Due addii, due storie diverse, che però hanno condotto allo stesso epilogo; entrambi i due protagonisti lasciano i rispettivi club di appartenenza.
L'addio di Dunleavy : L'ex allenatore dei Clippers, dopo aver rinunciato all'incarico di head coach della squadra losangelina in comune accordo con la dirigenza, era tornato nel suo ruolo di GM della squadra, ritenendosi più utile alla causa in questa veste. Ma lo staff dei cugini dei Lakers evidentemente non la pensava così ed ha sollevato Dunleavy dal suo incarico. La motivazione dichiarata è quella che il tutto è fatto per il bene del team, per cercare di cambiare quell'andamento negativo che ha accompagnato i Clippers in questi ultimi anni.
Mike al momento della notizia sostiene di non aver avuto alcun colloquio con "i piani alti", ma di aver appreso questo cambiamento tramite messaggi sul suo cellulare, da parte dei giocatori che gli domandavano cosa fosse successo da provocare ciò. Comunque con la solita eleganza, non si è soffermato in dichiarazioni avverse alla società con cui ha convissuto per 7 anni ed anzi si è limitato a ringraziare tutti, soprattutto il proprietario, Donald Sterling, esplicitando solo il suo rammarico per non essere riuscito a completare il progetto a cui stava lavorando.
Il GM è stato già sostituito dal vice di Mike, Neil Oshley.
L'addio di Alston : Storia decisamente diversa quella avvenuta al playmaker di Miami. A differenza di Dunleavy, Rafer ha lasciato gli Heat di spontanea volontà e non per motivazioni tecniche come tutto lasciava presagire. Di recente si percepiva il disappunto dell'ex Magic di non partire titolare nella squadra e dunque il suo addio a Wade e compagni aveva subito trovato motivazioni in questo. Purtroppo i motivi non sono così "leggeri", Skip to my lou ha deciso di abbandonare la barca per stare vicino alla sorella che sta attraversando un brutto periodo psicologicamente, (non aggiungiamo altro perchè preferiamo non parlare nei dettagli di questo avvenimento di vita privata).
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