Oggi per la nostra rubrica di analisi delle squadre NBA è il turno dei Portland Trail Blazers.
La franchigia dell'Oregon quest'anno si è mossa molto sul mercato e ne ha ricavato molte delusioni, a partire dall'affare Turkoglu dato ormai per certo ma che invece all'ultimo ha deciso di cambiare scelta e partire alla volta del Canada direzione Toronto, fino al mancato arrivo di Paul Millsap che aveva accettato l'offerta propostagli dai Blazers ma che poi è stata pareggiata da Utah che aveva il diritto di tenersi il giocatore se gli riconosceva un contratto alle stesse cifre di quello accordato dal giocatore con un'altra squadra. Paradossalmente però i mancati arrivi hanno permesso a Portland di firmare Andre Miller ovvero il play che mancava alla squadra, il tassello perfetto che fa combaciare il puzzle. Nel quintetto dei Trail Blazers l'unico ruolo che non presentava garanzie era quello del play (anche se Blake ha sempre disputato buone partite)e con Miller questo aspetto è stato sistemato.
Ora la squadra potrà permettersi di far uscire dalla panchina un secondo play di livello come è Steve Blake con Jarred Bayless a completare il terzetto di portatori di palla o che occasionalmente ricoprirà anche lo spot di guardia in un quintetto piccolo e veloce.
Con Miller a disposizione Nate McMillan avrà il regista giusto per guidare una squadra ricca di talento e di realizzatori grazie alla sua abilità di vedere molto bene il gioco e il suo evolversi in modo da poter scegliere la soluzione più appropriata per ogni azione.
In difesa la squadra di coach Nate McMillan potrà contare su uno specialista come Nicolas Batum che sarà chiamato a difendere sull'esterno più forte della squadra avversaria, ma potrà contare anche sulla fisicità di Greg Oden che se quest'anno lascierà intravedere il suo potenziale con costanza sarà molto importante su ambedue i lati del campo. Comunque sarà molto importante per la squadra riuscire ad oliare tutti gli schemi difensivi soprattutto quelli sugli aiuti difensivi.
La panchina è lunghissima e copre ogni reparto grazie anche alle aggiunte arrivate dal draft che permetteranno al coach di inserire un paio di giocatori in più nelle rotazioni se questi si dimostreranno in grado di reggere il campo, cosa che specialmente si richiederà a Jeff Pendergraph che sarà il quarto lungo della squadra ma che se si dimostra pronto potrà giocare un discreto numero di minuti fin da subito (c'è anche Juwan Howard ma il suo acquisto è stato mirato a portare esperienza e consigli per far crescere i giovani e per dare un aiuto nei playoff). Il reparto lunghi può contare poi sull'apporto dalla panchina di Joel Pryzbilla gran lottatore a rimbalzo e dotato di una discreta tecnica in post basso. Nel ruolo di ala piccola si alterneranno Batum, Fernandez (che giocherà anche guardia) e l'ottimo sesto uomo dello scorso anno Travis Outlaw vero punto di riferimento uscendo dalla panchina, i tre comunque sono giocatori complementari che consentono a McMillan di provare diversi assetti tattici.
Fernandez può giocare anche guardia e in questo ruolo si dividerà i minuti con il ritornato Martell Webster. Comunque le soluzioni dalla panchina sono vastissime e questo porterà a veder giocare Portland con molti assetti tattici.
Infatti tatticamente parlando, la squadra di McMillan può usufruire di giocatori che possono occupare indistintamente le posizioni di guardia ed ala piccola senza risentirne con gli accoppiamenti difensivi così da consentire a Portland di poter schierare quintetti alti o quintetti veloci a seconda delle esigenze.
Il punto di riferimento rimane senza ombra di dubbio Brandon Roy, giocatore poliedrico che molto spesso dalla metà campo in poi darà lui il via alle azioni come una delle più tipiche point forward (anche se quest'anno giocherà prettamente guardia e non ala). Gli altri titolari sono tutti e quattro pericolosi palla in mano tanto da consentire a Portland di avere più giocatori a contendersi il ruolo di secondo realizzatore della squadra nella prossima stagione. I due lunghi, Oden e Aldridge, si compensano a vicenda poichè Aldridge può allontanarsi dal pitturato dove soffre difensori più fisici (anche se grazie ad alcuni movimenti riesce ugualmente a mettere a referto molti punti da sotto) per sfruttare la sua agilità ed il suo atletismo oltre che un tiretto migliorato dalla media distanza, mantre Oden sarà il punto di riferimento in post basso e il difensore sul centro più dominante fisicamente.
Oden è un centro vecchio stile dotato di grande forza fisica ma anche di movimenti in post basso come il gancio ormai in disuso, e che potrà fare la differenza appena avrà ingranato.
La squadra può giocare il pick 'n roll sia con Miller che con Roy e sfruttare il fatto che se le difese chiudono in mezzo all'area possono scaricare sul perimetro per punire le difese, stessa sorte che capiterà quando si presentaranno raddoppi o ritardi nei movimenti difensivi avversari.
Sfruttando tutta la profondità del roster si può far giocare la squadra sia con schemi a metà campo, soluzione preferita per caratteristiche dei titolari, sia con un gioco veloce sfruttando la mobilità di Aldridge tra i lunghi e la possibilità di presentare un quintetto picolo ma sempre ben accoppiato difensivamente anche se perderebbe qualcosa a rimbalzo.
I difetti principali della squadra sono legati all'incognita Greg Oden, immenso potenziale ancora inespresso, e di conseguenza alla profondità del reparto lunghi, ma anche all'alto tasso di infortuni che Portland deve affrontare tutti gli anni e che fanno sempre perdere un pezzo importante delle rotazioni.
Previsione: Possibile semifinale di conference
Quintetto ideale: Andre Miller; Brandon Roy; Nicolas Batum; LaMarcus Aldridge; Greg Oden
Sesto uomo: Travis Outlaw
Panchinari di spicco: Rudy Fernandez; Joel Pryzbilla; Steve Blake
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