Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

lunedì 30 novembre 2009

LE MIGLIORI E LE PEGGIORI SQUADRE NBA DELLA SETTIMANA 4

Anche in questa settimana non è stata ardua l'impresa di selezionare quelle che rappresentano le peggiori squadre della NBA al momento, mentre per le migliori ci sono poche sorprese eclatanti.

Migliori:

3. Los Angeles Lakers

Inserita "solo" terza in questa speciale classifica, nonostante le 6 vittorie consecutive, perchè sono comunque risultati leciti da aspettarsi per una squadra con un livello così alto di talento e di intelligenza in mezzo al campo. E' anche vero che le ultime apparizioni non sono state delle più ostiche (vedi Nets, Knicks, Warriors giusto per citare le più facili) ma è anche vero che abbassare la guardia e sottovalutare l'avversaria è cosa facile ultimamente (vedi i Nuggets di stanotte), invece Los Angeles dimostra ancora una volta attenzione in tutte le gare e cinicità impressionante ad ogni partita.

2. Phoenix Suns

Non più una sorpresa ormai già da un pò di tempo, questi Suns però continuano a stupire per la loro costanza di risultato e soprattutto di rendimento. La partita di ieri contro i Raptors ha messo in luce tutte le qualità di questa franchigia non ultima il saper accellerare ancora di più quando la partita è in bilico. Non andiamo oltre nell'analisi in quanto un paio di post fa abbiamo dedicato un articolo a parte al team in questione.

1. Charlotte Bobcats

La vera sorpresa di questa settimana sono loro. Reduci da 4 vittorie di fila, Charlotte sembra aver preso la via giusta per i playoff. Giustamente Gerald Wallace è stato nominato giocatore della settimana nella Eastern Conference, la sua alchimia con Jackson sta crescendo e lo stesso Stephen si sta rivelando quel secondo realizzatore (dopo Wallace) che a Charlotte mancava dal quintetto. Certo Captain Jack (vecchio nome coniato ai Warriors) ha ancora caratteristiche "Nelsoniane" come la tripla in transizione in contropiede, ma col tempo si andrà a perfezionare un pò tutto se si continuerà a lavorare in questo modo.

Peggiori:

3. Minnesota Timberwolves

E' vero, sono reduci da 15 sconfitte filate, la squadra non gira ed il gioco stenta, però vincere contro un team in forma come Denver è simbolo di una squadra orgogliosa che ha voglia di battersi e che non si dà certo per vinta contro le più blasonate. Certo se Jefferson tornasse quello di un tempo e Rambis facesse sbizzarirre maggiormente Sessions forse qualcosa in più potrebbe fuoriuscire.

2. Philadelphia 76ers

Per una squadra con più che timide ambizioni per i playoff, 6 sconfitte consecutive ed infortunio grave al loro play titolare non sono certo buone notizie. Iguodala è tornato grande leader ma la squadra non gli sta dietro e non rende come le sue potenzialità permettono, la situazione è destinata a continuare su questi livelli ora che non c'è Williams che dava punti e pericolosità dal perimetro e soprattutto lascia un vuoto in cabina di regia che Holiday per la sua inesperienza non può ancora colmare. Non un futuro radioso all'orizzonte a meno che non si rischi facendo ritornare qualcuno a militare tra le loro fila...

1. New Jersey Nets

0-17. Bilancio peggiore della storia della NBA eguagliato e non è detto che finisca. Se prima i Nets potevano nascondersi dietro l'infortunio di Harris, ora che il giovane play è tornato la franchigia non ha più alibi. Certo perdere così tante partite demoralizza e non poco ma servirebbe uno scatto d'orgoglio, che non sembra arrivare, per non essere inseriti nel libro nero dei record del basket d'oltreoceano. Si attendono sviluppi ma la situazione è abbastanza critica.

domenica 29 novembre 2009

NETS FIRE LAWRENCE FRANK

Un inizio disastroso, degno di uno dei peggiori bilanci di apertura di stagione NBA della storia, un record negativo che ancora aperto può essere ampliato e raggiungere quel tetto di 17 sconfitte in dirittura d'arrivo e che si spera almeno non venga superato. Quel che è certo è che il trend andava in qualche modo modificato, scegliendo i capri espiatori che dovevano essere per l'appunto il simbolo che la società non sta a guardare ma cerca di cambiare. In questo caso il capro espiatorio è stato solo uno, anche perchè non si può modificare una intera squadra che poi è stata costruita solo in funzione del futuro e non nel presente. A pagarne le conseguenze è stato l'apprezzatissimo (dalla dirigenza) coach Lawrence Frank che è stato sollevato dall'incarico proprio nella giornata di oggi, poche ore fa. Rod Thorn ha accompagnato il licenziamento di Frank con parole che lasciavano intendere l'ottimo rapporto reciproco, augurandogli la migliore fortuna per il futuro. E' quasi parodassale che Frank detenga il miglior record di vittorie di partenza per un allenatore (13) e che se non fosse stato allontanato forse avrebbe detenuto anche il peggiore.

La cosa che lascia più amara la bocca dell'ormai ex coach dei Nets è il fatto che la squadra costruita dallo staff dirigenziale aveva come unico scopo quello di "subire" un'ultima stagione di transizione prima di costruire un roster da sogno con una possibile prima scelta assoluta ai prossimi draft e almeno una vera superstar da aggiungere al team dal mercato dei free agent. Lawrence avrebbe voluto e potuto allenare quella squadra, finalmente una squadra costruita per vincere con Devin Harris in regia, l'ormai cresciuto Lopez e i vari Lee, Douglas-Roberts e Terrence Williams a fare da cornice ai nuovi arrivi.

Per ora il coach ad interim sarà l'assistente Tom Barrise che eredita l'ingrato compito di risollevare i Nets compito ancora più arduo se si pensa che la prima sfida che lo attende è contro i Los Angeles Lakers.

sabato 28 novembre 2009

ALLEN IVERSON POTREBBE TORNARE AI PHILADELPHIA 76ERS ?

Il ruolo da panchinaro non andava bene ad Allen Iverson e il suo orgoglio lo ha portato a rescindere con Memphis. Poi la decisione sofferta di ritirarsi definitivamente con parole di ringraziamento per tutti quelli che lo hanno accompagnato nella sua carriera e che lo hanno reso il futuro hall of famer che è ora.

Le sue frasi sono state lette più attentamente dai media che hanno pensato che in quel testo, tra le righe, fosse celato qualcosa di più di un addio definitivo e si è ritenuto che il giocatore non volesse affatto finire la sua gloriosa carriera in questo modo.

Iverson in realtà vuole continuare, ma in un team che gli garantisca il posto da titolare in onore di quello che ha fatto nei suoi anni di NBA, soprattutto ai Sixers dove ha stupito il mondo con il suo modo di giocare, con la sua abilità di giocoliere con il pallone, con la forza e l'energia di un uomo di 1,83 capace di affrontare colossi di gran lunga superiori ai due metri e chiudere l'azione con la palla in fondo alla retina.

Ora, casualità del destino, c'è stata una svolta. Pochi giorni fa, proprio a Philadelphia, il funambolico play titolare, Louis Williams, si è infortunato; l' infortunio lo terrà fuori per almeno due mesi e le speranze di playoff per il team si sono rese precarie potendo contare ora solo sul giovane Jrue Holiday ancora troppo poco esperto per gestire una squadra. E così è nata un'ipotesi alquanto suggestiva che vede i 76ers intrapendere un colloquio proprio con Iverson, per un ritorno che saprebbe di profumo di storia passata, un'idea suggestiva che potrebbe far tornare The Answer dove tutto è iniziato, dove è nato il suo mito, il suo soprannome e dove il pubblico ha imparato a conoscerlo e qui potrebbe anche finire la sua carriera definitivamente.

E' ancora tutto da vedere ma sembra che l'interesse da ambo le parti ci sia, si attendono ulteriori sviluppi.

venerdì 27 novembre 2009

PROSPETTI NBA DRAFT 2010 : LE STELLE DELLA NCAA 2° PARTE

Dopo aver analizzato le migliori cinque promesse (dal nostro punto di vista) di questa stagione NCAA, passiamo ad analizzare altri 3 dei 5 prospetti che avevamo accennato nell'articolo precedente, giocatori che completeranno il pacchetto dei migliori 10 cestisti di college più probabili ad essere scelti nelle prime posizioni, ricordando che tale lista potrà essere aggiornata quando qualche nuovo nome salirà alla ribalta o quando si evidenzieranno nuovi pregi e difetti dei 10 citati.

Al-Farouq Aminu, ala piccola sophomore di Wake Forest: Un tuttofare, dotato di braccia lunghissime che lo aiutano a rimbalzo dove se la cava molto bene, ma anche in difesa dove non lascia mai tiri comodi agli avversari. E' dotato di una buona agilità che gli permette di districarsi bene negli spazi. Può crearsi azioni dal palleggio sfruttando il dribbling ed è in possesso di un buon tiro in sospensione che però deve diventare più costante dalla linea dei tre punti. E' atletico e sa riempire bene le corsie durante il contropiede. Un buon aspetto è l'intensità che applica in campo quando serve. Deve assolutamente irrobustirsi per poter assorbire i contatti sia a rimbalzo che in penetrazione e deve imparare a difendere i giocatori veloci nei dribbling.


Patrick Patterson, ala grande junior di Kentucky: Un vero animale d'area per intensità a rimbalzo, dove sgomita e lotta incessantemente, e usa sapientemente la sua potenza fisica. La sua partita è fatta di una continua lotta per farsi trovare sempre nella migliore posizione favorendo anche la penetrazione degli esterni perchè con il corpo tiene il proprio avversario lontano dall'aiuto difensivo. Gli piace stazionare in post basso dove utilizza pochi ma efficaci movimenti con finte preparatorie spesso per arrivare a schiacciare di potenza. Se più veloce del suo diretto marcatore, lo sorprende con un cambio di direzione inusuale per tecnica per un giocatore di 6-8, altezza che non lo aiuta però in ottica NBA. Un pò lento in difesa dove sopperisce con aggressività e determinazione. Deve cercare di variare il suo gioco in attacco ed imparare a fare movimenti meno meccanici, ed in più deve cercare spesso di limitarsi in difesa per evitare di caricarsi di falli.

Derrick Favors, ala grande freshman di Georgia Tech: E' quel giocatore che ovunque lo metti in campo o esterno od interno può essere sempre utile perchè dotato di velocità e atletismo per attaccare le difese da fuori area, ma, per altezza (6-9) e fisico, staziona tranquillamente sotto i tabelloni. In area tiene bene i contatti, riesce quasi sempre a finire con un tiro in equilibrio e possiede una ampia varietà di movimenti in post basso dove si distingue per tecnica e fluidità. In difesa sa sfruttare le sue caratteristiche fisiche specialmente quando si tratta di contrastare il tiro. Le sue abilità potrebbero farlo diventare una devastante ala piccola in NBA ma per questo deve aggiungere raggio di tiro e trattamento di palla adeguato.

ANALISI TORONTO RAPTORS - INDIANA PACERS E TORONTO RAPTORS - CHARLOTTE BOBCATS

TORONTO RAPTORS-INDIANA PACERS : 112-123

TORONTO RAPTORS-CHARLOTTE BOBCATS : 81-116

Partite totalmente opposte sul piano di gioco quelle appena citate. I risultati finali sono un ottimo panorama da cui guardare come sono andati i fatti in campo.

Toronto contro i Pacers è sveglia reattiva, complici anche le ottime percentuali al tiro di tutto il team (da rivedere giusto quelle di Bosh che ha forzato un pò). La partita fino al termine del primo quarto è stata sostanzialmente equilibrata, le due franchigie hanno scelto di correre invece di ragionare e l'alto risultato al termine della prima frazione ne è un esempio lampante con Toronto che infila 39 punti in 12 minuti di partita ed Indiana 31.

Nel terzo quarto la gara sembra volgere sul binario giusto a 10 minuti dal termine di questa frazione i Raptors conducono già di 17 punti facendo pensare ad una partita archiviata anzi tempo. Ma i Raptors si lasciano rimontare sul 110-103 quando mancano ancora sette minuti al termine della disputa. Da lì in poi però i canadesi tornano a macinare gioco e si limitano nel controllare il risultato.

Gli accoppiamenti con Foster, Hibbert e Murphy sono stati sicuramente uno dei fattori determinanti della gara. Nessuno dei tre (Hibbert almeno per ora ancora no) può competere con l'atletismo del numero 4 dei Raptors che domina anche con i suoi eccelsi movimenti in post, quindi la tendenza di raddoppiare su di lui ha aiutato e non di poco i tiratori come Jarret Jack che partendo dalla panchina chiude con 18 punti conditi da 6 assist ed un bel 7/7 dal campo. La pericolosità di Andrea di sapersi muovere partendo in palleggio da oltre l'arco ha consentito di battere spesso i difensori diretti creando spesso superiorità numerica sotto le plance.

I canadesi il giorno succesivo cambiano completamente faccia, non gli riesce il back to back e Charlotte, sicuramente una squadra ampiamente alla portata del team canadese, ha asfaltato Toronto con 35 punti di scarto.

Visto così il risultato ci ricorda molto quello dei Raptors di un anno fa, incapaci di reagire ad uno svantaggio e continuamente demoralizzati e demotivati. Generalmente partite del genere capitano a tutti, non si può essere lucidi ogni sera soprattutto dopo aver giocato il giorno prima ma la facilità di come Gerald Wallace abbia tagliato quel burro che era la difesa dei Raptors, la dice veramente lunga sul problema principale della gara.

Che Toronto non sia ancora in grado di leggere gli scarichi avversari sui perimetrali e dunque riuscire a completare le rotazioni in aiuto in tempo era una cosa già notata nelle recenti apparizioni della squadra di Triano. Che i Raptors soffrissero i giocatori atletici come lo è Wallace, era un ulteriore fattore che già si conosceva, ma il tutto è venuto a galla in maniera lampante ed eccessiva in questa gara. In pratica basta osservare questo match per notare ogni difetto che i canadesi hanno e che devono ancora curare prima della post-season.

Se, inoltre, in attacco il tuo play perde ben 6 palloni quando invece è uno dei migliori nel rapporto palle perse-assist e la squadra in complessivo ha a referto 15 turnovers allora la parola fine alla gara viene da sè.

Al di là delle statistiche è proprio quest'ultima questione a fare da cornice alla gara, infatti le palle perse sono avvenute in momenti delicati e sono state determinanti a spostare definitivamente l'inerzia a favore di Charlotte; contro Wallace non si possono fare questi regali perchè sono il suo pane per i contropiedi ed in campo aperto si sbizzarisce fornendo anche spettacolo, ed anche a difesa schierata, fa tutto quello che vuole sul parquet. La panchina canadese offre poco, solo un buon Amir Johnson si mette in luce con 13 punti e 8 rimbalzi in 23 minuti di gara.

mercoledì 25 novembre 2009

LA RINASCITA DELL'ARIZONA...

Il titolo chiaramente si riferisce ai Phoenix Suns.

Ad Est avevamo già parlato dell'inizio straripante degli Atlanta Hawks e dunque era doveroso ed allo stesso tempo interessante analizzare l'avvio strepitoso degli uomini di Alvin Gentry ad Ovest.

Pensare a dei risultati così soddisfacenti nel primo mese di campionato era pronosticare qualcosa di utopico per una franchigia che si stava rivoluzionando e probabilmente ancora cercava una dimensione. Andato via Shaq, i Suns avevano perso il loro dominatore d'area e puntare su Frye come suo sostituto era stata considerata una mossa quantomeno azzardata, per certi versi deficitaria, come rifirmare con un biennale da ben $20 milioni, uno Steve Nash ormai 35enne.
Eppure ogni mossa decisa dallo staff dei Suns ha incanalato la via sperata e Phoenix si ritrova dopo un mese di NBA con un record di vittorie che fa invidia praticamente a tutte le altre franchigia ed è leader della conference assieme ai campioni attuali, i Lakers.

11 vittorie e 3 sconfitte è il bilancio di ora, frutto di una serie di fattori che andiamo ad analizzare:

1. Non rifirmare Nash alla sua veneranda età e sostituirlo cercando di intavolare una trade interessante per una squadra in ricostruzione come i Suns poteva essere un'ottima base su cui ripartire, ma la dirigenza ha scelto di prorogare il rapporto col canadese e ne ha pienamente ricavato i frutto. Steve gioca come se avesse 10 anni in meno, il suo corpo regge ancora bene i frenetici ritmi di gioco imposti dal coach ed è sempre quel fenomenale passatore che in passato abbiamo imparato ad ammirare smistando la bellezza di 11.6 assist di media (primo nella lega in questa statistica) ed infila anche 17 punti di media a partita.

2. La scommessa Channing Frye. Vedere giocare Channing centro titolare ai Suns quando il giocatore doveva ancora dimostrare tutto, è stato un azzardo soprattutto quando bisogna prendere il posto di uno Shaq che seppur in declino è sempre Shaquille O'Neal. Eppure Frye è entrato da subito alla perfezione negli schemi e nel tipo di gioco run & gun dei Phoenix dimostrando di essere un eccellente tiratore da oltre l'arco ed un versatilissimo giocatore, non può certo placare gli uomini d'area avversari, ma tale compito verrà smistato a Stoudemire soprattutto.

3. La panchina, principalmente nel settore guardie, era chiamata a garantire maggiori sicurezze almeno per far rifiatare Nash e Dragic, Barbosa ed anche Dudley stanno facendo il loro onesto lavoro dando alla squadra un contributo importante in termini di punti e pericolosità a tiro anche quando i titolari sono a riposare, fattore che l'anno passato soprattutto riguardo Dragic e Dudley, era mancato.

4. Anche la titubanza sulle reali condizioni di Stoudemire, di ritorno da un infortunio grave alla retina dell'occhio poteva rappresentare una grande incognita da dover decifrare, i Suns sono stati anche vicino a cederlo, anch'essi dubbiosi sul ritorno ai livelli alti della loro stella eppure alla fine l'anno tenuto ed hanno avuto ragione anche qui, Amar'e gioca bene si trova alla perfezione con Nash e garantisce quella pericolosità sotto i tabelloni che altrimenti a Phoenix mancherebbe. La sua presenza a rimbalzo è fondamentale per la squadra e anche soprattutto nella difesa di lunghi maggiormente fisici.

Ovviamente il ritmo ed i risultati del team difficilmente saranno mantenuti su questo livello, quasi certamente andranno scemando perchè comunque Phoenix ha un tasso d'età troppo elevato per mantenere bene il campo con costanza nel lungo periodo, soprattutto verso metà-fine campionato il team abbasserà i ritmi e qui sarà fondamentale far riposare i giocatori se li si vuole freschi per una eventuale post season con conseguente minor numero di vittorie all'attivo.

martedì 24 novembre 2009

PROSPETTI NBA DRAFT 2010 : LE STELLE DELLA NCAA

Con il campionato NCAA appena iniziato, cerchiamo di analizzare i giocatori del college basketball più promettenti per poterne seguire i miglioramenti e dare una prima descrizione da aggiornare nel corso della stagione. Aggiornamenti che potrebbero riguardare anche la lista dei candidati al prossimo draft quando qualche altro nome comincierà ad essere annotato sui taccuini degli scout NBA.

John Wall, playmaker freshman di Kentucky: talento straripante, dai più considerato già il nuovo Derrick Rose per atletismo e capacità nel concludere nel traffico, mentre dai più scettici viene considerato simile a Kenyon Dooling per la buonissima difesa stancante fatta di scivolamenti. Possiede altezza e velocità perfetti per il ruolo che occupa e non molti hanno la possibilità di coadiuvare queste caratteristiche che sono unite inoltre ad un grande atletismo che lo rende pericolosissimo anche in transizione. Le sua qualità maggiori sono il dribbling e un primo passo bruciante spesso accompagnato ad un veloce cambio di direzione. Non possiede un gran tiro (lento e non molto affidabile) e questo lo costringe spesso a forzare entrando in area. Le sue letture offensive sono da rivedere così come la sua leadership nel dettare i tempi e richiamare i compagni all'ordine.

Donatas Motiejunas, ala grande della Benetton Treviso: E' uno di quei lunghi che potenzialmente possono farti cambiare il modo di giocare, regalandoti la possibilità di aggiungere svariate possibilità all'attacco perchè riesce ad unire i 7 piedi di altezza ad una buona velocità in mezzo al campo e alla possibilità di allargarsi, uscendo dall'area senza risentirne. Un lungo mobile ma che sa giocare sotto canestro, che sa passare la palla e che ha la mentalità del vincente. Deve costruirsi un fisico più possente per fare la voce grossa in un' area NBA e per giocare centro, inoltre deve essere sempre concentrato al massimo sia in campo che negli allenamenti per poter far esplodere tutto il suo potenziale. Ha bisogno di fare molta esperienza per evitare di farsi sopraffare dai giocatori più furbi ed avvezzi all'uso di "trucchetti" difensivi.

Cole Aldrich, centro junior di Kansas: Migliorato molto in movimenti spalle a canestro, è un solido centro che fa del fisico potente e dei fondamentali le armi per spadroneggiare sotto le plancie. Sa muovere molto bene i piedi sia in attacco che in difesa (cosa in cui è supeiore alla media per un lungo) e si sta costruendo un buon tiro faccia a canestro dopo un movimento di finta in post. La sua vera forza però è l'abilità che ha nel farsi trovare sempre nella giusta posizione in attacco e questo gli consente di fare molti punti in area, aiutato anche dal fatto che regge i contatti e mantiene la coordinazione e unito ad un tocco morbido. Si distingue per le sue doti da stoppatore e per la buona difesa in post basso contro centri fisici che cercano di usare il corpo per farsi largo. Non è atletico e la sua velocità laterale è scarsa. Il tiro dalla media sta crescendo ma non è ancora un'arma su cui contare. Da vedere se riuscirà a dominare anche nelle aree NBA.


Ed Davis, ala grande sophomore di North Carolina: in un draft che vede molti lunghi che possono fare il salto di qualità, con molte probabilità è proprio lui quello che può dimostrare di valere la chiamta più alta (almeno tra i giocatori d'area). Potente di gambe e molto atletico, affidabile in post dove staziona per la maggior parte del tempo anche grazie ai suoi molti movimenti ben costruiti. E' in possesso di un tiretto dai quattro metri abbastanza affidabile, utile per variare le sue conclusioni, ma senz'altro da migliorare per essere un fattore. Gran combattente a rimbalzo dove non si risparmia mai e dove fa valere la sua esplosività. Quando può non si lascia mai sfuggire una bimane e spesso sembra voglia tirare giù anche il canestro tanto è la veemenza del gesto. Il suo difetto più eclatante è la mancanza di chili e di possenza muscolare che gli nega la possibilità di reggere bene i contatti in area e quindi di riuscire ad essere sempre coordinato. Migliorare ancora il tiro e crescere muscolarmente lo proietteranno veramente in alto anche in ottica NBA.

Willie Warren, play/guardia sophomore di Oklahoma: Giocatore dai tantissimi punti nelle mani, per ora la guardia offensiva più forte del lotto. E' dotato di un primo passo fulmineo che spesso lo aiuta nel catapultarsi in area e richiamare gli aiuti difensivi a se. E' il giocatore dell'ultimo tiro che si esalta nei momenti difficili e "pesanti", quando la palla scotta. Il suo tiro in equilibrio è una sentenza e da dietro l'arco è già da distanza NBA anche perchè spesso sceglie di tirare anche con un pò di spazio dalla riga dei tre punti NCAA. E' in possesso di una ampia varietà di finte e controfinte dal palleggio e il suo crossover è un'arma di cui deve abusare vista la velocità e l'efficacia. Potrebbe avere problemi al livello superiore vista la scarsa attitudine a scegliere il passaggio rispetto al tiro o per il fatto che si incaponisce in un entrata quando invece scaricando può portare ad un tiro semplice. Deve imparare a scegliersi i tiri. In difesa ha le potenzialità per tenere tutte le guardie ma spesso non è concentrato e si applica poco.

In uno dei prossimi post analizzeremo gli altri 5 giocatori da noi ritenuti potenzialmente da lotteria.

domenica 22 novembre 2009

LE MIGLIORI E LE PEGGIORI SQUADRE NBA DELLA SETTIMANA 3

Analizziamo quelle che sono le migliori e le peggiori squadre di questa settimana di NBA. Anche questa volta non sono mancate le sorprese.

Migliori:

3. Sacramento Kings

Con una squadra così si era destinati ai bassifondi della lega, con tanti giovani da far crescere e con un solo Kevin Martin a predicare nel deserto. L'infortunio poi accorso proprio all'unica stella di Sacramento, che lo terrà fuori fino a Gennaio, catapulta ancora più i Kings nel baratro. Questo almeno sulla carta. Invece la squadra della California, priva del suo go-to-guy comincia a far circolare la palla senza avere un uomo singolo di riferimento su cui puntare ma cercando tutti in egual maniera, omogeneizzando le conclusioni e i punti tra i vari uomini in campo. Senza Martin la squadra inanella 4 vittorie di fila prima di dover cedere inevitabilmente qualche gara.

2. New Orleans Hornets

Fino ad una settimana fa la squadra era invisibile, regredita notevolmente rispetto a quella di un anno fa, priva di gioco e Paul dipendente. Infortunatosi Chris, New Orleans era destinata a perdere tutte le partite fino al rientro del suo magico play, ma nel basket non contano solo le abilità dei singoli, conta anche l'orgoglio, la volontà, lo spirito di sacrificio e gli Hornets hanno sfoderato tutto ciò, prima andando a vincere contro i Suns e poi l'inaspettata vittoria contro la squadra migliore al momento: gli Atlanta Hawks.

1. Atlanta Hawks

La sconfitta contro New Orleans è stata solo una sporadica battuta d'arresto che non deve fuorviare sulle reali capacità del team di Mike Woodson che è sicuramente, contro ogni pronostico, la squadra con il miglior gioco al momento nella lega. Sui motivi che hanno portato a questo risultato non ci soffermiamo in quanto sono stati già ampiamente trattati nell'articolo precedente.

Peggiori:

Scegliere le peggiori squadre della settimana non è stato un compito arduo, più ostico è stato darne un ordine perchè i team meriterebbero tutti e tre la prima posizione per quello che hanno espresso fino ad ora in confronto a quelle che sono le loro potenzialità.

3. New York Knicks

Scelta in questa posizione solo perchè questa notte hanno battuto una delle altre cenerentole della lega per ora. New York è pur vero che non possiede un roster altamente competitivo, però con Mike D'Antoni in regia ci si attenderebbero risultati sicuramente migliori rispetto alle sole 3 vittorie di cui una arrivata contro New Jersey e per di più sofferta. Puntare tutto sull'anno prossimo non è proprio una buona mossa per una piazza esigente come New York che pretende risultati immediati.

2. New Jersey Nets

Meriterebbero la prima posizione perchè ancora non sono riusciti a portarsi a casa nemmeno una vittoria su 13 partite e per giunta hanno perso "lo scontro dei poveri" con New York, ma la sensazione è che qualcosa in casa Nets sta cambiando (ed era ora), non solo finalmente è tornato Harris ma la squadra sta cominciando a metterci un minimo d'orgoglio rischiando più di una volta di vincere una gara peccando in cinismo nella fase conclusiva. Perdere all'ultimo tiro contro Miami fa ben sperare che una luce in fondo al tunnel la si riesca a vedere.

1. Minnesota Timberwolves

Preferita a New Jersey perchè seppur priva di Kevin Love, ha avuto il suo uomo-franchigia a guidarla al contrario dei Nets ed ugualmente non è riuscita a vincere nemmeno una gara in questa settimana. Il gioco è statico, il grande acquisto, Sessions, non gioca affianco a Flynn e neppure titolare e le sue cifre ed il suo estro creativo ne risentono parecchio, la panchina non aiuta e la squadra è sempre più alla deriva, dovessero perdere anche contro i Clippers stanotte, squadra alla portata, allora sarà difficile trovare una via d'uscita alle 10 sconfitte filate che i T-Wolves si portano dietro.

sabato 21 novembre 2009

I MAGNIFICI ATLANTA HAWKS

Non in molti, forse solo pochissime persone, avrebbero scommesso su una partenza a razzo degli Hawks che se anche già l'anno scorso avevano lasciato intravedere gran belle cose, in quest'avvio stanno andando oltre, sfoderando grandi partite ed una ottima capacità di giocare di squadra, facendo divenire ogni giocatore pericoloso in attacco.
Ma è bene cercare di analizzare quali sono i punti fondamentali che hanno portato ad un record di 11 vittorie, con ben 7 consecutive e sole 2 sconfitte e che stanno trasformando la Philips Arena in una bolgia ogni sera.

-I giocatori si conoscono meglio e cominciano ad essere affiatati e questa alchimia porta ad una tranquillità in spogliatoio che in campo aiuta moltissimo anche nel gestire i palloni importanti e nel prendersi le responsabilità.

- Crawford inizia ad adattarsi perfettamente al gioco e comincia a non incaponirsi in una miriade di tiri quando i primi non gli entrano, portando così benefici immensi alla squadra che trova in lui il secondo miglior realizzatore dopo l'uomo franchigia Joe Johnson (11° per punti segnati).

- Il gioco di squadra favorisce una grande varietà di soluzioni e ne beneficia oltre che il punteggio della squadra anche quello individuale visto che ben 6 giocatori superano i 10 punti di media, ed in più ognuno da il suo coontributo ogni sera.


- Le percentuali con cui tirano sono molto buone e di media sono superiori a quelle concesse agli avversari, simbolo di buone scelte offensive. L'ideale sarebbe quello di alzare di poco la percentuale nel tiro da tre per migliorarsi ancora, ma in questo momento il terzo attacco della NBA non ne risente.
- Guardando ad ogni statistica di squadra non c'è un solo aspetto del gioco in cui non predomini in positivo la franchigia della Georgia rispetto a quello che concede agli avversari, dai rimbalzi alle stoppate (dove Josh Smith regna sovrano con più di 2 e mezzo di media a partita), e cosa più importante ha un rapporto assist-palle perse di quasi 2-1.

- Le vittorie su squadre gettonate ed in forma, al momento in cui gli Hawks le hanno affrontate (vedi Boston e Miami), la dice lunga sullo spirito combattivo della squadra e la solidità mentale che gli permette di affrontare ogni partita con la stessa intensità senza lasciarsi condizionare dall'avversario che ha difronte.

I difetti che possono bloccare la cavalcata di Atlanta sono diversi: coach Mike Woodson non si fida molto della panchina e questo peserà a lungo andare quando i titolari saranno stanchi e si perderanno nei finali di gara; infatti, a parte il sesto uomo Crawford, nessun elemento delle riserve gioca per almeno quindici minuti a partita. Altro difetto è la fisicità dei lunghi. Pachulia è un gran combattente e sa fare bene il lavoro sporco ma nel roster nessuno è un centro puro e forte fisicamente tanto da dare sempre una presenza massiccia nel pitturato. Altra pecca sarà vedere come reagirà la squadra difronte ad un calo delle percentuali e se sapranno riadattare il gioco nel caso di infortunio di uno dei titolari.

venerdì 20 novembre 2009

ANALISI DELLE ULTIME GARE DEI TORONTO RAPTORS

TORONTO RAPTORS - PHOENIX SUNS: 100-101

TORONTO RAPTORS - DENVER NUGGETS: 112-130

TORONTO RAPTORS - UTAH JAZZ: 91-104

Tre sconfitte di fila per i Toronto Raptors che pagano ancora la loro scarsa vena difensiva, vero tassello mancante per questa squadra. Toronto ha alternato un bel gioco fino alla partita con i Suns, poi due sconfitte amare che ricordano la Toronto dell'anno scorso.

In questi giorni qualcosa è cambiato però, dopo le ottime prestazioni di Belinelli, Triano ha deciso finalmente di dargli più minuti e nelle ultime apparizioni ha giocato sempre sopra i 25 minuti con conseguente lievitazione delle sue cifre.

Contro Phoenix, i Raptors hanno giocato molto bene, sono riusciti a tenere testa alla formazione dell'Arizona per tutta la durata della partita, cosa ostica di questi tempi perchè Nash e compagni sono tra i più in forma del momento. La serata del mago non è stata tra le più rosee per percentuali al tiro (6/15, 17 punti 4 rimbalzi) questa non era la sua serata perchè ad oscurare tutti c'era un Turkoglu che nel finale ha messo a segno due tiri fondamentali per far in modo che i Raptors potessero avere il tiro della vittoria tra le mani.

Sul 98 pari, il turco sposta l'inerzia della gara a favore dei suoi per un più 2 pesantissimo. Palla ai Suns ed ovviamente responsabilità affidata a Nash che con una sapiente penetrazione porta in parità i suoi e guadagna anche un libero aggiuntivo su fallo ingenuo di Calderon. A Hedo l'ultima possibilità di vittoria, ma l'ala fallisce il buzzer beater e la partita termina a favore di Phoenix.

Contro Denver invece non c'è storia, i ragazzi di coach Karl sono delle macchine e sfruttano alla perfezione le defezioni difensive e le lente rotazioni dei perimetrali per abbattere i Raptors. I Nuggets tirano con il 60% dal campo ed in più trovano un Melo da 32 punti ed un J.R. Smith incontenibile che va a nozze contro i suoi avversari diretti. Uno di questi è stato anche il Beli che ha peccato in fase difensiva ma è stato uno dei migliori per Toronto per contributo dall'altra parte del campo piazzando 16 punti in circa 25 minuti di gara.

I Raptors come spesso accade perdono terreno nel terzo quarto e da lì i Nuggets cominciano a prendere il largo portandosi sul +18 finale.

Se, almeno sulla carta, la sconfitta con Denver era prevedibile, non lo era affatto quella contro i Jazz, che non sono proprio una corazzata implacabile. A facilitare le cose poteva essre l'accoppiamento di Bargnani contro un giovane ancora tutto da verniciare come è Fesenko, ma il Bargno non sta attraversando un buon periodo in fase offensiava ultimamente e stecca anche questo appuntamento con un misero 3/10 dal campo complice l'1/5 da oltre l'arco e dunque 10 punti all'attivo, si fa però sentire in difesa dove i miglioramenti si vedono, portando a casa 11 rimbalzi di cui 2 offensivi. Solita maiuscola prestazione di Bosh con i suoi 32 punti e 17 rimbalzi ed altra notevole prestazione di Belinelli che chiude con 19 punti a referto. Proprio il Beli è stato il trascinatore a cavallo tra il primo ed il secondo tempo ma non è bastato la gara è stata decisa nell'ultimo quarto, dopo un'altalena di ribaltamenti, a favore di Utah.
Purtroppo è emerso un ulteriore difetto oltre alla già citata difesa, ed è quello della cinicità dei giocatori canadesi. Due gare perse alla fine fanno capire che nei momenti caldi la franchigia tende a subire la pressione molto più degli avversari, questo aspetto sarà da curare prima della post-season altrimenti i Raptors non avranno speranze già dal primo turno.

martedì 17 novembre 2009

BARGNANI MIGLIOR CENTRO REALIZZATORE AD EST E TANTE ALTRE PARTICOLARI STATISTICHE DI QUESTO AVVIO DI STAGIONE NBA

Spulciando un pò tra le statistiche di questo avvio di stagione sono emerse novità importanti che vanno comunque prese con le molle perchè si parla sempre di indicazioni di inizio campionato:

Ringraziamo Giorgio (alias Giò 94) per averci fornito quasi tutte le informazioni indicate qui sotto:

- Gli Heat hanno un record migliore di quello dei Lakers, 7 vittorie e 2 sconfitte contro le 7 vittorie e 3 sconfitte dei campioni in carica

- Charlotte ha un record migliore di quello di New Orleans, 3 V 7 S contro le 3 V e 8 S degli Hornets

- Sacramento ha più vittorie che sconfitte e da quando manca Kevin Martin ancora non perde una partita ed ha una striscia di 4 vittorie consecutive

- Kings e Thunder oggi andrebbero ai Playoffs, mentre Spurs, Jazz e Hornets sarebbero fuori

- Il record di Washington è peggiore di quello dei Clippers e dei Warriors

- New Jersey e Minnesota hanno una striscia di 10 sconfitte in fila

- I Nets ancora non hanno vinto una partita dopo aver giocato ben 10 gare

- Atlanta e Phoenix hanno il miglior record, 9 vittorie e 2 sconfitte

- Cleveland nella scorsa stagione aveva perso solo 2 partite in casa, ora ne ha già perse due dopo 10 partite disputate

- Portland ha interrotto una striscia di 6 vittorie dopo la partita di stanotte con Atlanta

- Gli Hawks sono ancora imbattuti tra le mura amiche.

- Milwaukee ha perso in casa per la prima volta quest'anno contro Dallas all'overtime e priva della sua stella, Redd, ha un record migliore rispetto a quando Michael è in campo



Passiamo ai giocatori...

- Dei migliori 10 marcatori della lega, 4 sono della Draft Class 2003 e spicca all'ottavo posto un rookie, Brandon Jennings.

- Bargnani ha una media realizzativa più alta di quella di Howard ed è il centro ad Est che segna di più ed il secondo in tutta la lega (davanti c'è solo Kaman)

- Gerald Wallace ha preso più rimbalzi di Howard

- Se Noah giocasse 40 minuti a partita prenderebbe 18 rimbalzi di media

- Tra i primi 100 rimbalzisti della lega ci sono quattro rookies, DeJuan Blair, Terrence Williams, Taj Gibson e Brandon Jennings. Nessuno di loro è tra i primi 50.

- 2 dei primi 10 rimbalzisti della lega sono dei Grizzlies (Marc Gasol e Zach Randolph)

- Bosh da 3 ha un 6-6

- Solo Nash è in doppia cifra di media sugli assist e se giocasse tutti e 48 minuti avrebbe una media di 17 assist a partita

- Tra i primi 20 assist-man ci sono solo due giocatori che non sono playmaker, LeBron 6° e Iguodala 14°

- Diaw ed Odom hanno dato più assist di Parker, Louis Williams, Mike Bibby e Andre Miller

- Dwight Howard è passato da 3 a 1.82 stoppate a partita

lunedì 16 novembre 2009

STEPHEN JACKSON AGLI CHARLOTTE BOBCATS PER RAJA BELL ; IL RITORNO DI TINSLEY

Anche se il campionato NBA è entrato già nel vivo, il mercato è ancora aperto e due squadre ne hanno approfittato risolvendo delle grane interne e dando vita ad una trade di grande spicco, uno scambio importante per quelli che possono essere gli scenari che apre.

Stephen Jackson sembra salutare i suoi tifosi (foto a lato)

Stephen Jackson insieme ad Acie Law si trasferisce a Charlotte in cambio di Raja Bell e Vladimir Radmanovic, due tiratori che si inseriranno perfettamente nello stile di gioco di coach Don Nelson, perchè non disdegnano mai il tiro e nel caso di Bell sfrutterà i contropiedi per chiudere le sue entrate con punti veloci.

Che Jackson fosse prossimo a lasciare i Warriors era ormai nell'aria da mesi, dopo le tante esternazioni di malessere, dopo le dichiarazioni di voler ancora lottare in un contesto vincente (che però Charlotte non è), e dopo aver rinunciato ai gradi di capitano, tre prove che più di un avvisaglia erano delle certezze di qualcosa che stava solo tardando ad arrivare. A spingere la cessione sono servite le parole del procuratore del giocatore che dopo aver ribadito che in estate si era fatto di tutto pur di lasciare Golden State ha anche attaccato Don Nelson sottolineando come nella sua trentennale carriera il coach attualmente in forza ai Golden State, non abbia mai vinto nulla di significativo.

Parole pesanti, espresse come se il procuratore di Stephen stesse tentando l'ultimo affannato tentativo di smuovere le acque in casa Warriors.

Comunque l'ultima arrambata è riuscita e Jackson si aggiungerà al roster dei Bobcats che ora sono divenuti competitivi come non lo erano mai stato in passato. Con il dualismo Felton-Augustin in regia, Wallace e Diaw come ali, Chandler come centro intimidatore ed ora Stephen come guardia titolare, Charlotte alza e non di poco le sue quotazioni all'interno della lega.

E' vero che Charlotte ha perso un ottimo difensore come era Raja Bell ed anche uno dei pochi che forniva punti da oltre l'arco, ma l'ex Golden State in quanto a tiri perimetrali non farà sentire l'assenza di Bell ed in più porta in dote maggiore pericolosità in penetrazioni, nonchè una versatilità disarmante potendo svariare in più ruoli e rendere le manovre decisamente più imprevedibili. Resta solo da vedere se si adatterà a non essere più il leader (almeno all'inizio) come lo era ai Warriors e se sarà in grado di accettare il fatto che tutti i tiri che si prendeva scenderanno vertiginosamente dato che la squadra gioca si veloce ma non certo come accadeva alla Bay Arena.

Chiudiamo con due altre importanti notizie.

Dopo il fallimento dell'esperimento Iverson, Memphis piazza un altro rischioso colpo nel tentativo di rimediare alla situazione. I Grizzlies si sono assicurati i servigi di Jamaal Tinsley, play non dissimile ad Iverson nel comportamento ma comunque anch'egli un talento che nonostante l'alta età può ancora dire la sua come ricambio di Conley.

Purtroppo le straordinarie prestazioni che stava sfoderando Marreese Speights, saranno da rimandare fra un paio di mesi perchè il giovane lungo così tanto avvezzo alla Princeton Offense di coach Eddie Jordan, si è infortunato e starà fuori tra le sei e le otto settimane.

domenica 15 novembre 2009

ANALISI DELLE ULTIME PARTITE DEI TORONTO RAPTORS

Torniamo a dare uno sguardo sulle ultime partite dei Raptors (quelle che non abbiamo ancora analizzato).

TORONTO RAPTORS-CHICAGO BULLS : 99-89

TORONTO RAPTORS-LOS ANGELES CLIPPERS : 104-89

I Raptors cominciano ad ingranare bene e a racimolare quello che, almeno per il roster che hanno, meritano di guadagnare. Arrivano due vittorie importanti che mostrano doti e limiti della squadra. Seppur il risultato delle due sfide faccia pensare ad una partita più ostica ed ad una più abbordabile le apparenze in questo caso ingannano molto.

Contro Chicago la partita è stata equilibrata viziata dalle scarse percentuali a tiro di alcuni dei giocatori su ambi i fronti (vedi Salmons con il suo 1/11 dal campo o i Killer's B che tirano complessivamente 14/36). Tutto sommato una buona prova di forza dei canadesi che hanno saputo spostare l'inerzia a loro favore in un ultimo quarto ottimo in cui hanno limitato gli avversari a soli 11 punti.

Invece, anche se dal tabellino non si direbbe, i Raptors hanno faticato e non poco per portarsi a casa un'altra V. I Los Angeles Clippers sono partiti a razzo e Toronto era sotto già di 17 lunghezze nel solo primo quarto concedendo ai losangelini ben 34 punti.

Ma i Raptors quest'anno sono cambiati, sono più consci delle proprie potenzialità, non sono più la squadra rinunciataria che troppe volte si era vista la scorsa stagione incapace di reagire e riprendere in mano una gara. Non è solo la mentalità ciò che è cambiato ma soprattutto sono variati gli uomini, una panchina più profonda per far rifiatare i titolari e soprattutto alcune seconde linee che forse meritano anche di più di quel ruolo. Questa notte il vero fautore della rimonta è stato proprio una delle riserve, l'italiano Marco Belinelli, autore di 15 punti, alcuni dei quali fondamentali per spostare l'inerzia della partita a favore dei suoi.

Completata la rimonta, nell'ultimo quarto una tripla di Bargnani ed una di Belinelli con la mano dell'avversario in faccia, hanno praticamente spezzato i desideri di rivalsa dei Clips.

Triano, dato l' impatto che il Beli stava avendo sulla partita, ha dato all' italiano ben 27 minuti, sfruttati a dovere.

Purtroppo anche se sono arrivate due vittorie, i limiti di questa squadra sono evidenti e difficili da sistemare in breve tempo. Innazitutto c'è la grana dei rimbalzi, questo aspetto è migliorato rispetto alla passata stagione, ma era difficile fare peggio, i risultati visti non sono ancora soddisfacenti per una squadra di ambizioni di vita nei playoff. Con il rientro dell'immenso rimbalzista, qual' è Reggie Evans, si potrà dare un giudizio più completo su questo problema.

Il difetto maggiore però per Toronto è la difesa. Se i Raptors cominciassero ad ingranare anche qui allora la squadra potrebbe aspirare in alto, ma con la difesa vista ora Toronto deve fare gli straordinari in attacco per vincere. Concedere 34 punti ai clips, che non sono di certo una delle forze della lega, nel solo primo quarto dicono tutto su questo argomento. La squadra deve lavorare molto sugli aiuti difensivi, soprattutto su quelli perimetrali e concedere meno secondi tiri alle squadre avversarie (e qui rientra anche il discorso riguardo ai rimbalzi).

IL ROOKIE DA 55 PUNTI


Nottata incredibile quella appena passata. Si è potuto assistere a qualcosa di eccezionale, si è potuto assistere ad una prestazione individuale mostruosa arrivata non dalle solite grandi stelle ma da un giocatore che nelle prime uscite stagionali da rookie sta facendo qualcosa di pazzesco. Questa sua ultima prestazione è la ciliegina che completa una torta già di per sè buonissima. 34 tiri presi, di cui 21 messi a segno, con ben 7 triple realizzate su 8, hanno fatto si che Brandon Jennings chiudesse la gara di stanotte con il tabellino recitante 55 punti!. Con altri tre punti la scelta numero 10 del 2009 avrebbe uguagliato il record stabilito nel 1960 da Wilt Chamberlain di punti segnati da una matricola in un singolo match.


Il bello è che Brandon nel primo quarto non ha realizzato neanche un canestro, anche se nel terzo periodo ha recuperato piazzando 29 punti. Il tutto se non bastasse è stato condito anche da 5 rimbalzi e da 5 assist. La prestazione poi è stata anche importantissima per vincere la gara visto che l'artefice primo della strepitosa rimonta dei Bucks sui Warriors è stato proprio un suo parziale di 16 punti. I tiri presi da tre sono sembrati spesso scriteriati ma per Jennings stanotte non c'era un canestro ma una vasca sotto il tabellone. L'ex Lottomatica Roma ha colpito sfruttando spesso la transizione, prendendosi tiri dopo aver superato l'avversario diretto dal palleggio o dopo avergli fatto perdere il tempo con un repentino cambio di velocità. Il giocatore ha sfruttato la sua capacità di effettuare bei lob appena fuori dall'area pitturata prendendo in controtempo gli aiuti difensivi che affannavano a centro area. La forza è stata quella di carpire la chiave del gioco ovvero cogliere la difesa di Golden State nel momento in cui si stava organizzando sorprendendola sul recupero difensivo.

Don Nelson a fine partita ha commentato la prestazione con una frase lapidaria: "è stata la migliore prestazione di un rookie che io abbia mai visto in trenta anni di carriera".

sabato 14 novembre 2009

JEFF BOWER COACH DEGLI HORNETS; INFORTUNIO PER CHRIS PAUL; JAMES FORSE LASCIA IL NUMERO 23

Questa notte a New Orleans ha esordito come coach Jeff Bower, il GM degli Hornets.

Infatti un paio di giorni fa è saltata la prima panchina in NBA, coach Byron Scott è stato licenziato alla luce delle deludenti prestazioni evidenziate dalla squadra in questo avvio di stagione. Come avevamo già detto nell'analisi della partita di New Orleans contro Toronto, la squadra era sembrata apatica, priva di forze e motivazioni per riaprire i match, decisamente sottotono rispetto alle sue reali credenziali e con un gioco ben lontano da quello sprizzante che li aveva portati a giocarsi una gara 7 dei playoff nientemeno che contro gli Spurs.

Dopo che la franchigia ha conseguito 3 vittorie e 6 sconfitte (con questa notte contro portland ora sono 7) lo staff ha preso la sua decisione addossando ogni responsabilità al coach. Però non tutte le colpe in realtà sono da ricercarsi nella cattiva gestione di Scott, perchè lo staff, complice anche la crisi economica non ha operato in maniera adeguata per rafforzare la squadra non provvedendo a nessun innesto di spessore, tranne la trade Chandler-Okafor, non considerando l'avanzamento dell'età di alcuni giocatori come Stojakovic che il suo lo può sempre dare ma non in maniera netta come prima. La squadra è divenuta ancora di più Paul dipendente, un eccellente play che però non può e non deve caricarsi completamente tutta la squadra da solo altrimenti non si va da nessuna parte.

Paul, appunto. Stanotte, nella sconfitta con Portland, New Orleans ha subito un'altra "perdita", infatti si è dovuta fermare proprio la stella della squadra, a causa di un infortunio con sospetto interessamento della caviglia.Infatti il play dopo aver effettuato un incredibile assist in salto con conseguente schiacciata di Hilton Armstrong, ha sbattutto contro Joel Przbylla e ricadendo ha messo male il piede facendosi male alla caviglia sinistra. Ancora non si conosce l'entità del malessere di Paul ed il tempo di recupero, ma in una stagione come questa sarebbe meglio non rischiare niente, a maggior ragione se è coinvolto il futuro della franchigia per i prossimi anni.

A proposito di infortuni, la regina da anni ormai incontrastata in questo campo è Washington, che dopo aver perso per un mese Jamison, ha subito anche gli infortuni di Miller e Foye e per questo ha scelto di firmare un' altra guardia da aggiungere al roster: Earl Boykins.

Altra notizia che ha dell'incredibile è la dichiarazione di James in onore della serata dedicata a Jordan da Miami.

Gli Heat hanno ritirato il numero 23 di Jordan anche se non ha mai giocato con la loro squadra; la decisione è stata motivata dal fatto che secondo lo staff degli Heat tutti dovrebbero ritirare il numero 23 in onore di M.J. . James ha voluto dire la sua su questo, dichiarando che molto probabilmente, dall'anno prossimo, non indosserà più quel numero sulla sua schiena ma opterà forse per il numero 6. Che non sia l'unico cambiamento che farà James, la prossima stagione?

giovedì 12 novembre 2009

GIOCATORI - SORPRESA DI INIZIO STAGIONE NBA

Questo scoppiettante inizio di stagione NBA ci ha regalato oltre che la conferma di molte certezze pronosticate ad inizio stagione, anche molte sorprese, che più che inaspettate erano sperate.
Parliamo di giocatori dal grande talento che dopo solo poche partite di campionato stanno dimostrando di potersi ritagliare un ruolo superiore a quello di comprimario o titolare dallo scarso impiego, giocatori che stanno esprimendo il loro potenziale meritandosi corposi minuti in campo e portando la propria franchigia a migliorare ora che può contare anche su di loro.
Due sono i giocatori che più di tutti hanno fatto il salto di qualità nelle prime uscite stagionali:

Il primo è sicuramente Andray Blatche. A Washington mancava un lungo affidabile da affiancare a Jamison, che allungasse le rotazioni portando in dote punti e rimbalzi, e lo hanno trovato in casa. Dopo alcuni anni spesi al miglioramento individuale i risultati si stanno vedendo, complice anche l'elevato minutaggio percepito per necessità visto che Jamison è fuori. Come succede spesso quindi non tutti i mali vengono per nuocere e l'infortunio della prima opzione tra i lunghi ha dato il via all'esplosione della 49esima scelta del 2005.

In difesa sa fa valere il fisico ed è una buonissima risorsa a centro area dove quando ha la possibilità fa valere le buone doti da stoppatore. A rimbalzo è un giocatore solido che combatte specialmente per afferrare le importantissime carambole offensive e due dei suoi 6,5 rimbalzi di media li prende proprio sotto i tabelloni avversari. Le sue ottime percentuali al tiro (53,8%)con poco più di una dozzina di soluzioni personali a sera la dice lunga anche sul fatto che in attacco è utile e non spreca palloni, cosa che gli permette di guadagnarsi 30 minuti ogni qual volta calca il parquet. Molto importante è anche l'aspetto tattico che Washington può variare con lui in campo. Le sue caratteristiche gli consenteno di poter giocare tranquillamente in coppia con uno qualsiasi dei lunghi in roster adattando il tipo di gioco. Per diventare un fenomeno deve rivedere alcuni aspetti tecnici e costruirsi un tiro dalla media veramente affidabile che gli frutti la possibilità di variare il suo gioco.

L'altro giocatore che ha subito una forte crescita dal punto di vista individuale è il lungo di Philadelphia Marreese Speights. Con l'arrivo di Eddie Jordan sulla panchina della franchigia della Pennsylvania Speights ha trovato la sua dimensione in campo. La Princeton offense predicata dal coach è il tipo di gioco che meglio espreime le sue capacità. Essendo poi più tiratore di Dalembert e un lottatore a rimbalzo riesce ad essere utile su ambedue i lati del campo. Il fatto che può aiutare su tutte e due i lati lo porterà a prendersi un posto di rilievo in squadra.


Interessante sarà vedere la coesistenza con Brand, se darà buoni frutti Marreese potrà divenire presto il titolare al posto di Samuel Dalembert, anche perchè il sostegno che porta sotto le plancie garantendo secondi tiri è una qualità sulla quale non è inferiore al suo compagno di reparto. Ovviamente non è forte in difesa come Dalembert ma riesce a difendere su lunghi non troppo massicci senza particolari problemi. Le dichiarazioni di fiducia di Iguodala che lo auspica All-star in poco tempo se continua costante nella crescita, sono un perfetto biglietto da visita per descrivere le potenzialità del giocatore.

martedì 10 novembre 2009

LE MIGLIORI E LE PEGGIORI SQUADRE NBA DELLA SETTIMANA 2

Non poche sorprese si sono abbattute nell' NBA questa settimana, partite finite contro ogni pronostico, nessuna squadra più imbattuta e giochi spumeggianti di team dati in ricostruzione, ad inizio stagione con previsioni di campionato molto più povere di quello che invece stanno seminando.

Tenendo a ribadire che preferiamo le sorprese alle certezze, che sono più scontate, le squadre migliori di questa seconda settimana di analisi sono:


3. Atlanta Hawks:
La squadra è oliata, fa circolare benissimo la palla e riesce a gestire i palloni offensivi omogeneizzando i punti tra i giocatori. Ha subito un brutto scivolone contro Charlotte (non proprio irresistibile) ma è stato un evento sporadico. Certamente le vittorie contro i blasonati team come sono i Portland Trail Blazers e i Denver Nuggets hanno innalzato e non di poco la loro considerazione nella lega ed anche in questa speciale classifica. A coronare il tutto arriva anche il record di Josh Smith, giocatore più giovane a fare 900 stoppate.


2. Miami Heat:
Considerati Wade dipendenti e squadra dal poco futuro immediato perchè privi di supporting cast decente, gli Heat stanno stupendo anche i più scettici. Non è tanto la mole di vittorie inaspettate quello che stupisce, ma sono le vincite pesanti che Miami ha ottenuto. Ha battuto i Bulls che in questo momento sono una delle squadre più in forma, hanno battutto i Wizards che seppur perdendo qualche partita nei finali di gara stanno giocando bene e soprattutto sono stati i primi ad abbattere il muro di vittorie creato dai Nuggets, che erano sull'onda del successo e quindi ancora più difficile da placare. Unica sconfitta che gli fa perdere il "vertice" della classifica e quella importante con i Suns.


1. Phoenix Suns:
Se Miami è così in forma e i Suns la asfaltono con una sonora sconfitta qualche motivazione ci dovrà pur essere. I Suns stanno giocando splendidamente, ad inizio anno erano dati al massimo per l'ottavo posto dei playoff, ma la sapienza di Alvin Gentry a creare gioco e lo strapotere in campo sfoderato da Nash stanno ribaltando tutto quello che sulla carta non si può spiegare. Inoltre per completare la loro opera, sono gli unici che sono riusciti a battere i Boston Celtics, interrompendo la loro striscia di vittorie che partiva da inizio campionato.



Passiamo ora alle peggiori della settimana:


3. Memphis Grizzlies:
In realtà il gioco di Memphis non è pessimo, la squadra produce molto in attacco e guadagna molto sotto le plance, ma perdere contro team abbordabili come i Clippers di questo inizio stagione, i Golden State Warriors attanagliati da problemi interni e dai Sacramento Kings, squadra cuscinetto di quest'anno nella lega, non è certamente un bel biglietto da visita per una squadra con ambizioni di playoff. A fare da contorno al tutto c'è anche da sbrigare la vicenda legata al caso Iverson, mal gestita dalla dirigenza.


2. Minnesota Timberwolves:
Una sola vittoria stagionale ed una striscia di sei sconfitte consecutive, tra l'altro alcune sono clamorose come incassare 146 punti dai Warriors, che sono si una squadra che corre e che segna molto, ma che con un' organizzazione maggiore in fase difensiva potevano essere notevolmente ridotti. Si attende con impazienza il ritorno di Kevin Love e si aspetta che Jefferson (seppur uno dei pochi che si salva, può fare di più) e Session tornino i grandi giocatori che hanno dimostrato di essere.I T-Wolves si "salvano" dal non essere i peggiori solo perchè c'è chi è riuscito addirittura a fare peggio di loro.


1. New Jersey Nets:
Non potevano che esserci loro in fondo a questa classifica. La squadra ancora non ha portato a casa neanche una V in questo inizio di campionato ed "ambisce" ad aggiornare il record di squadra con meno vittorie in una regular season. L'apice è stato raggiunto quando il team ha ricevuto l'agghiacciante batosta da parte dei Bobcats, che li hanno limitati a 68 punti, ora viaggiano con un record di 7 sconfitte e 0 vittorie. A complicare le cose ci si è messo anche l'infortunio della loro stella Devin Harris, che li fa scivolare ancora di più nel baratro.

domenica 8 novembre 2009

IVERSON LASCIA I MEMPHIS GRIZZLIES ; LEBRON JAMES E DANILO GALLINARI

Che Allen Iverson avrebbe ancora fatto parlare di sè era una notizia certa, ma che si parli di A.I. per il fatto che ha scelto di "abbandonare " la sua squadra attuale, i Memphis Grizzles, non era quello che ci si aspettava. Dopo le tante dichiarazioni di insofferenza che Iverson ha esternato nei confronti del suo attuale ruolo in squadra è arrivata una notizia tanto inattesa quanto inpensabile.
Infatti dopo solo poche uscite stagionali giocate da sesto uomo, Allen ha cominciato a dare i primi segnali, dichiarando di non farcela a "subire" il fatto di non giocare titolare e ha espresso tutto il suo disappunto tramite alcune interviste, dicendo espressamente di non sentirsi affato un sesto uomo e per nulla un giocatore che deve uscire dalla panchina per giocare. Poi nelle ultime ore dopo che coach Hollins ha confermato che il ruolo (almeno all'inizio) di Iverson sarebbe stato quello di essere il giocatore da più minuti, però della panchina, l'ex Philadelphia ha scelto di avere un incontro chiarificatore con Michael Heisley‎ il proprietario della franchigia per poter esprimere il suo malcontento. Al termine di questi, Iverson ha lasciato team e città per prendersi un periodo non definito di stop dai campi da gioco, di comune accordo con la dirigenza. Ora il giocatore è in quel di Atlanta nella sua casa in Georgia lontano da parquet e dai giornalisti.
Quando tornerà a vestire una maglia da gioco in una partita ufficiale solo lui lo sceglierà.

Singolare quanto avvenuto alla fine dell'incontro tra i Cavaliers e i Knicks (gara vinta dai Cavs).
LeBron James al termine del match si è avvicinato a Danilo Gallinari per scambiare due parole con lui. Interpellato a proposito, il Gallo ha riferito ai giornalisti che James gli ha voluto semplicemente fare i complimenti per le sue prestazioni, invitandolo a continuare a lavorare duro e a curarsi la schiena per evitare altri problemi. Per i più questa ultima frase è stata letta come un segnale forte che James sia propenso a trasferirsi a New York nella prossima estate, perchè è difficile che James abbia a cuore la salute di un giocatore avversario che nemmeno conosce di persona o che possa essere un suo compagno in nazionale. Che si stia preparando i compagni per la prossima stagione?

Sarà questa la sua nuova maglia la prossima stagione? (foto a lato)

Nel prossimo articolo stileremo la nostra classifica sulle migliori e sulle peggiori squadre della settimana.

ANALISI TORONTO RAPTORS-NEW ORLEANS HORNETS E TORONTO RAPTORS-DALLAS MAVERICKS

Una vittoria ed una sconfitta per Toronto nel back to back che ha visto i canadesi protagonisti nelle ultime due notti. Dopo 6 partite il bilancio è del 50%, 3 vittorie e 3 sconfitte.

Toronto Raptors-New Orleans Hornets : 107-90

Buona prova per i ragazzi di coach Triano che hanno agevolmente battuto una squadra in difficoltà di gioco, come sono ra gli Hornets.

Toronto torna a marcare a zona, dopo l'eccezione vista a Detroit, mentre New Orleans opta per una difesa ad uomo però molto larga preferendo favorire il tiro dei candesi alle loro penetrazioni. Entrambi i team partono a razzo provando le conclusioni nei primi secondi dell'azione, sporcando decisamente le loro percentuali, decidendo spesso di tirare anche con l'uomo davanti. Bargnani come entra in possesso della palla tenta la conclusione personale anche se nella prima metà del primo quarto guadagna solo due punti forzando molto con qualche errore di troppo in avvio, decisamente migliore la sua presenza difensiva.

A 2 minuti dal termine il quintetto privo di Bosh e Bargnani permette a Turkoglu di elevarsi a go-to-guy della squadra per un paio di minuti in cui il turco si prende molte responsabilità in fase offensiva.

Nel 2° quarto Belinelli rimane in campo per un buon periodo di gioco, ma non riesce ad incidere sul match, comunque Triano lo lascia in campo, segnale di fiducia importante rispetto alle precedenti partite in cui il coach tendeva a dimenticarsi di lui. Beli lo ripaga con 2 punti prima di lasciare il campo. E' Bosh a mantenere in equilibrio la gara, mentre New Orleans sfodera un discreto gioco che li porta avanti di 6 lunghezze: 33-26 con il solito Paul a smistare assist e a mostrare un migliorato tiro in sospensione. Il play è una furia contando già su 17 punti ed 8 assist a fine 2° quarto, però i Raptors trascinati da un buon Calderon ed un ottimo Bosh (già 16 punti) mantengono la testa dell'incontro.

Chris fino all'inizio del 3° quarto è praticamente perfetto con 8/8 dal campo ed una tripla a referto. Andrea continua a sparacchiare ma è ancora una volt positivo a rimbalzo con 5 rimbalzi all'attivo. Toronto conduce 73-60 a metà terzo quarto con una tripla del mago che porta a +13 i canadesi. New Orleans è inconsistente, incapace di reagire, una squadra involuta rispetto agli anni passati ed ancora di più Paul dipendente. Senza di lui la squadra non macina punti e gioco per riaprire la gara. Il funambolico play è costretto agli starordinari, 13 assist col 3°quarto ancora da ultimare.

Sul +18 è garbage time e i Raptors si limitano a gestire il antaggio nell'ultima frazione di gioco con la partita che scivola via verso la fine.

Bargnani chiude con 14 punti e 9 rimbalzi. Chris Paul sfodera 21 punti 18 assist e 7 rimbalzi, ma predica da solo nel deserto.

Toronto Raptors-Dallas Mavericks : 101-129

Non riesce ai canadesi l'impresa di vincere due partite consecutive.

Toronto è stremata dopo la partita disputata la scorsa notte mentre Dallas ha avuto qualche giorno di riposo e quindi è carica.
La stanchezza è stata un fattore importante per la sconfitta canadese che forse però avrebbe perso comunque data l'ottima prestazione dei Mavs.

Da segnalare l'esordio in satgione di Josh Howard in questa partita e Mavericks finalmente al completo. Primo quarto abbatanza equilibrato dove si sottolinea l'ennesima tripla di Bosh, segnala che dimostra come l'ala grande canadese ha ampliato il suo repertorio anche fuori dall'arco dei tre punti. Dallas inizia la sua gara in sordina limitandosi ai ritmi dei canadesi, e sfruttando le capacità in contropiede della squadra. l'accoppiamento Nowitzki-Bargnani è la parte più interessante di questo inizio match, il mago sembra in grado di placare la furia Dirk almeno nel primo quarto. Andrea gli piazza anche una tripla in faccia al termine della prima frazione di gioco.

Ad inizio secondo quarto però la musica cambia, i texani sfruttano tutte le lacune del roster canadese per segnare: la stanchezza li porta a soffrire sui contropiedi di Dallas, il poco atletismo della squadra è un invito a nozze per Howard e Marion ed in più si sveglia Capitan Dirk che comincia ad inanellare punti chiudendo il suo primo tempo a 16 punti, vanificando l'ottima difesa del mago nel primo quarto.

Con 10 minuti ancora da giocare nel terzo quarto i mavericks conducono già di 10 punti. La difesa dei Raptors è lacunosa in alcuni punti di gara e ciò favorisce le conclusioni dei perimetrali, questo favorisce anche le percentuali con i Mavericks a segnare con facilità. Marion continua a macinare punti in contropiede portando i suoi sul 70-52 a metà terzo quarto. I canadesi pagano le tante palle perse e la poca lucidità offensiva nei momenti difficili della gara (a fine partita saranno 14 i turnovers). La tripla di Dirk che porta i texani sull'80-60 di fatto chiude le speranze di rimonta dei canadesi e sostanzialmente la partita si chiude lì.

Il quarto periodo è una formalità come avvenuto con New Orleans, solo che stavolta non sono i Raptors a dover controllare la partita, bensì a lasciarla scivolare via quanto prima possibile.

Buona prestazione individuale per Andrea che chiude con 22 punti 5 rimbalzi.
Nowitzki mette a referto 29 punti conditi da 9 rimbalzi e 4 assist.

sabato 7 novembre 2009

NELLA NBA NESSUNA SQUADRA E' PIU' IMBATTUTA ; KEVIN MARTIN INFORTUNATO

Mentre un'altra grande nottata di partite NBA si è conclusa, lasciando ovviamente molto da raccontare, altri episodi importanti sono avvenuti in questi giorni, episodi che possono modificare il destino di alcune squadre. Intanto cominciamo dicendo che stanotte si sono infrante le barriere delle uniche due squadre ancora "invincibili" di questo inizio campionato: I Boston Celtics e i Denver Nuggets.

Boston ha dovuto cedere al gioco veloce ma ordinato di Phoenix che alla vigilia si pronosticava che avrebbe messo in difficoltà i Celtics se questi non avrebbero imposto i propri ritmi per tutta la partita. Le percentuali da tre sono state più di tutto il resto, la chiave per il successo dei Suns, che grazie soprattutto ad un ispirato Jason Richardson, hanno aperto la scatola difensiva di Boston forzandola a dare più spazio a tagli e penetrazioni. Infatti sul rientro difensivo si dava maggior importanza a coprire il centro dell'area ma grazie al tiro da fuori e alle invenzioni di Nash i Suns hanno costretto Boston a scoprirsi lasciando più libero il pitturato, cosa che ha favorito il rimorchio da dietro per finire a canestro.

Denver invece è stata limitata in attacco dall'ottima Miami di queste prime uscite stagionali, capace di stupire i critici di pre season. La buonissima difesa degli Heat ha costretto i Nuggets a perdere molti palloni in attacco regalando molti punti facili. Quello che poi è stato il fattore è stata la mancanza di punti messi a segno dagli altri realizzatori in squadra a parte il solito Carmelo Anthony anche perchè i tiri presi sono stati inferiori rispetto alla media fin qui ottenuta. Da questo punto di vista la mancanza di J.R. Smith si è fatta sentire in maniera preponderante, anche se buone cose sono arrivate da Afflalo che è stato il secondo miglior realizzatore di squadra con 18 punti messi a referto.

La notizia più importante di quest' ultimi giorni è il riscontro ufficiale dell'analisi fatta dell'infortunio subito da Kevin Martin nello scontro con Allen Iverson nella partita coi Grizzles di alcuni giorni fa. Martin ha riportato la frattura del polso e resterà fuori non meno di sei settimane. I Kings già erano in grandi difficoltà, ora con la perdita del loro uomo franchigia, l'unico vero riferimento in attacco, rischiano di colare a picco o, speranza di tutti i tifosi, di scoprire che uno dei loro promettenti giovani, magari Tyreke Evans, alzi immediatamente il proprio livello di gioco dovendo assumersi da subito molte responsabilità e molti più tiri visto che Martin ne prende circa 15-20 a sera, che ora andranno redistribuiti.

Dopo gli annunci di alcuni giorni fa sull'imminente rientro di Pau Gasol, il protagonista della vicenda ha comunicato che non manca molto a ricominciare a tastare i campi da gioco, ma questo non avverrà in questa settimana. I Lakers attendono il suo rientro consci che un lungo come Gasol è irrinunciabile nel loro sistema di gioco anche se problemi sotto canestro non li stanno avendo complicle belle dimostrazioni di crescita di Andrew Bynum.

Glen Davis negli ultimi giorni mentre stà aspettando di guarire dall'infortunio che ha subito lontano dai campi da gioco, ha dichiarato che essendo stato un buonissimo giocatore anche di football al college, desidererebbe riuscire a fine carriera NBA di riucire a giocare qualche partita da professionista nell'altra grandissima disciplina sportiva made USA ovvero la NFL.

Josh Smith ha sigillato nella storia con un record, le sue grandi abilità di stoppatore ed intimidatore divenendo il giocatore più giovane a raggiungere le 900 stoppate in carriera.