Concludiamo la nostra rubrica sulle deluse della free agency, analizzando presente e futuro di quella che è forse la franchigia che è rimasta più sconcertata dall'esito del mercato degli agenti liberi: i Cleveland Cavaliers.
Non ci volevano credere in quel di Cleveland, non si sono rassegnati fino a quando "The decision" non ha sentenziato la paura che era nel cuore dei tifosi. La speranza che LeBron rimanesse nell'Ohio era più che una mera possibilità, si credeva che l'annuncio ufficiale fosse per stabilire la nascita di una vera e propria bandiera, la nascita di un simbolo che sarebbe rimasto marchiato a fuoco per sempre nella storia dei Cavaliers.
Invece no, la scelta di andare via, con tutte le conseguenze mass mediatiche derivate e il dubbio se la maglia numero 23 debba essere ritirata ed appesa al soffitto della Quicken Loans Arena oppure essere archiviata sotto il semplice nome di ricordo.
Ma in qualche modo bisogna ricominciare a comporre il mosaico, bisogna provare a rimettere in piedi una squadra che si è sempre dimostrata LeBron dipendente e che ora deve "disintossicarsi".