà molto sui movimenti in attacco e si costruirà qualche buona ed affidabile giocata da sfruttare sotto canestro, il tutto unito al suo corpo roccioso e ad una difesa aggressiva lo proietterà ad una buonissima carriera e ad un futuro roseo.
Il secondo scenario è quello previsto dai molti scettici. Questo propone la variante di un Thabeet in grande difficoltà nel realizzare movimenti efficaci in attacco perchè impossibilitato date le scarse capacità tecniche e non essendo un passatore o in grado di allargare l'area, neanche di aiuto come pedina di uno scacchiere dove tutti sono utili anche solo per l'effetto che un buon posizionamento può dare. La sensazione però è che se anche non riuscisse a tovare una sua dimensione offensiva ci sarà sempre qualche franchigia che crederà in lui, anche solo per avere un corpaccione da buttare dentro l'area per aiutare a rimbalzo e prendere occasionali scarichi da convertire in due punti facili.
Comunque forte del suo spirito di mai arrendevolezza, conscio di poter migliorare e sicuro del suo fisico imponente, il tanzaniano riuscirà sicuramente, anche se fra un paio d'anni, a ritagliarsi un suo spazio in NBA, e solo allora si vedrà quale delle due correnti di pensiero avrà ragione.
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