Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

giovedì 8 aprile 2010

ANCHE TURNER UFFICIALIZZA LA SCELTA DI DICHIARASI AL DRAFT ; KENTUCKY PRONTA A RICOSTRUIRE

La stagione NCAA si è appena conclusa e, smaltiti anche i festeggiamenti di Duke, ora si è tornati a parlare del prossimo draft. A farlo questa volta, sono stati i diretti interessati, i giocatori che sceglieranno o meno di fare il passo grosso verso la NBA.

Finalmente sono arrivate le dichiarazioni ufficiali di uno dei talenti più attesi del college, quelle di un certo Evan Turner, che a vederlo giocare si merita la sicurezza di essere chiamato alla seconda scelta assoluta; seconda, giusto perchè Wall è un freshman ed ha l'emblema di prossima stella del professionismo già marchiato addosso ovunque andrà. 

Turner senza dubbio è un vero fenomeno e le cifre che lo hanno accompagnato in questa stagione ne hanno confermate le doti (20,4 punti, 9,2 rimbalzi e 6 assist), un all-around con il fisico dell'ala piccola ma con il controllo di palla degno di una guardia, adatta anche a condurre il gioco.

"E' la decisione più difficile che abbia mai dovuto prendere. Ma questa è una grande opportunità, volterò pagina e comincerò un nuovo capitolo della mia vita". Queste le parole del fenomeno ormai ex Ohio State, parole con cui lascia il suo college da junior (3° anno) rinunciando all'ultimo anno da senior.

Kentucky invece si prepara a subire una dura batosta. Aveva messo in preventivo di perdere quel fenomeno di John Wall ed un paio degli altri talenti di cui il roster era ricco quest'anno, ma non aveva messo in preventivo di certo di perdere tutti e 5 i giocatori più forti della propria rosa. Pronosticabile da inizio stagione era l'addio di Patrick Patterson ed ad aggiungersi a lui e a Wall come papabili scelte, ci saranno anche DeMarcus Cousin, Eric Bledsoe e Daniel Orton.

La scelta di DeMarcus Cousin è stata propiziata dal suo ottimo finale di stagione che gli ha fatto guadagnare molti estimatori e lo hanno fatto scalare vertiginosamente le classifiche degli esperti (ora lo si prospetta tra le prime 7-8 chiamate). Mentre le decisioni di Eric Bledsoe e Daniel Orton hanno lasciato un dubbio, almeno in parte. Il pensiero comune è che i due freshman sarebbero dovuti rimanere al college perchè via gli altri tre, sarebbero stati loro due i principali uomini su cui la squadra si sarebbe retta.

Il ragionamento di per sè sarebbe corretto ma quello fatto dai due ragazzi è stato probabilmente un altro. In prima istanza c'è da considerare l'alta considerazione che anche loro due hanno da parte degli esperti.

John Wall e DeMarcus Cousins sembrano già festeggiare le loro due chiamate altissime

In seconda istanza, quest'anno sono stati per molto tempo sotto i riflettori e sotto gli occhi attenti degli scout NBA (grazie alla presenza di Wall) ed hanno potuto farsi vedere. Magari l'anno prossimo le visite degli esperti saranno di meno. Altra riflessione, che quasi sicuramente hanno fatto i due, è legata alla forza della squadra. Se quest'anno hanno giocato un gran bel campionato (salvo uscire anzitempo) la prossima stagione potrebbe non essere così, e quindi si potrebbero ritrovare ad essere meno considerati di quanto possono esserlo adesso.

Però mentre per Bledsoe ci si attende una chiamata da circa 20esima scelta (quindi non male), per Orton si prevede una tarda chiamata tra la fine del primo giro e le primissime del secondo, sempre che non ci sia qualcuno pronto a scommettere sopra le sue qualità prima. Comunque sempre una buona chiamata, ma nulla in confronto a cosa avrebbe potuto ambire se avesse tentato di rimanere un altro anno al college (può ancora tirarsi fuori, ma difficile che lo faccia). Ma forse seguendo il vecchio motto "chi troppo vuole nulla stringe" ha optato per la sicurezza di un bel contratto già da quest'anno.

Fatto sta che il gruppo di Kentucky potrebbe finire facilmente tutto al primo giro sottolineando come alla squadra sia mancato quel qualcosa per arrivare in fondo (certamente grande merito va alla grandissima difesa messa in mostra da West Virginia), ma non certo il talento.   
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