Un' annata ricchissima di sorprese e di delusioni (per alcuni tifosi), 30 franchigie che hanno disputato 82 partite per arrivare alla post season dove tutto il lavoro fatto è solo la base per costruire la vittoria finale o almeno la partenza per cominciare a sognare in grande per i prossimi anni.
E' stata l'ennesima stagione della consacrazione del dualismo James-Bryant (probabilmente destinato ad imperversare in un atto conclusivo quale è la finale) ma dal quale è emerso un terzo,
l'intruso, che di solito sconvolge i piani e si insinua nella scena portando grossi cambiamenti allo show, quello che spezza gli equilibri e regala nuovi scenari e nuove pieghe inaspettate allo spettacolo, Kevin Durant, la promessa più cristallina del basket mondiale. Uno che si è ritagliato lo spazio che gli spetta nella cerchia dei migliori ed è pronto ad elegersi nuovo re delle scene, destinato com'è, nei prossimi anni, a recitare un ruolo da vero protagonista spalleggiando gli altri consolidati attori principali.
Proprio i suoi Thunder sono stati tra i protagonisti di questa spettacolare stagione ergendosi a forza del campionato già da quest'anno e candidandosi ad entrare nell'elite dal prossimo novembre.
Proprio i suoi Thunder sono stati tra i protagonisti di questa spettacolare stagione ergendosi a forza del campionato già da quest'anno e candidandosi ad entrare nell'elite dal prossimo novembre.
Come poi non citare la crescita esponenziale avuta da Memphis, che grazie ai giovani ed ad una superba accoppiata Zach Randolph-Marc Gasol, ha potuto sperare sino all'ultimo di non veder dissolversi la carrozza fatata che li avrebbe accompagnati verso la post season.
Ma questa è stata anche, e soprattutto, la stagione delle scoperte e delle novità, arrivate spesso come salvagente in situazioni critiche che sembravano insormontabili a cominciare dall'esplosione di Darren Collison in concomitanza con i vari infortuni di Paul, per passare poi a quei rookies che più di tutti hanno saputo fare la differenza. Infatti su tutte, le sorprese più belle sono arrivate da alcuni primo anno: Brandon Jennings, che ha saputo subito diventare l'idolo dei tifosi con quei 55 punti che hanno fatto strabuzzare gli occhi a tutti ed hanno arricchito una stagione superiore alle attese, Tyreke Evans che si è eretto a nuovo paladino di Sacramento che già lo promuove a suo "franchise player" e Stephen Curry un gioiellino di indubbio talento.
E' stata poi l'annata delle storie e delle vicende che hanno scombussolato i fans e "distrutto" alcune franchigie, a cominciare dal celeberrimo caso Arenas fino a passare a quello irrisolto di Allen Iverson, ancora sognato in campo dai suoi sostenitori e sospeso nel limbo della scelta di un ritiro indecoroso dalle scene.
E mentre si attendono gli sperati ritorni, si spera anche di ritrovare quel fenomeno di McGrady, uno di quelli che ti sconforta veder gettare alle ortiche un simile talento.
Una stagione che ci ha regalato per la prima volta tre italiani sullo stesso parquet americano, incoronando il Gallo come giocatore dal sicuro successo, pronto ad innalzarsi allo status di stella, e che ha visto Bargnani guadagnare più credito nelle gerarchie di Triano (cosa che invece non ha ancora guadagnato il Beli che solo a sprazzi ha dato prova del suo talento).
E' stato l'anno degli indecorosi record di New Jersey e Minnesota, la prima salvatasi in extremis da un disastro che stava diventando realtà.
Ma soprattuto sono state le ultime 82 gare prima della tempesta estiva che inizierà a luglio e che promette tuoni e fulmini, una estate che cambierà le dinastie vincenti, che stravolgerà le forze in campo.
Ma ora è bene pensare a questi playoff che di sicuro arricchiranno ancora di più i ricordi e le emozioni che questa regular season ci ha lasciati.
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