Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

domenica 25 aprile 2010

ASSEGNATO L'EXECUTIVE OF THE YEAR 2010

Poco meno di due mesi fa, a Cleveland, si assisteva ad un "furto" degno della premiata ditta che portò Pau Gasol ai losangelini. Infatti arrivò con una mossa sbalorditiva, la famosa ala grande che apriva il campo, Jamison, che tanto serviva ai Cavs e che tanto voleva James. Furto, perchè praticamente è arrivato in cambio di...nulla, ovvero un Ilgauskas che poi sarebbe tornato da dove veniva. 

Questa mossa, clamorosa come è stata, oltre a far felice il numero 23 (prossimo n°6) ed in generale tutta la squadra, aveva fatto slittare l'executive, Danny Ferry, in vetta nella speciale classifica di executive of the year 2010. Ma non è bastato per vincerlo, è arrivato solo terzo...

Tornando a qualche mese prima, precisamente ad inizio stagione, un eccellente giovanotto di 33 anni (Sam Presti), sceglieva la guardia James Harden, con la terza chiamata assoluta al draft. Non un leader, non un campione già impacchettato accentratore di gioco, ma un solido elemento con una buonissima tecnica ed una spiccata concezione del gioco di squadra. Questo perchè non si è lasciato abbindolare nella tentazione di scegliere un ulteriore scorer mangia palloni che potesse avere difficoltà nell'amalgamarsi con Durant, ma ha preferito prendere quel che mancava al team, un ottimo tiratore da tre in grado di portare punti facili senza chiedere la palla eccessivamente.

Ed Oklahoma quest'anno è riuscita a giungere ai playoff con una squadra giovane e con un potenziale, a lungo andare, dei più forte della lega. Ma neanche questo è bastato per vincere il premio a fine anno, è arrivato secondo...

Ritornando al tempo di Febbraio, Hammond, executive dei Bucks, prendeva nel silenzio più totale, John Salmons, un giocatore da sempre un pò sottovalutato dai più. In cambio lasciò andare la fino ad ora delusione, Joe Alexander e l'ala grande Warrick. Una mossa un pò rischiosa che comportava la perdita di due lunghi e quindi assottigliava i ricambi in questo settore. Ma la trade era d'obbligo a causa della perdita (ancora una volta) del leader Michael Redd. Eppure questa mossa, doverosa, si è rivelata più utile del previsto. Jennings affianco a Redd era irriconoscibile, neanche minimamente paragonabile a quello che si era imparato a conoscere dall'inizio, invece insieme a Salmons si è amalgamato benissimo. E non solo il folleto ex Roma, ma anche e soprattutto Salmons, che ha cominciato a giocare da campione e che assieme a Bogut, Jennings e Delfino, ha portato la squadra nella post season.

Già c'è anche Carlos, l'argentino snobbato da Toronto, che lo ha lasciato andare e che i Bucks hanno preso senza troppi complimenti. Ora sta sfoderando la sua migliore stagione e sta dimostrando di essere un elemento perfetto per i meccanismi di Milwaukee, dandogli ampi minuti poichè ceduto nel suo ruolo Jefferson, che quest'anno non è andato proprio bene nel Texas. 

E poi ha scelto un certo Jennings al draft e qui non serve aggiungere altro...

Certo senza Bogut (fuori per infortunio) il team ha pochissime chance di vincere contro gli Hawks, se non nulle, ma ha dimostrato che può essere grande in un futuro prossimo e di questo ne ha tantissimi meriti Hammond. 

E già è lui che ha vinto L'Executive Of The Year 2010...     
Related Posts : Corsa ai trofei NBA, Milwaukee Bucks

Nessun commento:

Posta un commento