Iniziamo l'analisi delle squadre NBA della Western Conference, inoltrandoci nella Northwest Division, col suo team più rappresentativo almeno fino ad ora : i Denver Nuggets.
Poco tempo fa la squadra si trovava in un vicolo cieco, non forte abbastanza per fare la voce grossa nei playoff e per niente scarsa da poter ambire a qualche chiamata alta nel draft. Poi, la svolta, la trade più proficua degli ultimi anni, Denver vuole cambiare e prende Chauncey Billups. Il leader dei Detroit Pistons, capovolge la squadra, gli detta i ritmi di gioco e soprattutto sfrutta le qualità ed il potenziale inespresso dei Nuggets. In tal modo l'anno scorso, Denver arriva a giocarsi la finale di conference con i Lakers e si arrendono solo all'armata di Phil Jackson, ma senza demeritare, anzi tenendo testa ai losangelini.
Rispetto all'anno scorso la squadra ha cambiato e non poco, toccando anche alcuni punti importanti del roster. L'arrivo di Arron Afflalo è stata una mossa volta alla sostituzione di Danthay Jones, che ha lasciato Denver per l'Indiana. Anche se apparentemente la perdita sembra poter essere sopperibile facilmente, in realtà non è così. Jones era lo specialista difensivo dei Nuggets, un uomo che difendeva in maniera importante per tutti i minuti che stava in campo ed inoltre non era un accentratore di gioco, anzi si limitava a sbrigare solo alcune pratiche lungo l'arco dei tre punti. Inoltre Denver ha perso un uomo dalla panchina molto utile, Linas Kleiza, passato oltreoceano; come per Jones la perdita non è molto facile da digerire, un importante lungo tiratore che non chiedeva troppo e faceva sempre la sua onesta partita in campo, ma in questo caso il vuoto è stato colmato dall'acquisizione di Joey Graham, che se si dimostrerà ai livelli di quando giocava a Toronto non farà rimpiangere l'assenza di Kleiza, portando alla causa atletismo, un discreto tiro e molta energia. In più dal draft è arrivato Ty Lawson, un furto dei Nuggets, che l'hanno preso per praticamente nulla dai Minnesota Timberwolves (che lo avevano scelto) e che è un play maturo ed altruista in grado già da ora di dare una mano in cabina di regia a Billups quando egli rifiaterà.
L'incognita è rappresentata dallo spot di guardia tiratrice. In quel ruolo potrebbe essere promosso a titolare J.R. Smith, ma coach Karl lo preferisce come sesto uomo dove ha dimostrato di poter essere fondamentale per la squadra, portando punti, energia, atletismo, penetrazioni, pericolosità dal perimetro e grinta alla squadra. Quindi forzatamente Afflalo probabilmente partirà dall'inizio nella formazione. Questo accorgimento ci può stare se Afflalo mostra e sfrutta il talento ed il potenziale che ha in dote ed anche qui sarà fondamentale il lavoro di Billups che dovrà portarlo sulla giusta strada.
In attacco, il punto di forza della squadra è sicuramente Carmelo Anthony, il go-to-guy del team che come gli altri è divenuto ancora più devastante da quando c'è Chauncey a gestire i palloni. Anthony è sicuramente un'ala piccola atipica perchè inizia la maggior parte delle sue azioni non dal perimetro ma in post alto e poi da lì sviluppa il continuo del suo gioco. Possiede un tremendo atletismo, un' ottima capacità penetrativa, un fisico che regge bene gli urti e gli facilita il compito in post contro alcunii pari ruolo che soffrono a difenderlo quando si mette spalle a canestro. La maggiore qualità di Carmelo però è sicuramente la sua abilità nel fare punti, segna in tutte le maniere : fadeway, tiri da oltre l'arco, dalla media, penetrazioni; un giocatore in grado di infilare la retina e registrare 33 punti in un solo quarto o farne 45 in 24 minuti (quest'ultima però in preseason, che conta meno, ma sempre eccezionale). Sotto i tabelloni Nenè è ormai più che una garanzia ed è in grado di difendere in maniera più che discreta sui pari ruolo. Con l'arrivo di Billups sembra rinato anche Kenyon Martin, che sicuramente non è più quello dei tempi a New Jersey ma che comunque contribuisce decisamente alla causa.
Inoltre la qualità che ha sempre contraddistinto Denver l'anno passato, era la lunga panchina su cui George Karl poteva contare e può ancora contare; ai nomi già citati quali Ty Lawson, Joey Graham e J.R. Smith si uniscono quelli di Renaldo Balkman, Anthony Carter (conferma voluta fortemente dal coach che vede in lui un giocatore decisamente più maturo ed adatto al suo gioco) e soprattutto quello di Chris "The Birdman" Andersen. Forse il giocatore più intenso in una partita, quello più aggressivo sugli avversari, con la tendenza a stoppare facilmente. Un grande giocatore che in un clima come quello che si respira nei playoff dove l'emotività ed il carattere contano molto, lui è un tassello fondamentale ed alza lo spirito del gruppo.
In difesa con la perdita di Jones hanno perso qualcosa ma rimangono sempre un'ottima squadra con quasi tutti ottimi difensori nel roster e con un gioco nella propria metà campo asfissiante per l'avversario.
Tatticamente parlando Denver potrà contare sia su un gioco ragionato scegliendo di mandare la palla in post a Nenè oppure scegliere soluzioni veloci con scarichi per i tiratori o per i penetratori. La qualità di Anthony di mettersi in post consentirà a volte di giocare con un solo lungo di riferimento e schierare un quintetto più veloce formato da più guardie. Denver comunque predilige il gioco a metà campo cercando di far girare la palla molto non forzando uno contro uno ma avvalendosi molto degli schemi del coach e dei ritmi impartiti da Billups. Con l'entrata di Smith e di Andersen, Denver resterà competitiva perchè pur perdendo qualcosa offensivamente nei lunghi, guadagnandola però da Smith, salirà in difesa nell'area dei tre secondi. Nenè sarà il riferimento in post che costringerà le difese a non schiacciarsi sui tiratori ma anche ad avere un attenzione particolare nel pitturato.
Previsione : Finale di conference
Quintetto ideale : Chauncey Billups; Arron Afflalo; Carmelo Anthony; Kenyon Martin; Hilario Nenè
Sesto uomo : J.R. Smith
Panchinari di spicco : Chris Andersen; Ty Lawson; Joey Graham
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